“Fuori i soldi dalla politica”: il Movimento 5 Stelle consegna all’Ars le oltre 10 mila firma frutto della petizione

Questa mattina il Movimento 5 Stelle Sicilia consegnerà presso l’ARS di Palermo le oltre 10mila firme raccolte in tutta la regione relative alla petizione “Fuori i soldi dalla Politica”, con cui i cittadini siciliani chiedono al Parlamento Regionale di tagliare gli stipendi dei Parlamentari ed eliminare tutti i privilegi di cui godono. Privilegi previsti dalla legge n° 44 del 1965, nata da un verbale prodotto dalla neonata Assemblea Regionale nel 1948 che doveva avere natura provvisoria e che equiparava lo status patrimoniale dei Parlamentari Regionali a quello dei Senatori della Repubblica.

“Con questo documento poniamo all’attenzione del Parlamento Regionale la necessità della riduzione dei costi della politica regionale e nello specifico chiediamo la riduzione delle indennità mensili del 70%, la riduzione dei rimborsi spese e l’eliminazione dell’assegno vitalizio, dell’assegno di fine mandato, dell’indennità di funzione, del rimborso spese per lo svolgimento del mandato parlamentare, della diaria e di tutti quei privilegi come la copertura medica per se stessi e famiglia, le spese di funerale per se stessi e famiglia e altro ancora. Ci fermiamo ma l’elenco oltre a essere lungo è anche molto imbarazzante per la quantità smisurata di privilegi tipici della casta degli intoccabili, d’altronde chiediamo solo di portare complessivamente il trattamento economico al livello degli omologhi eletti in altri Paesi europei. La politica siciliana ha un costo annuo totale di 22 milioni e 350 mila euro, con le nostre proposte il risparmio stimato in 5 anni (il tempo di una legislatura) è di oltre 70 milioni di euro, cioè oltre 14 milioni di euro l’anno”.

I sostenitori del Movimento 5 Stelle evidenziano invece che la politica si può fare senza soldi: “I nostri eletti nei consigli regionali hanno rinunciato alla maggior parte della loro indennità mensile, ma l’esempio più emblematico è il rifiuto dei rimborsi elettorali che ammonta a 1 milione e 700 mila euro per le sole regionali del 2010. La politica non deve essere considerata una professione che genera reddito, ma un servizio alla cittadinanza da svolgersi al massimo della propria professionalità e temporaneamente, per poi tornare al proprio mestiere. Se togliamo i soldi alla politica, questa diventa passione e allegria”.