Incontro Triscele, tre deputati hanno risposto all’appello

Avevano chiesto la presenza di tutta la deputazione regionale e nazionale messinese. I lavoratori Triscele avevano lanciato l’appello insieme ai segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil Messina, Mastroeni, Cipriano e Orlando, affinché anche tutta la classe politica dirigente desse un segnale forte nella delicatissima vertenza Triscele. Hanno risposto solo in tre. All’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio nella sede della Cgil si sono presentati Francantonio Genovese e Filippo Panarello del Pd e l’ex consigliere comunale Marcello Greco eletto all’Ars nella lista Crocetta. I tre deputati hanno incontrato i lavoratori ormai esasperati dall’atteggiamento della famiglia Faranda che di punto in bianco ha deciso di non rispettare gli accordi e di ribaltare le carte in tavola non presentandosi all’incontro che la Prefettura aveva convocato nei giorni scorsi. Adesso si guarda con apprensione all’altro incontro fissato per il prossimo giovedì 22, sempre in Prefettura, alle 12.30.

Sarà un vertice decisivo perché si dovrà mettere la parola fine a questa lunga ed estenuante vertenza. Ma non accetteremo nessun compromesso, l’unica certezza che abbiamo è che da questa vicenda si dovrà uscire senza neanche un licenziamento e con quel piano industriale che darà la possibilità agli 41 ex dipendenti di tornare a lavorare” ha detto il segretario della Flai Cgil Giovanni Mastroeni.

All’incontro di oggi c’erano anche il presidente di Confindustria Ivo Blandina e il direttore Lausa Biason. L’obiettivo dei sindacati era riunire attorno a un tavolo le forze politiche e industriali della città per creare una rete di solidarietà attorno a questi lavoratori e dare un segnale di forte unità al gruppo Faranda. Al termine dell’incontro tutti d’accordo sull’assoluta urgenza di far cambiare rotta alla famiglia che gestiva gli stabilimenti di via Bonino. Serve il piano industriale che rilancerà l’attività dell’azienda e darà occupazione ai 41 lavoratori che dal 31 dicembre saranno senza alcun sussidio perché scadrà la cassa integrazione. Serve una dimostrazione di responsabilità da parte del gruppo Faranda verso questi dipendenti che hanno creduto in passato alla volontà di delocalizzare la produzione, che si sono battuti affinchè si riuscisse ad ottenere il cambio di destinazione d’uso dell’area in cui sorgono gli stabilimenti, che ancora prima, nel 2007, avevano ceduto il loro Tfr, 1.300.000 euro, ai Faranda per consentirgli di acquistare dalla Heinken lo stabilimento di via Bonino. Hanno aspettato con pazienza che avvenisse quel cambio di destinazione d’uso dell’area perché da quella dipendeva la presentazione del nuovo piano industriale. Adesso che questo iter si è concluso positivamente è uscita fuori la nuova posizione assunta del gruppo che ha chiaramente detto di non avere intenzione di avviare alcun processo fino a quando quei terreni non saranno venduti. Si sentono presi in giro i lavoratori Triscele. Continueranno il loro presidio iniziato venerdì mattina davanti i cancelli di via Bonino. Torneranno in Prefettura giovedì mattina sperando che questa volta la famiglia Faranda si presenti all’incontro. Il 31 dicembre ormai è vicino e faranno di tutto per non rimanere letteralmente in mezzo ad una strada. (Francesca Stornante)