30 mila euro in viaggi, alberghi e ristoranti: tutte le spese di Ciacci e dei suoi esperti

Giorni di tensione per Messinambiente. A trascinare nel vortice delle polemiche la società di via Dogali e soprattutto il numero uno della partecipata Alessio Ciacci c’è da un lato la vicenda dell’affidamento di una consulenza da 31 mila euro più benefit ad una società di Raphael Rossi nata solo cinque giorni prima della stipula del contratto con Messinambiente, mentre dall’altro ci sono le spese in viaggi, vitto e alloggio che in otto mesi hanno sostenuto Ciacci e i suoi consulenti. A tirar fuori questi numeri è stato il consigliere comunale del Megafono Angelo Burrascano che ha messo nero su bianco un’interrogazione inviata anche alla Corte dei Conti per chiedere di fare luce su un tesoretto di circa 30 mila euro spesi in alberghi, viaggi e ristoranti.

Gli elenchi delle somme sono stati raccolti in due documenti prodotti da Messinambiente e che portano in calce la firma del liquidatore Alessio Ciacci, che per contratto ha l’obbligo di rendicontare tutte le somme impiegate per i cosiddetti extra e allo stesso tempo è tenuto a fornire i dati nel momento in cui un consigliere comunale fa una richiesta di accesso agli atti in virtù della possibilità di condurre attività ispettive. Si tratta di cifre ufficiali ma che non compaiono tra la documentazione pubblicata sul sito istituzionale di Messinambiente, nonostante fin dal primo giorno di questo nuovo corso per la società di via Dogali si sia sempre parlato di massima trasparenza della gestione. Al momento non si è registrata nessuna replica o chiarimento da Alessio Ciacci, l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua continua a credere fortemente nell’azione messa in campo dal liquidatore Rifiuti Zero e dalla sua squadra ma si riserva di verificare che tutto rientri nell’alveo della legittimità. Nel frattempo Burrascano ha già avviato ulteriori verifiche per avere i dettagli delle spese per capire esattamente come, dove e quando sono stati sborsati quei soldi che paga Messinambiente, dunque il Comune e di conseguenza i cittadini, che solo negli ultimi due anni hanno fatto i conti con una Tares e una Tari pesanti e odiatissime soprattutto perché tutte sulle spalle dei contribuenti. Tasse sui rifiuti che hanno prepotentemente acceso l’attenzione su quanto costa la gestione della spazzatura in città, svelando che in un anno Messina deve destinare a questo settore oltre 40 milioni di euro.

Ma andiamo a vedere più da vicino questi numeri che si riferiscono al periodo che va dal 31 marzo al 30 novembre 2014 e che hanno fatto tanto scalpore. In questi 8 mesi Alessio Ciacci, che ha un compenso lordo annuo di 61.175,86 euro, è costato altri 23.196,02 euro alle casse di Messinambiente proprio per quelle spese extra che l’amministrazione Accorinti ha deciso fin dal primo giorno di riconoscere al nuovo liquidatore chiamato da Capannori per risollevare società e servizi. Volendo fare una media si tratta di quasi 3 mila euro al mese, ma analizziamo queste somme nel dettaglio. 12.477,18 euro sono stati impiegati per viaggi e spostamenti, i dati più consistenti sono quelli rendicontati in particolare nei primi 15 giorni di giugno quando Ciacci ha speso 1.023,91 euro per muoversi da Messina, o tra il 15 e il 31 agosto dove compaiono altri 1.030,80 euro, fino ad arrivare al mese di novembre dove il liquidatore dichiara di aver viaggiato per 1.046 euro nei primi quindi giorni e altri 1.692 euro nelle ultime due settimane del mese, per un totale di circa 2.700 euro spesi solo a novembre.

Passiamo poi alla voce “vitto e alloggio” per vedere che la permanenza di Ciacci a Messina è costata 8.943,43 euro, sempre per il periodo rendicontato che va dal 31 marzo al 30 novembre. Irrisorie le somme dichiarate fino al 15 aprile, emerge che in media il liquidatore spende poco più di mille euro al mese per vitto e alloggio. Anche in questo caso spiccano dei numeri in particolare: dal 16 al 30 aprile spesi 1.004 euro, dal 16 al 31 luglio 627 euro, dal 1 al 15 settembre 747 euro, dal 1 al 15 novembre 731 euro.

Nell’elenco c’è poi la voce “ospitalità”, dunque tutte quelle che non rientrano nel vitto e alloggio, che riporta un totale speso di 1.175,91 euro. In questo caso però le cifre sono in generale molto basse, tra i 10 e i 50 euro, da luglio a novembre, mentre si attestano tra i 150 e i 200 euro nei primi mesi di questo rendiconto.

Il dato che più ha fatto discutere in questi giorni sono i 499,50 euro alla voce “pranzi/ cene di rappresentanza”, somma rendicontata al 30 giugno 2014, un periodo in cui era molto frequente il via vai da Messina di esperti e consulenti che arrivavano soprattutto dal Piemonte, dalla Toscana e dalla Lombardia.

Per i consulenti, in 8 mesi, Messinambiente ha speso 12.142,69 euro in viaggi e 4.928,50 euro in alberghi e ristoranti. Rapahel Rossi, che da marzo a ottobre ha avuto un contratto di consulenza da 35 mila euro, ha viaggiato per 6.051 euro, mentre 2.651 sono stati gli euro impiegati per dormire e mangiare. Stefano Di Polito, anche lui con contratto per quattro mesi da 13.500 euro ma per lavorare su Taormina, ha speso 2.582 euro in viaggi e 1.441 euro in alberghi e ristoranti. Per Claudio Tedeschi, amministratore delegato della Dismeco (società che si occupa della gestione di rifiuti elettrici ed elettronici) ed esperto a titolo gratuito, 566 euro di viaggi e 220 euro di alberghi e ristoranti. In elenco ci sono anche Condorelli, Gotti, Simone, Giarretti (avvocato di Alessandria, tesoriere dell’associazione “I Signori Rossi” di Raphael Rossi), Parisotto, Forzarisi, “tutti gli uomini di Ciacci” chiamati a portare esperienze e professionalità al servizio di Messinambiente e che insieme agli altri sono costati in totale 17 mila euro.

Ricapitolando tutto i numeri dicono che Ciacci in 8 mesi ha speso 23 mila euro di viaggi, vitto, alloggio e pranzi/cene di rappresentanza, mentre altri 17 mila euro sono stati sborsati per i suoi consulenti. Numeri che hanno scatenato la bufera su Messinambiente, anche se l’amministrazione comunale dal canto suo ha deciso all’inizio di non porre limiti o clausole particolari nel contratto di Ciacci che anzi prevede massima libertà di azione anche sul fronte delle consulenze. Numeri che probabilmente adesso dovranno essere verificati da chi di competenza, ma che inevitabilmente pongono un problema di opportunità viste le condizioni in cui da tempo versa Messinambiente.

Francesca Stornante