Pd, Ridolfo replica ai renziani: “Fate macelleria mediatica. E non mi dimetto”

Il segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo, dopo le richieste di dimissioni (vedi articolo allegato), avanzate dalle aree Renzi, Civati, Pittella, replica con una lettera aperta ritenendosi messo sotto accusa immotivatamente ed ingenerosamente e dando la sua versione dei fatti su questi mesi di gestione del partito.

“Replico per tutelare la mia immagine pubblica di persona libera ed onesta, costruita con anni di sacrificio sia sul fronte dell’impegno politico nella qualità di sindaco e sia sul piano privato nella professione di ingegnere. Un’immagine che si tenta di scalfire con un accanimento ingiustificato attivando quella “macelleria mediatica” dove a mancare è soprattutto l’onestà intellettuale”.

In merito all’ultima vicenda, il rinvio dell’Assemblea prevista per sabato e slittata al 17 marzo, Ridolfo sottolinea di aver tentato la via del dialogo e che proprio per questo i tempi si sono allungati: “Se avessi accettato di fare il “segretario di maggioranza”, avrei già chiuso la partita schiacciando le minoranze. Così non è stato”.

Il segretario provinciale del Pd ripercorre poi le tappe che hanno portato alla sua elezione e spiega d’aver sempre cercato di restare equidistante da tutte le diverse posizioni,come da mandato conferitogli ad ottobre: “Rammento che alla carica di segretario provinciale ci sono arrivato “in punta di piedi”, chiamato dal segretario regionale del PD e gradito a tutte le anime del PD. Non ho dovuto sbracciare, ordire trame, muovermi nel torbido delle paludi politiche.. Si è trattato di una “chiamata in servizio”, che un militante come me ha accettato per contribuire, insieme a tutti, al rilancio del PD”.

Nella lettera aperta Ridolfo rivendica un’azione equilibrata nel corso dei mesi, con la conseguenza che, scrive, persino la sua componente politica, l’area Genovese: “giustamente mi ha attribuito, sebbene su un piano di garbata riservatezza, la responsabilità di aver assunto posizioni che non hanno tenuto conto del rispetto dovuto al diverso peso politico tra le parti in gioco”. Ridolfo si sarebbe quindi “sbilanciato” a favore delle minoranze causando il malumore del gruppo di appartenenza. Il segretario provinciale inizia poi a spiegare quanto fatto in “tre mesi, non tre anni, da solo, senza organismi di partito e con il peso di situazioni conflittuali rispetto alle quali non ho responsabilità. Eppure questo non mi è bastato ad evitare il linciaggio mediatico”.

Ripercorre poi tutte le tappe, sottolineando come sin dall’inizio la sua elezione sia stata condivisa da tutte le aree e vista come unitaria. Subito dopo le primarie nazionali dell’8 dicembre Ridolfo ha avviato incontri in vista dell’assemblea provinciale e per formare un esecutivo rappresentativo di tutte le componenti.

Nel frattempo però è stata la volta delle primarie regionali “ durante le quali ho tenuto un profilo assai prudente, non imponendo alcuna soluzione precostituita, ma anzi ricercando una sintesi, altro che sponsorizzazione per la moltiplicazione dei seggi, esattamente il contrario”.

Il segretario provinciale elenca poi tutte le iniziative e le attività che ha portato avanti dal suo insediamento ad oggi, dai dibattiti alle presentazioni di libri, ai convegni, alle riunioni di Big Bang,nonché incontri con la deputazione Pd sulle Città Metropolitane e riunioni di circolo in Comuni della provincia.

“Nonostante una intensa attività portata avanti, nonostante le difficoltà e con autentico spirito di servizio, togliendo spazio alla famiglia, alla funzione di sindaco e all’attività lavorativa non posso che consegnare in questa sede l’amarezza personale di essere divenuto, con la preoccupante disinvoltura dei “renziani della prima ora”, il bersaglio di critiche gratuite, che magari faranno guadagnare qualche pagina di giornale, ma che nulla hanno a che fare con l’obiettivo di far crescere il consenso verso il PD. Ciò detto, con assoluta chiarezza, comunico che l’Assemblea provinciale rimane fissata per giorno 17 marzo nel contesto della quale farò – in perfetta aderenza alle disposizioni regolamentari – le proposte che mi competono che saranno poste all’attenzione della stessa per le relative determinazioni, traendo in quella sede le dovute conseguenze qualora ci si distragga da quel percorso unitario iniziale per il quale sono stato chiamato. Ciò nella convinzione che si debba dare conto a tutti gli iscritti e non solo ad una parte di essi”.

Una lunga replica, quella di Ridolfo, nella quale ribadisce la sua imparzialità rispetto alle varie anime del Pd, conferma l’Assemblea del 17 e rispedendo al mittente, anzi ai mittenti, le richieste di dimissioni, dichiara di voler continuare nella speranza che il percorso unitario individuato ad ottobre con l’accordo che ha portato alla sua elezione, venga alla fine avviato. Il caso del Pd Messinese nei prossimi giorni finirà sul tavolo del segretario regionale Fausto Raciti con il documento che i renziani stanno approntando e che sicuramente non sarà privo di conseguenze sul clima del 17 marzo. L’Assemblea provinciale, cinque mesi dopo l’elezione del segretario, si preannuncia rovente. Sarà una resa dei conti non indolore per nessuna delle parti.

Rosaria Brancato