Impianto crematorio, lavori al 70%. L’assessore (quasi ex) Amata, fiduciosa sui tempi di consegna

«Mi ritengo soddisfatta di quanto fatto con i miei collaboratori. Essere riusciti a ricavare oltre 25 mila nuovi posti per sepolture non è cosa da poco». Parla così l’assessore all’arredo urbano, Elvira Amata, nel giorno in cui rassegnerà ufficialmente le dimissioni all’ormai quasi ex-sindaco Giuseppe Buzzanca. La rappresentate di giunta, che correrà alla conquista di un seggio all’Ars sotto il vessillo di “Grande Sud”, traccia un bilancio di quanto fatto nel corso di questi anni di mandato amministrativo, soprattutto con riferimento alle politiche cimiteriali. Messo definitivamente in soffitta il project financing proposto dall’Ati con a capo l’Alfano Spa,che non ha esitato a presentare ricorso contro palazzo Zanca (vedi correlato), gli uffici prima diretti dal dirigente Attilio Camaioni (ora in pensione, sostituito dall’architetto Maria Canale), hanno disposto una serie di progetti di ampliamento dei cimiteri, ricavando 11.300 posti a Castanea; 3.900 a Faro superiore; 2.900 a San Paolo Briga; 2.256 al Monumentale, (376 tumuli familiari); 3.320 alla Piramide (sempre Monumentale); 459 nei restanti suburbani. Nonostante gli spazi recuperati, la mancanza di aree in cui realizzare nuovi tumuli o celle per sepolture, rimane evidente. Una soluzione, tuttavia, potrebbe giungere grazie al completamento dei lavori dell’impianto di cremazione che, secondo quanto dichiarato dalla stessa rappresentante di Grande Sud, dovrebbero terminare nei tempi previsti: ovvero fine 2012 inizio 2013. «I progettisti – afferma l’Amata – mi hanno riferito che i lavori sono giunti al 70%. Molto dipenderà dalle operazioni di sistemazione del forno. La parte esterna è completa e sono stati effettuati tutti gli impianti (idrico, elettrico, anti incendio)». L’iter progettuale è stato completato nel 2010, ma prima dell’avvio “pratico” è stato necessario attendere tutte le autorizzazioni. Il crematorio, secondo in Sicilia dopo quello di Palermo, si aggiungerà ai 50 presenti sul territorio italiano dove la pratica della cremazione rimane, tuttavia, poco utilizzata Soprattutto nelle regioni meridionali, dove alla carenze di strutture adeguate, si somma una resistenza ideologica non facile da “abbattere”. L'ara crematoria si articolerà in due “step”: un seminterrato, con ampio porticato destinato al raccoglimento e all’accoglienza, sul quale si affacceranno una cappella per le funzioni, un cinerario comune e un’ala con le nicchie cinerarie; un primo livello composto da locali tecnici e di gestione della cremazione. All’aspetto strutturale, si somma, poi, quello relativo alla gestione dell’impianto, per il quale sarà necessario predisporre un bando di affidamento. La struttura, che ricordiamo essere stata realizzata con somme del Comune, verrà disciplinata dall’apposito Regolamento comunale di polizia mortuaria e dei servizi funerari della città di Messina”, in sostituzione di quello attualmente in vigore datato 1920, che in una parte pone paletti ben precisi anche con riferimento alla pratica della cremazione. Il documento, predisposto dall’assessore Amata, dovrà essere sottoposto al vaglio del civico consesso (vedi correlato).