Emergenza rifiuti. Nania: «Commissariate l’Ato Me2»

L’emergenza rifiuti non ha vie d’uscita. Ne è convinto il sindaco di Barcellona Candeloro Nania, che senza mezzi termini richiede un intervento urgente da parte della Regione, compresa una gestione commissariale dell’Ato Me2 da parte di un funzionario regionale. È questo il contenuto della missiva inviata da Nania, sentiti gli altri sindaci dei 37 Comuni che condividono la stessa sorte, al governatore Raffaele Lombardo. Il primo cittadino del Comune capofila non crede in altre soluzioni. Quelle finora adottate, compreso il trasferimento regionale di 1.300 mila euro, sono misure di corto respiro, né tantomeno si possono attendere i tempi ordinari della riforma degli Ato siciliani, che saranno trasformati in consorzi e gestiti con un maggior coinvolgimento dei Comuni. Si parla, se dovesse andare bene, di luglio. E nel frattempo bisogna correre ai ripari per garantire se non altro la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle città.

«È una situazione senza sbocchi – ha affermato Nania – Che la Regione si assuma le proprie responsabilità». Ma sono soprattutto i cittadini a soffrire un disagio che di giorno in giorno diviene vera e propria emergenza igienicosanitaria. Per le strade nelle piazze, sui marciapiedi, i rifiuti continuano quotidianamente ad accumularsi e in molti casi si aggiungono a quelli di 15 giorni fa. La Gesenu non garantisce i doppi turni di raccolta né gli straordinari. Gli operai reclamano gli stipendi. La discarica di Motta Sant’Anastasia resterà aperta fino all’esaurimento delle anticipazioni versate dai Comuni (l’ultima, di 100.000 euro, deliberata ieri dalla giunta comunale). Le casse dell’Ato sono vuote e il finanziamento regionale di poco superiore al milione di euro basterà si e no per garantire il trasporto e il conferimento dei rifiuti per i prossimi 4/5 giorni. Intanto la Procura ha inviato avvisi di garanzia all’ex presidente Paratore, all’amministratore Cangemi, ai membri del vecchio Cda e ai revisori del bilancio con l’ipotesi di falso in bilancio per gli anni 2005/08. Le indagini proseguono, ma le responsabilità politiche dei sindaci, che non dimentichiamolo, sono soci azionisti dell’Ato, non possono passare inosservate di fronte a un tracollo dalle proporzioni spaventose.