Città Metropolitane, Messina accorperà 13 comuni da Roccalumera a Saponara

Dopo l’abolizione delle Province (che sta causando non pochi disagi legati al fatto che la riforma non è ancora varata e le vecchie competenze non ancora affidate ai Comuni e servizi come il trasporto e l’assistenza agli studenti disabili non possono essere erogati) la giunta Crocetta passa ad un altro taglio, quello che riguarderà 52 comuni siciliani che confluiranno nelle tre Città Metropolitane (Palermo, Messina e Catania). Il ddl è stato varato ieri dalla giunta e dovrà transitare dall’Ars, non si sa con quali esiti. A fine settembre intanto protesteranno a Palermo i sindaci di tutti i piccoli Comuni a rischio accorpamento.

Le Città Metropolitane ingloberanno una serie di comuni (che saranno trasformati in municipalità) e dovranno gestire alcuni settori attualmente di competenza della Regione, come la gestione dei rifiuti, i beni culturali, i fondi europei e l’ edilizia popolare. La bozza Valenti, che riguarda l’intero riordino del settore, comprese le Province e l’accorpamento (e cancellazione) dei piccoli comuni (circa 200) è già al centro di una serie di polemiche e difficilmente resterà senza modifiche fino al voto. Alla città metropolitana di Palermo saranno accorpati 20 comuni, a quella di Catania 19. Per quel che riguarda Messina, saranno accorpati 13 comuni, dalla zona jonica a quella tirrenica. Tra questi, ad esempio, Roccalumera, Villafranca, Rometta e Saponara.

Le tre città metropolitane diventeranno una sorta di insieme di municipalità. I comuni inglobati non spariranno, ma saranno trasformati in municipalità all’interno delle quali i cittadini eleggeranno i presidenti dei consigli di municipalità e il sindaco, su modello di quanto avviene a Parigi o a Bruxelles. La città metropolitana avrà anche un sindaco e una giunta, anche in questo caso in base ad elezione (probabilmente si chiamerà governatore della municipalità). Non si comprende bene come, nel caso di Messina, ad esempio, o di Catania e Palermo, appunto città metropolitane, si debba procedere (e quando) all’elezione del sindaco della città metropolitana, dal momento che i primi cittadini ci sono già. Il testo del disegno di legge comunque deve ancora superare lo scoglio dell’Ars, della Commissione competente, delle proteste degli amministratori e dei Comuni declassati e infine arrivare al vaglio del Commissario dello Stato. C’è tempo per lavorare di lima, di confronto e di forbici. Nel frattempo Figuccia, PdS commenta ironicamente: "Crocetta fa come Mussolini, cancella i problemi per decreto. Vuol far sparire i problemi dei Comuni semplicemente cancellando i Comuni e mettendo la polvere sotto il tappeto".

Rosaria Brancato