Trecento milioni di penale per lo stop al Ponte sullo Stretto

300 milioni di euro. E’ quanto dovrà pagare il Governo al contraente generale Eurolink per l’interruzione dell’iter per il Ponte sullo Stretto. La notizia viene fuori dall’approvazione della bozza della legge di stabilità. Si legge: ''Al Fondo per lo sviluppo e la coesione e' assegnata una dotazione finanziaria aggiuntiva di 300 milioni di euro per l'anno 2013 per far fronte agli oneri derivanti dalla mancata realizzazione di interventi per i quali sussistano titoli giuridici perfezionati alla data di entrata in vigore della presente legge''. Nel testo, è spiegato che si tratta delle penalità per il Ponte sullo Stretto.

Nei giorni scorsi, il Governo aveva avviato la conferenza di servizi per l’eventuale approvazione della valutazione d’impatto ambientale del progetto definitivo. Il ministro dell’ambiente, Corrado Clini, si era affrettato a precisare che si trattava di un atto dovuto ma che il Governo aveva comunque definanziato la costruzione del Ponte. Ora, a sorpresa, l’inserimento nella legge di stabilità di 300 milioni per far fronte alla penale da pagare in caso di rescissione contrattuale.

E già non tardano ad arrivare i commenti. Il primo è del portavoce della Rete No Ponte e candidato alle prossime elezioni regionali, Luigi Sturniolo: “Dopo i 500 milioni già spesi negli anni per realizzare modellini e convegni, il Consiglio dei Ministri di ieri ha previsto l’ultimo regalo da fare alle imprese. In perfetta continuità con i governi precedenti, vengono tolte risorse alle casse pubbliche per regalarle a imprese private che succhiano la linfa vitale dei territori senza restituire nulla se non devastazione e inquinamento. La partita del Ponte sullo Stretto va chiusa, questo è chiaro. Bisogna chiudere il carrozzone inutile che corrisponde al nome di Stretto di Messina Spa. Bisogna cancellare il contratto con Eurolink, ma, ciò che è più importante, non bisogna riconoscere alcun debito e alcuna penale. Dovrebbero piuttosto essere risarciti il territorio e i cittadini per il maltolto e per essere rimasti “appesi” per anni ad una prospettiva assolutamente impossibile. Quei 300 milioni destinati dal Consiglio dei Ministri a pagare la penale devono essere destinati ad avviare i cantieri che ci servono. Ci battiamo da anni contro le speculazioni e le devastazioni a danno del nostro territorio. Lo faremo ancora. Non permetteremo che anche un solo euro venga regalato ancora ai pescecani dell’appalto pubblico. Saremo nuovamente in piazza e lo faremo con ancora più rabbia".

Per il responsabile Green economy del Pd, Ermete Realacci, si tratta di una buona notizia: "Questa opera si avvia ad uscire definitivamente di scena. Costoso e inutile, il Ponte sullo Stretto non è mai stata una priorità del Paese, nè tantomeno un'opera per lo sviluppo del Mezzogiorno, che ancora soffre di una drammatica e cronica mancanza di infrastrutture basilari come strade e ferrovie e non ha certo bisogno di faraoniche e dispendiose megastrutture"

(Ma. Ip.)