L’Orsa contro la governance Atm: domani sciopero di 8 ore, dalle 9 alle 17

L’Orsa torna all’attacco e ci riprova. Dopo la protesta dello scorso 21 gennaio, con uno sciopero più dimostrativo che di sostanza e che non aveva fatto registrare grandi numeri, il sindacato di Mariano Massaro continua la sua battaglia contro la governance Atm e annuncia un nuovo blocco per domani. Sciopero di 8 ore, dalle 9 alle 17, per denunciare la mancanza totale di contrattazione in azienda. “Comportamenti similari sono caratteristici in ambito di aziende familiari ma non sono tollerabili in un’Azienda pubblica, dove le azioni, le informative, le promozioni, gli spostamenti, i carichi e gli orari di lavoro sono, per Legge, da concordare ai tavoli sindacali e non disposti unilateralmente come se la proprietà pubblica fosse già dismessa e concessa al privato” scrive l’Orsa che spiega di aver più volte invitata la direzione aziendale a un confronto pubblico, vista la difficoltà di relazioni.

Spostamenti del personale, chiusura dei capilinea, promozioni ad personam, distribuzione del personale, ripartizione dello straordinario, assegnazione di una turnazione fissa, con discriminazione di gran parte dei lavoratori, sono questi i punti di mancato confronto che l’Orsa mette sotto la lente di ingrandimento. “I lavoratori, seppure intimoriti dalle celate ritorsioni aziendali, chiedono unanimi alla nostra sigla di intervenire e lottare per un ripristino di legalità e giustizia. Tra questi ci sono anche i non iscritti che chiedono chi abbia sottoscritto quella raccolta firme di beneplacito consenso di cui l’azienda si fa vanto”.

“I dipendenti manifestano alla nostra sigla le loro problematiche: gli ausiliari abbandonati a loro stessi sono costretti a lavorare sulla strada senza alcuna sicurezza per supplire, senza gratificazione economica, anche la carenza di personale del corpo dei vigili e si trovano a essere coordinati da colleghi inesperti la cui promozione ad personam a parametro superiore era stata annunciata e denunciata dall’Orsa in tempi non sospetti; il personale di vendita lamenta problemi inerenti la sicurezza, il personale di verifica deve portare numeri a un’Azienda che non fa formazione e nega ai lavoratori il parametro equivalente al servizio svolto. L’autoritarismo e l’arroganza della direzione aziendale hanno innescato disparità di trattamento tra contrattisti e ausiliari riparametrati, disparità contrattuali, disparità riguardanti la turnazione, disparità persino per condurre i nuovi bus, cosicché i “protetti” si apprestano a condurre linee fisse per poi magari usufruire di straordinario, disparità riguardanti anche i “protetti” che in possesso di patente non hanno mai condotto un autobus ma sono stati imboscati da una politica becera e meschina e per mantenere tali privilegi si spendono soldi pubblici per assumere autisti con contratto a scadenza”.

Il sindacato accoglie anche richieste e lamentele dell’utenza che la domenica e i giorni festivi non trova il titolo di viaggio, con grave perdita economica per l’azienda e spiega che nonostante l’Atm abbia incrementato le corse dei tram che, grazie all’impegno a costo zero dei conducenti, dai trenta sono passati a diciotto minuti di stacco, non è in programma l’incremento del parco delle macchine tranviarie, giacché ormai rimangono utilizzabili solo sei o sette vetture. L’utenza lamenta altresì alcuni percorsi e orari che non incontrano le richieste dei cittadini e dei suoi studenti, come la corsa del “78” e del “77” che si distanziano per soli cinque minuti, per cui gli studenti di Faro Superiore, uscendo dalla scuola non riescono a prendere né l’uno né l’altro.

“Il Sindacato Orsa ha il coraggio di dichiararsi e di lottare per un trasporto pubblico locale efficiente e in controtendenza con il passato, continua ad usare la sua coerenza per far valere i diritti sacrosanti dei lavoratori. Fortemente presente fra i conducenti l’Orsa concentra la protesta nella tranvia, settore nevralgico del TPL che in ATM è sottoposto ai continui attacchi della direzione per non essersi allineato alla propaganda che dopo la prima fase del piano industriale del Direttore Foti porterà l’azienda allo sfascio definitivo”.