Addio al sogno di Brad Pitt, per il 2014 stilo l’elenco delle “cose da fare”

Nei giorni scorsi ci sono stati due fatti di grande valenza simbolica e non mi riferisco al terremoto che all’alba del 23 ci ha fatto balzare giù dal letto. Sto parlando della buca del viale Boccetta che il 26 dicembre ha “ingoiato” un cassonetto e della pioggia che ha allagato la tendopoli del Palanebiolo, comportando il trasferimento dei migranti in alcuni istituti. Entrambe sono la fotografia di Messina oggi. Guardando l’immagine del cassonetto inghiottito dall’asfalto il mio primo pensiero è stato: “Aveva ragione l’assessore Ialacqua col suo bizzarro invito a tenerci i rifiuti a casa a Natale. Evidentemente qualcuno non lo ha ascoltato e il peso dei rifiuti ha fatto crollare l’asfalto”.

La foto del viale Boccetta che cede sotto il peso del cassonetto è il simbolo di una città che lentamente sprofonda sotto i colpi quotidiani delle emergenze irrisolte. Tutto in quella foto ha valenza simbolica: il luogo, i soggetti, le modalità.

1)Il luogo: il viale Boccetta, simbolo di una schiavitù secolare ai tir che non riusciamo in alcun modo a scalfire. 2) I soggetti: il cassonetto, simbolo di un’emergenza continua, la voragine, altro simbolo di una città disseminata da buche e dove la manutenzione è tornata al fai da te, alla soluzione artigianale, all’arte del rattoppo. 3) Il momento, feste di Natale come sempre in piena emergenza rifiuti e con la stangata Tares a fronte di un servizio inesistente,costoso, antiquato. E sfido chiunque ad andare in un’isola ecologica oggi con i rifiuti, farseli pesare (…), farsi rilasciare la ricevuta che attesti col codice fiscale che quei rifiuti sono i miei e che esigo siano detratti dalla vergognosa Tares che mi tocca pagare, visto che a Natale mi sono dovuta pure tenere la spazzatura a casa.

Messina crolla sotto il peso dei suoi stessi problemi irrisolti.

La tendopoli che si allaga sembra una barzelletta. Non bisogna essere scienziati per capire che in inverno piove e a volte c’è persino bufera e che creare una tendopoli in un campo è come mettere i cartelli indicatori alla pioggia, così che in poche ore diventa una bacinella.

Di fronte a questa immagine viene l’impulso di stilare l’elenco dei desideri per il 2014: “Vorrei una Messina pulita, con strade sicure, una città che si rialza, dove i ragazzi non devono emigrare e il lavoro è un diritto e non un privilegio, i servizi pubblici funzionano e si torna a produrre ricchezza”.

Poi ho cambiato idea, quest’anno non voglio più fare la lista dei desideri, voglio scrivere l’elenco delle cose da fare.

Non è una differenza da poco. Un conto è dire: desidero che Brad Pitt nel 2014 bussi alla mia porta e mi faccia trascorrere un’ora da sogno, un conto è almeno mandargli una lettera con allegata foto e indirizzo. So bene che se gli spedisco la foto mi getto la zappa sui piedi e addio sogni, ma è proprio questa la differenza tra un desiderio e un obiettivo, sta tutta nelle cose che fai. Un conto è dire voglio vincere alla lotteria e comprarmi una villa, un altro è spedire il proprio curriculum ovunque per trovare un lavoro e acquistare un monolocale con un mutuo ventennale. E poi ogni tanto, giocare 5 euro al Superenalotto che non si sa mai…

Se sogni troppo non ti accorgi dove metti i piedi e se abiti a Messina, finisci dritto in una voragine e fai la fine del cassonetto del Boccetta.

Sognare è bello, desiderare una città migliore è favoloso, stilare un elenco di cose da fare è più impegnativo, ma realistico. Il sogno di una Messina più bella inizia da me. Se mi lamento sempre e apro la finestra e dico: “desidero nel 2014 una città pulita” e poi torno a sdraiarmi sul divano, campa cavallo…. Le cose da fare sono molto meno avvincenti ma più reali dei desideri. Ci devi mettere impegno. Ad esempio, andiamo nelle isole ecologiche e pretendiamo con tutti i mezzi, anche legali, che venga rispettata la normativa e nessuno ci prenda in giro. Anni fa sotto casa mia spuntarono le campane per la raccolta di vetro. L’intero quartiere entusiasta le riempì in pochi giorni. Quel vetro rimase lì per mesi, fin quando non portarono via le campane. Accanto c’era un furgone per la raccolta del pane duro per il canile. Non veniva quasi mai nessuno e quel furgone aperto era diventato il miglior ristorante per topi della Sicilia. Fin quando non portarono via anche quello. Non basta la mia lista delle cose da fare, ognuno deve fare la sua parte. Io inizio, poi tocca agli altri. Invece che lamentarmi della crisi potrei uscire dal cassetto quel progetto che ammuffisce da secoli, l’idea geniale da fare in cooperativa, potrei spedire curriculum, fare colloqui, decidere di mettere a frutto quel vecchio terreno dei nonni, svuotare la cantina e vendere gli oggetti, trasformare un hobby in qualcosa di altro, dedicare il tempo libero per aiutare qualcuno, tornare a studiare, specializzarmi, aggiornarmi, trovare un’idea per uscire dalla mia piccola crisi personale. Invece di guardare le stelle potrei leggere gli annunci di lavoro, invece di sfregare la lampada potrei mettermi a scrivere un nuovo libro. Piccole cose da fare per uscire dalla crisi, come denunciare l’estorsore, l’usuraio, denunciare se qualcuno vuol barattare un esame, un posto, un aiuto, con un voto, o qualcosa di simile. Le cose da fare riguardano tutti, io differenzio la mmunnizza tu differenzi lo smaltimento, io pago la Tares tu devi garantirmi il servizio, io pago la merce tu devi darmi lo scontrino, io ti ho votato, ma tu devi amministrare. Le cose da fare rispetto ai desideri sono cose che dipendono da te. Non devi guardare le stelle cadenti, devi semplicemente guardare dentro te stesso e rimboccarti le maniche. E poi può capitare la cosa più magica. Inizi desiderando che Brad Pitt suoni il campanello, ma nel frattempo impari a guardare le persone che hai intorno e scopri che è inutile aspettare che bussi alla porta perché il sogno ce l’hai in casa. Come dice il mitico Che Guevara: siamo realisti, vogliamo l’impossibile.

P.s- nell’elenco delle cose da fare ce n’è una da non fare più. Non mettetevi dietro la porta di un politico in attesa che realizzi il vostro sogno. Se lo fate sappiate che, qualsiasi cosa vi dica, avete realizzato il suo, siete diventati la merce di scambio, il suo regalo di Natale. Voi siete il suo obiettivo che si realizza.

Rosaria Brancato