Salvo il patto di stabilità 2011: il Tar Catania dà ragione al Comune in attesa del responso della Corte Costituzionale

Dopo tante notizie negative, finalmente una buona notizia per Palazzo Zanca. Con ordinanza 2471 (vedi allegato), il Tar di Catania ha accolto la domanda di sospensiva del provvedimento che ha incluso il Comune di Messina nell’elenco dei comuni assoggettati alle sanzioni previste dal D.Lgs. 149/2011 per lo sforamento del patto di stabilità 2011. In base a tale pronunciamento del tribunale amministrativo, il patto di stabilità 2011, sforato per circa 28 milioni di euro, è dunque salvo e insieme a lui anche i 7 milioni di euro che il Governo aveva detratto dai trasferimenti ministeriali come sanzione per il mancato rispetto del vincolo.

Con l’ordinanza del Tar, non viene a cadere solo la sanzione pecuniaria ma cadono, per meglio dire vengono momentaneamente sospesi, anche tutti gli effetti che lo sforamento del patto di stabilità avrebbe causato in virtù del decreto legge 149 e cioè: l’impossibilità per l’Ente di contrarre nuovi mutui; una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 3 per cento delle entrate correnti registrate nell'ultimo consuntivo; l’impossibilità ad impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio; l’impossibilità per l’ente di ricorrere all'indebitamento per gli investimenti o a mutui e prestiti obbligazionari senza apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l'anno precedente; l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo; il divieto agli enti di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione; l’obbligo a rideterminare le indennità' di funzione ed i gettoni di presenza con una riduzione del 30 per cento rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.

Insomma, con l’ordinanza firmata dal presidente Calogero Ferlisi e dai consiglieri Gabriella Guzzardi, e Pancrazio Maria Savasta respirano le casse di Palazzo Zanca ma anche i dirigenti e gli amministratori del Comune, che potranno gestire l’ente con meno angoscia e soprattutto meno limiti. La decisione del Tar avrà un effetto positivo anche nel procedimento in corso con la Corte dei Conti, che proprio oggi riceverà il commissario Luigi Croce ed i dirigenti Coglitore e Di Leo per analizzare la situazione finanziaria del Comune. Che, alla luce di questa novità giudiziaria, risulterà un po’ meno disastrosa.

Il primo a fare festa è l’ ex sindaco Giuseppe Buzzanca, che ha colto la palla al balzo per convocare una conferenza stampa. « Il Tar di Catania ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Messina, riconoscendo di fatto che le somme impiegate per il completamento degli svincoli Giostra – Annunziata restano escluse dal Patto di stabilità», scrive nel comunicato che annuncia l’incontro con i giornalisti, dimenticando di specificare che l’ordinanza del 7 novembre del Tar Catania non c’entra nulla con il ricorso che il Comune aveva intrapreso (presso il Tar del Lazio e non di Catania) contro la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione Civile, chiedendo l’ esclusione dal Patto di stabilità delle somme utilizzate per il completamento degli svincoli Giostra/Annunziata (vedi articolo correlato), per cui l’ex sindaco aveva prelevato dal bilancio comunale 23,144 milioni di euro, contribuendo a far sballare i conti di palazzo Zanca . E’ ovvio che la decisione del Tar di mercoledì azzera anche la questione svincoli, ma prescinde dalla singola questione e si basa esclusivamente sulla sentenza della Corte costituzionale n.178 dell’11 luglio scorso, in merito all' illegittimità costituzionale del decreto che introduce retroattivamente e con un eccesso di delega i vincoli del patto di stabilità anche per le Regioni a statuto speciale.

Il nodo della legittimità costituzionale, peraltro, è tutt’altro che sciolto, come si evince dall’ordinanza di sospensiva del Tribunale amministrativo, e sarà affrontato davanti alla Corte Costituzionale il 26 marzo 2013. (Danila La Torre)