Pd e Udc blindano Crocetta. L’Espresso ribadisce: “la telefonata esiste ed è stata verificata”

Il governo Crocetta va avanti con il Pd.

Le dichiarazioni del procuratore capo di Palermo Lo Voi che anche questa mattina a proposito dell’intercettazione choc sulla Borsellino ha ribadito “la telefonata non è agli atti di alcun procedimento di questo ufficio e neanche tra quelle registrate dal Nas”, tolgono dall’imbarazzo il Pd. L'Espresso però come vedremo tra poco ribadisce: "La telefoata esiste ed è stata verificata". Dopo una giornata di “ordinaria follia”, il segretario regionale del partito Fausto Raciti, rompe il silenzio e blinda, almeno per il momento e almeno per questa vicenda il governo Crocetta.

“Questa non e' una vicenda che ha investito il Pd- ha dichiarato in conferenza stampa- ma che ha investito un gruppo editoriale, che ha investito un presidente della Regione ed e' stato smentito tutto. Mi fido di quello che ha detto il Procuratore Lo Voi. Oggi il tema non e' staccare la spina ma continuare a costruire sul dopo ed e' compito del mio partito, della coalizione e di tutti noi. Ieri e' stata una giornata brutta che ha indebolito il senso delle istituzioni e ha indebolito il senso dell'informazione di questo paese. Ne esce svilita la professione giornalistica".

Secondo Raciti non è tempo di staccare la spina perché, a quanto pare, il Pd non “è pronto al dopo Crocetta”, ovvero non ha il candidato, e pertanto l’idea è quella di navigare a vista fino all’individuazione dell’uomo giusto al posto giusto (ipotesi ardua quando si parla di Pd pronto a dividersi anche sul candidato per un condominio). Raciti si è detto perplesso in merito al comportamento di Renzi che ieri, senza contattarlo, ha espresso solidarietà a Lucia Borsellino.

Pd e Crocetta continuano il cammino insieme, non sappiamo per quanto e in che modo, visto che le dichiarazioni di esponenti del partito,da Faraone e Russo passando per Ferrandelli, tutto sembrano tranne che un idillio. Ferrandelli ha lanciato il movimento dei “coraggiosi”, quelli che non temono di perdere la poltrona ma la dignità e che chiedono un ritorno al voto. In realtà il Pd ha già blindato Crocetta nei giorni scorsi con la nomina del capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi alla sanità, al posto della Borsellino. La seconda nomina politica in giunta dopo quella dell’Udc Pistorio. I due alleati di Crocetta quindi, Udc e Pd, mettono il sigillo politico sul governo e lo blindano in piena tempesta.

A Raciti replica il deputato regionale Pd Fabrizio Ferrandelli: "Con il massimo rispetto per il segretario regionale, non credo che si possa dettare la linea politica del Pd dei prossimi mesi attraverso una conferenza stampa. Credo che vada convocata urgentemente l'assemblea regionale del Pd. In quella sede decideremo, qual è la linea del Pd e sarà la linea di tutti e non dei 24 deputati regionali del Pd che vorrebbero restare all'Ars sino al 2020, né quella decisa dai capi corrente che rappresentano un Pd di parecchi anni fa, un partito che oggi è solo un ricordo nostalgico di qualche dirigente del passato”.

Se Raciti derubrica quanto accaduto ad un fatto che “svilisce la professione giornalistica” con riferimento alla notizia che l’Espresso continua a sostenere essere vera, l’Udc non ha partecipato ai cori di ieri ma oggi ha diffuso una nota.

"L'Udc siciliano non partecipa alla polemica che si e' scatenata in seguito alle presunte intercettazioni della conversazione tra Tutino e Crocetta, attendiamo che sia fatta chiarezza. E' indispensabile, prima di prendere qualsiasi posizione, comprendere se quelle parole siano state mai pronunciate- afferma il coordinatore regionale dell'Udc Gianluca Micciche'- Occorre un supplemento di responsabilità siamo in presenza di una vicenda triste che va compresa fino in fondo. Non siamo interessati a partecipare a questa 'house of cards' in salsa siciliana. In ogni caso, crisi di governo o meno, come ha ribadito il presidente dell'Ars Ardizzone chiederemo che siano approvate prima di eventuali elezioni anticipate le leggi importanti per le quali la Sicilia non può più attendere”.

Il riferimento di Miccichè è alla riforma delle Province, la riforma più annunciata della storia. Proprio ieri era previsto l’esame del ddl-tartaruga ma è saltato a causa della vicenda ed è stato rinviato al 21 luglio. Vi è da dire che gli ultimi intoppi della riforma-barzelletta sono dovuti al fatto che si sono avvicendati ben 4 assessori agli enti locali (Valenti-Castronovo-Leotta-Pistorio). L’esame era previsto il 29 giugno, poi, alla vigilia del ritorno in Assemblea del ddl si è dimesso Leotta e la palla è passata a Pistorio (segretario regionale Udc fino al giorno della nomina). Ma ad aggrovigliare la matassa ci sono state a seguire le dimissioni della Borsellino legate all’arresto di Tutino ed all’inchiesta su Villa Sofia, la nomina del nuovo assessore e infine la telefonata choc. Insomma, le Province sono rimaste ancora al palo. Ma dopo due anni di attesa non saranno pochi giorni a cambiare la realtà di uno dei peggiori fallimenti di questa esperienza amministrativa. E che l’Udc si accorga solo adesso che sono passati due anni dall’annuncio della riforma è solo un ulteriore tassello che si aggiunge ad un quadro insanabile.

Intanto il giallo dell’intercettazione è tutt’altro che risolto.

Mentre il legale di Crocetta, Vincenzo Lo Re dichiara “Stiamo valutando tutte le azioni legali opportune e necessarie a tutelare l'onorabilità del presidente Crocetta e a risarcirlo del danno morale subito" con riferimento a L'Espresso, il direttore del settimanale Luigi Vicinanza conferma che "la telefonata tra il medico Tutino e il governatore siciliano esiste ed e' stata verificata con accuratezza nei suoi contenuti, con più fonti incrociate. E non e' la prima volta che la Procura di Palermo smentisce una nostra notizia poi rivelatasi autentica Sia chiaro: quella telefonata – orrenda, imbarazzante – esiste. Purtroppo. L'Espresso non ha inventato nulla,"non ha aggiunto nulla e non ha nascosto nulla. Ha avuto una notizia, l'ha verificata e l'ha pubblicata. Del tutto indifferente a eventuali strumentalizzazioni politiche. Ed esiste esattamente come riportato nel nostro articolo.

http://espresso.repubblica.it/attualita/2015/07/15/news/il-medico-di-crocetta-la-borsellino-va-fatta-fuori-come-il-padre-1.221361?ref=HEF_RULLO)".

"Il medico Matteo Tutino parla con il suo grande amico, il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, e pronuncia parole atroci: Lucia Borsellino 'va fatta fuori come suo padre'. Il padre e' il giudice Paolo, assassinato dalla mafia il 19 luglio 1992. Come abbiamo scritto, il governatore Crocetta non ha replicato a quelle parole – continua la nota.

Rosaria Brancato