maltempo

Breve ma intensa gragnolata a Messina sud e nevicate a bassa quota, gli effetti dell’aria polare

I +23°C di massima registrati nella giornata di ieri sono ormai un lontano ricordo, per buona pace di chi già pensava ad un anticipo di primavera. Ora a livello del mare ci sono appena +10°C +11°C, in ulteriore abbassamento nelle prossime ore. E’ bastato un rallentamento dei tiepidi venti atlantici, con conseguente ondulazione del “fronte polare” (linea di demarcazione fra l’aria fredda polare con quella calda che sale dai tropici), per far affluire un refolo di aria fredda, di lontane origini canadese, fin sul bacino centrale del Mediterraneo, sotto impetuosi venti di maestrale e tramontana.

Dopo il passaggio del fronte freddo stamani il progressivo afflusso di aria, via via sempre più fredda in quota, sopra la più mite superficie del basso Tirreno, ha favorito lo sviluppo di nubi cumuliformi in aria fredda, cariche di precipitazioni solide, con fiocchi di neve sopra i 700-800 metri, e rovesci di grandine piccola e gragnola (o graupel) fino al livello del mare. Nelle prossime ore, con l’afflusso della parte più intensa del nucleo di aria fredda polare (ma “continentalizzata”) dai Balcani la quota neve subirà un ulteriore abbassamento, specie fra i Nebrodi, sull’Etna e sui Peloritani.

Nella mattinata di oggi diverse “gragnolate” hanno temporaneamente imbiancato le spiagge della costa ionica e i quartieri della zona sud di Messina. Poco dopo mezzogiorno un intenso ma breve rovescio di “gragnola”, accompagnato da raffiche di vento e attività elettrica, ha colpito la zona sud di Messina, riuscendo ad imbiancare le strade, i tetti delle abitazioni, i giardini e le campagne. La “gragnola” è una precipitazione solida tipica delle ondate di freddo che arrivano sul Mediterraneo, originando fenomeni d’instabilità atmosferica. Ma non bisogna confonderlo con la neve.

Difatti la “gragnola” (o “graupel”) è formata da “palline a bassa densità che si generano quando piccole particelle di ghiaccio (cristallo di ghiaccio, fiocco di neve o un piccolo chicco di grandine) raggiungono quella parte della nube temporalesca (cumulonembi) dove le temperature oscillano tra +0°C e -10 °C. Le goccioline liquide più piccole ghiacciano nel contatto con la particella di ghiaccio, trasformandosi in una minuscola massa rotonda e opaca con inclusioni di aria all’interno che le danno aspetto l’aspetto di ghiaccio opaco.

I forti venti settentrionali attivi sul Tirreno

La “gragnola” si forma solo dentro le nubi temporalesche, a forte sviluppo verticale, che si estendono ben oltre il livello dello “zero termico”. Si possono formare anche quando il fiocco di neve incontra uno strato un po’ più caldo, con temperature prossime allo +0°C. in questi casi il fiocco si deforma arrotolandosi su se stesso, cadendo al suolo e rimbalzando proprio come fa la grandine. Quindi, in sostanza, è un fiocco di neve “avvolto” da ghiaccio opaco. A differenza della neve che quando cade, oltre a non rimbalzare e fare rumore, si accumula su ogni tipo di superficie.

Sempre nelle prossime ore bisognerà fare molta attenzione alle forti precipitazioni nevose attese sui comprensori montuosi, soprattutto tra i Nebrodi, il versante nord-occidentale dell’Etna e sui Peloritani meridionali. La neve potrà causare dei disagi in diverse strade montane dell’entroterra, per la presenza di ghiaccio sull’asfalto. Queste entro stanotte saranno percorribili con gomme e catene da neve.