Rinaldi e Briguglio ad Accorinti: “Show man, pensi al Tibet e non ti occupi del Piemonte”

Accorinti li ha accusati di essere i “mandanti” dell’aggressione premeditata nei suoi confronti (insieme ai sindacalisti Cisl e Uil) e di aver incassato loro gli applausi e lui i fischi per una situazione causata più dall’incapacità della vecchia politica che sua, che è ultimo arrivato in ordine di apparizione sulla scena politica.

Puntuali sono arrivate le repliche di due dei destinatari delle accuse, e cioè il deputato regionale Pd Franco Rinaldi e l’ex parlamentare Carmelo Briguglio, FdI-An. Da Santi Formica, deputato regionale dal 2001, nonché ex assessore regionale, nessuna replica.

“Rinaldi e Formica sono alla Regione chi da 15 chi da 10 anni,- aveva detto Accorinti- Briguglio è stato sia alla Regione che alla Camera e adesso se il Piemonte chiede la colpa è mia? Sono io il criminale? Ma loro che hanno fatto finora?”.

Il primo a replicare, sebbene non chiamato direttamente in causa, è stato il presidente del Comitato Salvare il Piemonte, Marcello Minasi (vedi articolo allegato) che ha ricordato al sindaco i motivi che hanno spinto la gente a protestare, ovvero la lettera inviata da Accorinti all’assessore Borsellino il 7 agosto e che in sostanza apriva la porta alla “resa” sul futuro del Piemonte con dichiarazioni che potevano essere fraintese.

A seguire sono arrivate le repliche dei “mandanti”, ovvero Rinaldi e Briguglio, che rispediscono al mittente, definito “show man ed incapace di amministrare”, tutte le accuse, sottolineando come la polemica sia solo un modo per distrarre l’attenzione dal vero problema, la chiusura dell’ospedale Piemonte.

“Le dichiarazioni del sindaco fanno emergere gravi pregiudizi sull’operato istituzionale del sottoscritto e degli altri parlamentari regionali- scrive Franco Rinaldi– Evidentemente Accorinti, ancora poco conscio del proprio ruolo istituzionale, spera di deviare l’attenzione della popolazione, scaricando le proprie responsabilità, l’inefficienza e l’incapacità amministrativa mostrandosi scarsamente informato sulle reali attività parlamentari condotte dal sottoscritto e da alcuni colleghi, tra l’altro informazioni che avrebbe potuto facilmente riscontrare sul sito istituzionale dell'Ars. E’ opportuno chiarire al nostro distratto sindaco, che le problematiche dell’Ospedale Piemonte sono state al centro dell’attenzione di tutti i deputati regionali eletti nella provincia di Messina, da subito impegnati con apposite audizioni in commissione sanità ed incontri con le parti interessate”.

Il deputato Pd ricorda anche la seduta aperta del Consiglio comunale del 4 agosto, quella alla presenza del direttore generale dell’azienda Papardo-Piemonte Vullo le cui dichiarazioni hanno dato il via ai fuochi.

“In quest’occasione- prosegue Rinaldi- si è potuta riscontrare la volubilità della posizione del Sindaco che dichiarava candidamente che "l'unica possibilità di salvare il Piemonte era quella di trasformarlo in polo materno infantile" per poi cambiare opinione a distanza di poco tempo, dopo le dichiarazioni dell'Assessore Regionale Lucia Borsellino sulla volontà di realizzare il polo materno infantile al Papardo, come si evince dalle affermazioni fatte dal Sindaco nella piazza di Ganzirri, dove ha sostenuto a viva voce che il punto nascita del Papardo non si doveva toccare.La mia posizione è sempre stata univoca e chiara, come dimostra la presentazione in Ars di apposito disegno di legge”. La proposta, presentata nei mesi scorsi, quando è apparso chiaro che il piano di riordino regionale stava puntando allo smantellamento del nosocomio di Viale Europa, prevede il mantenimento del pronto soccorso con la riattivazione dei servizi di supporto come i reparti di Emodinamica e Rianimazione e sarà all’attenzione della Commissione Sanità nelle prossime settimane.

Messina non è solo isole pedonali, piste ciclabili o terra anti tir– conclude Rinaldi- e merita un Sindaco in grado di pianificare un’azione amministrativa concreta e concertata con le parti sindacali ed istituzionali a tutti i livelli. Accorinti la finisca di fare lo show man risentito per gli applausi non ricevuti, la smetta con le illazioni sulle presunte organizzazioni politico-sindacali di aggressione nei suoi confronti, si rimbocchi le maniche e cominci a fare il Sindaco di tutti, compresi i messinesi”.

Non è stato tenero neanche Carmelo Briguglio, FdI-An, che nell’immediato ha risposto con un tweet e poi ha diramato una nota: “Macché complotto politico-sindacale, se Accorinti è stato contestato è solo colpa sua: i messinesi non ne possono più di un sindaco incapace che ha dimostrato inerzia, superficialità e cooperazione con quanti vogliono fare chiudere battenti a un ospedale che è un serbatoio di risorse professionali e di competenza da sempre al servizio della città. Parla di imboscate, ma le sue sono le accuse di un primo cittadino che politicamente è incapace d'intendere e di volere e con la sua amministrazione di supponenti ottimati sta portando la città a uno stato di degrado e sottosviluppo che è sotto gli occhi di tutti. Un sindaco che si occupa più del Tibet che della sua città e che invece di opporsi alla chiusura del Piemonte firma addirittura atti che rischiano farlo scivolare verso la soppressione, cosa si aspettava se non fischi e contestazioni che sono conseguenza inevitabile della sua scadente capacità di governo? Non so se meritare gli applausi: certo nel mio percorso politico ce l'ho sempre messa tutta, negli anni ho dato il mio contributo perché il Piemonte fosse potenziato con investimenti che sono stati fatti. Anche in questa occasione faccio il mio dovere per dare un futuro a un ospedale che ha dato tanto ai messinesi. Impediremo che il triangolo politico Crocetta-Vullo-Accorinti non sia mortale per la sanità messinese e per l'Ospedale Piemonte".

A margine c’è una considerazione da fare alla luce di un quadro distorto della manifestazione che sta emergendo. Alla mobilitazione del 29 settembre non hanno parlato solo Accorinti, i sindacalisti Cisl e Uil e Briguglio-Formica-Rinaldi. A parlare alla folla, ad essere applauditi, sono stati medici, paramedici, il Comitato Salvare il Piemonte, consiglieri comunali come Nina Lo Presti, Libero Gioveni, Giovanna Crifò, ed ancora, Guglielmo Sidoti, in rappresentanza dei giovani e che ha detto: “Messina era la porta della Sicilia ed ora è diventata periferia. Questo ospedale deve restare un presidio d’emergenza, ma anche essere il simbolo del riscatto contro ogni tipo di logica affaristica”. Parole semplici, di un giovane che non rappresenta la vecchia politica, né è stato strumentalizzato da alcuno. Tra tanti toni accesi è opportuno ricordare che la manifestazione è nata per scongiurare la chiusura del Piemonte e non per contestare il sindaco. Duemila persone erano lì per il nosocomio e su quel palco sono stati ascoltate decine di persone. Sarebbe estremamente riduttivo limitarci allo scontro Accorinti-Rinaldi-Briguglio, e si finirebbe con il fare il gioco di chi vuole che si guardi il dito per non guardare la luna, il gioco di chi nella distrazione di tutti porta a termine la missione. Che è, appunto, chiudere il Piemonte.

Rosaria Brancato