No all’elettrodotto Terna, padre Trifirò scrive a Crocetta

Terna non fa passi indietro, non li fanno neanche i cittadini del comprensorio che va da Villafranca Tirrena a Pace del Mela. La battaglia contro l’elettrodotto della discordia va avanti e non finirà perché in gioco c’è la salute di migliaia di persone. Lo ha detto chiaramente oggi uno dei più agguerriti sostenitori del no all’elettrodotto, padre Giuseppe Trifirò di Pace del Mela. Oggi durante una conferenza stampa convocata a Palazzo dei Leoni ha presentato un documento che raccoglie l’appello accorato e disperato di tutta una comunità. Appello rivolto al presidente della regione Crocetta, ai deputati messinesi, alla classe politica, ai sindaci dei comuni coinvolti nel progetto. Padre Trifirò chiede di fermare il progetto Terna e di non esasperare i cittadini fino a portarli alla disobbedienza civile.

Al presidente Crocetta che si fa chiamare il sindaco dei sindaci chiediamo di venire in mezzo a noi per visitare il nostro territorio altrimenti andremo noi a Palermo ad incontrarlo. Agli undici onorevoli eletti nella Provincia di Messina ricordiamo che sono stati eletti anche con il nostro voto e non vogliamo essere delusi ancora una volta. Ai consiglieri di Palazzo dei Leoni chiediamo di impegnarsi a far rispettare la loro decisione votata all’unanimità. Ai sindaci di riconoscere lo sbaglio fatto nel protocollo d’intesa con Terna e di unirsi al fronte del no”.

Al momento c’è una sentenza del Tar che ha dato ragione a Terna, sentenza che accettiamo ma non condividiamo, spiega padre Trifirò. Nel frattempo Terna ha già avviato i lavori per la costruzione dell’opera, il sindaco di Pace del Mela ha presentato un nuovo ricorso, la certezza è che la battaglia andrà avanti. Padre Trifirò ha ricordato che quello è già un territorio in cui da più di quarant’anni le industrie sono andate a ruota libera. Il tasso di inquinamento è sempre più alto, l’aria è ormai irrespirabile, non si contano più i morti per tumori e l’elenco di chi si allunga in modo allarmante. “L’elettrodotto non risana, non è utile, necessario e neppure urgente”, dice padre Trifirò a nome di tutti i cittadini del comprensorio.

Insieme a lui oggi c’era anche Giuseppe Maimone, presidente dell’Adasc. “Continueremo ad opporci a questo progetto e chiediamo che un esperto faccia nuovi controlli sulla pericolosità o meno di quest’opera che in alcune zone passerebbe ad appena 19 metri dalle abitazioni. Paghiamo già un prezzo altissimo alle industrie, non accetteremo di farlo anche con l’elettrodotto”. (Francesca Stornante)