Messina diversamente alluvionata: tutti contro la vergogna del Governo “nemico”

In Liguria il maltempo continua a seminare morte e distruzione. Proprio come avvenne due anni fa alle nostre latitudini. Ma alla solidarietà nei confronti di chi sta subendo, in queste ore, il dolore e le sofferenze che hanno già attanagliato Messina e i suoi villaggi, si unisce lo sdegno verso la disparità di trattamento perpetrata dal Governo, con la “ciliegina” finale del no, da parte del Ministero, alla deroga al patto di stabilità della Regione necessaria per sbloccare subito i 160 milioni stanziati per Giampilieri e San Fratello. Le reazioni non si contano. In testa ci sono i comitati di Giampilieri, Scaletta, Altolia, Briga, contrada Torre, Itala, Molino, Pezzolo, Ponte Schiavo e Santa Margherita. «Il rifiuto, da parte della ragioneria dello stato, di correggere l’ordinanza di protezione civile – si legge in una nota – ci lascia sconcertati e amareggiati. Mentre per le zone alluvionate della Liguria e della Toscana, ci teniamo a sottolineare “giustamente e doverosamente”, si trovano 65 milioni e si aumentano le accise sul carburante, alla Regione Sicilia viene impedito di utilizzare i propri fondi per risanare territori devastati e far tornare la gente nelle proprie case. Tutto ciò è il frutto dell’operato di un Governo nazionale che trascura il Sud e dell’ignavia dei parlamentari messinesi della maggioranza che, in questa vicenda, sono stati completamente assenti».

«A un anno dalla richiesta della Regione Sicilia – continuano i comitati – il nostro Governo si è finalmente deciso ad emettere un’ordinanza volutamente “sbagliata” che, malgrado gli inviti a correggerla, si è rifiutato di modificare. Così si rischia di rendere vano quanto di buono fino ad oggi ha fatto la Struttura Commissariale, rinviando ancora e senza alcuna giustificazione valida la risoluzione dei problemi che riguardano le nostre comunità. Chi ci governa ha completamente dimenticato i nostri 37 morti, quasi che la loro appartenenza a questa nostra terra li rendesse “figli di un Dio minore”. La loro dignità, la loro memoria e il dolore di chi ha perso i propri cari vengono così ancora una volta, indecorosamente calpestati. Consapevoli dell’insostenibilità di tale vergognosa situazione, i Comitati delle zone alluvionate dell’1. ottobre 2009 insieme alle rappresentanze delle zone nebroidee, si riuniranno quanto prima per intraprendere le iniziative necessarie a superare questa situazione di estrema gravità che mette l’intera Provincia di Messina ancora una volta in ginocchio».

Reazioni arrivano, ovviamente, dal mondo politico. Il deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese preannuncia un’interpellanza parlamentare con la quale chiede al Governo «di venire in Aula a dare spiegazioni su cosa intende fare per sbloccare questa assurda situazione di stallo, che impedisce l’utilizzo dei 160 milioni di euro stanziati per far fronte all’emergenza delle zone alluvionate di Messina, Scaletta Zanclea e San Fratello. Sarebbe facile ora – prosegue l’ex sindaco – fare polemiche, rinfacciare ai colleghi di centrodestra l’inerzia dimostrata di fronte al problema, il mancato sostegno agli emendamenti miei e di altri deputati dell’opposizione. Credo che invece alla gente interessi solo di avere la certezza di poter contare su questi 160 milioni di euro». Nell’interpellanza Genovese fa notare che «a nulla sono valsi gli appelli di rappresentanti politici ed istituzionali per porre rimedio a tale errore, sempre che di errore si tratti e non di una deliberata volontà di impedire la suddetta spesa per gli interventi di risanamento” e che “a fronte della solerzia del Governo ad intervenire a favore di altre porzioni del territorio colpite da analoghe calamità, si sta facendo strada nei cittadini la convinzione di essere stati abbandonati al proprio destino. Spero che i parlamentari messinesi di centrodestra – conclude Genovese – non vogliano perdere anche questa occasione per mettere gli interessi generali al di sopra dell’interesse ad essere ricandidati».

Sulla stessa scia il vicesegretario cittadino del Pd Armando Hyerace, per il quale «è indispensabile che si dia subito un segnale forte e di speranza alla cittadinanza e ciò passa, inevitabilmente, dall’azione politica di coloro i quali oggi siedono nei banchi della maggioranza rappresentando i messinesi tutti: i parlamentari messinesi revochino la fiducia al governo Berlusconi dimostrando, così, di avere finalmente a cuore le sorti della nostra città e di non consentire più che il consenso dato loro giovi soltanto a dividere il Paese anche nel dolore e nelle tragedie». Duro anche il segretario cittadino di Italia dei Valori, Salvatore Mammola, secondo cui «sono senza vergogna anche Buzzanca, Ricevuto, i consiglieri e gli assessori del Pdl se restano ai loro posti senza reagire all’ennesimo schiaffo».

Infine il mondo sindacale. La Cgil, con il segretario generale Lillo Oceano, definisce «scabrosa» la vicenda: «Ciò che ci lascia senza parole è il persistere dell’atteggiamento dei politici messinesi di centrodestra che continuano ad avallare scelte che penalizzano il proprio territorio. Una presa in giro di cui sono complici i parlamentari del centrodestra che hanno votato contro gli emendamenti che stanziavano somme per i disastri di casa nostra. Nei prossimi giorni il Governo nazionale si appresta a chiedere un voto di fiducia sul quale, secondo i rumors parlamentari, è già partito un ignobile commercio per assicurare all’attuale maggioranza la sopravvivenza. Quale migliore occasione per i nostri parlamentari di centrodestra per recuperare un po’ di dignità anteponendo, almeno per una volta, l’interesse della loro terra alla disciplina di partito e al tornaconto personale».

Chiede una protesta più eclatante, invece, il segretario generale della Uil Messina Costantino Amato: «Altro che indignati, se il Governo Nazionale continuerà ad oltraggiare la memoria dei nostri morti saremo costretti a una mobilitazione di massa. E’ il momento di dire basta, di mettere un punto fermo. Messina ha pari dignità di tutte le altre province italiane. A piangere i nostri morti ci sono madri, padri, mariti, figli, fratelli. Per loro esigiamo giustizia. Ecco perché invitiamo tutta la provincia ad una mobilitazione di massa con in testa le deputazioni regionali e nazionali, per rivendicare ciò che Roma ci ha sottratto».