Primo stop del Tar alla Tares. Intanto cresce la rivolta dei sindaci

La rivolta anti-Tares attraversa lo stivale e assume le forme del ricorso al Tar (nei giorni scorsi il Tribunale amministrativo di Reggio Calabria ha accolto le richieste dei No Tares di Siderno) o della protesta dei sindaci che dall’Emilia Romagna alla Puglia non ci stanno a passare per “esattori sanguinosi” e preparano manifestazioni a carattere nazionale.

Protestare dunque si può. Iniziamo con il primo stop del Tar alla Tares.

Il 9 gennaio il Tar di Reggio Calabria ha ordinato all’amministrazione comunale di Siderno una relazione dettagliata sul servizio di raccolta dei rifiuti svolto nel 2013.

Nei mesi scorsi erano state associazioni di consumatori e cittadini, imprenditori, commercianti e confederazioni a rivolgersi al Tribunale amministrativo, contestando l’assoluta mancanza di corrispondenza tra la Tares applicata e il servizio reso, esponendo le gravissime disfunzioni che si erano verificate nel servizio raccolta rifiuti nell’anno 2013, evidenziando che “la normativa vigente impone di rapportare le tariffe al servizio offerto”.

L’articolo 14 del decreto legge 201/2011, istitutiva della Tares, al comma 20, fa esplicito riferimento alla possibilità dei Comuni di rapportare le tariffe al servizio e quindi tenere conto dei disservizi e dei disagi, ai fini della riduzione fino al 20% della soglia massima.

I giudici amministrativi di Reggio (Ettore Leotta, Presidente Estensore, Caterina Criscenti, Consigliere, Valentina Santina Mameli, Referendario), hanno quindi richiesto: “alla Commissione Straordinaria presso il Comune di Siderno la produzione di una relazione dettagliata (sottoscritta anche dal Segretario Generale e dal Dirigente responsabile della gestione rifiuti) in ordine agli eventuali periodi – nel corso dell’anno 2013 – di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi, che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”. L’udienza è fissata per il 5 giugno 2014.

Il nodo centrale della questione è quindi la corrispondenza tra l’importo delle tariffe e l’efficienza del servizio. Il Tar richiede una relazione proprio alla luce della domanda che tutti si pongono: ma come è possibile che il servizio costi così tanto se non è all’altezza? Le carte del servizio di Siderno finiranno quindi sotto la lente d’ingrandimento della magistratura.

La rivolta dei sindaci anti-Tares

Nel frattempo si fa strada la protesta dei sindaci che contestano la Tares e che il 29 gennaio batteranno i pugni in sede Anci per poi passare alle manifestazioni di piazza.

Nei giorni scorsi 29 sindaci della provincia di Taranto hanno annunciato battaglia: “Siamo stanchi di essere visti dai cittadini come sanguinari esattori solo perché rispettiamo i dettami provenienti da Roma”. Dal sindaco di Ginosa, Vito De Palma, al sindaco di Sava, Dario Iaia l’invito è alla compattezza, e il sindaco Lizzano, Dario Macripò, aggiunge: “è arrivato il momento di protestare fino anche alla disobbedienza contro uno Stato che, tassando indiscriminatamente i cittadini e bloccando i fondi promessi all’indomani dell’alluvione, è diventato immorale”.

Il primo cittadino di Caserta, Pio Del Gaudio, protesta contro l’Anci ritenuta troppo morbida con il governo: “Le scandalose maggiorazioni Tares e Imu che i cittadini dovranno versare testimoniano l’assoluta disattenzione del governo nazionale nei confronti dei Comuni”.

Da mesi poi ben 23 sindaci del territorio reggiano hanno chiesto a governo e parlamento di azzerare gli incrementi delle tariffe

“Noi sindaci- dice Mauro Bigi, sindaco di Vezzano- facciamo la parte di quelli che tassano ulteriormente i cittadini, tanto le famiglie quanto le imprese stremate, per poi riversare la somma aggiuntiva nelle tasche di qualcun altro».

Al suo fianco anche i sindaci di Scandiano, Bagnolo, Baiso, Brescello, Busana, Cadelbosco Sopra, Campegine, Casalgrande, Casina, Castellarano, Castelnovo Sotto, Collagna, Correggio, Fabbrico, Gualtieri, Montecchio, Quattro Castella, Reggio Emilia, Reggiolo, Rio Saliceto, Rubiera e Viano.

Il sindaco di Palazzuolo sul Senio, Cristian Menghetti, dice la sua: “La Tares è un incubo non solo per chi la deve pagare ma anche per chi la deve applicare”.

In Sardegna i sindaci dell'area metropolitana di Cagliari insorgono e annunciano una primavera di fuoco: "Ormai siamo additati come degli esattori – spiega Cristiano Erriu, sindaco di Santadi – siamo pronti a scendere in piazza insieme ai cittadini per denunciare la situazione che per i Comuni é diventata insostenibile". A rincarare la dose ci pensa il collega di Cagliari, Massimo Zedda: "Con la Iuc, le cose non potranno che peggiorare: verrà vanificata l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa e la tassazione aumenterà del 20 per cento. La normativa vigente impedisce di attenuare la tassazione, anche se il Comune di Cagliari ha costituito un fondo di 1,8 milioni di euro per abbattere la Tares di famiglie e imprese". Con loro anche i sindaci di Quartucciu, Pula, Sarroch, Sinnai e Assemini. "É una situazione insostenibile e vergognosa – ha detto Walter Cabasino, sindaco di Pula – che ti porta a restituire le chiavi perché non si riesce ad amministrare".

Nel parmense il sindaco di Berceto, Luigi Lucchi, per protesta si è spogliato davanti al Quirinale contro “lo scippo dello Stato che si nasconde vergognosamente dietro i sindaci. Una tassa comunale eterodiretta dal Governo che scippa 30 centesimi a mq, sottraendoli ai Comuni. Un pizzo.Nonostante questo l’esasperazione dei cittadini, del tutto legittima è indirizzata, unicamente e ingiustamente, verso i Sindaci”.

In piazza anche i sindaci del veneziano e del trevigiano, che minacciano di uscire dall’Anci, mentre il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha fatto un appello a Letta. Il collega di Arcola, Livio Giorgi tuona “contro la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. In Sicilia, ad Acicatena, il primo cittadino Maesano ha scritto da tempo una lettera al governo e a Napolitano sottolineando i rischi di una vicenda che “crea tensioni che potrebbero sfociare in problemi di ordine pubblico”.

Di giorno il giorno il fronte No- Tares aumenta, anche tra gli amministratori locali, costretti dal governo ad applicare una tassa vissuta dai cittadini come esosa e ingiusta, soprattutto là dove, come a Messina, non se ne vedono i risultati in termini di servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Rosaria Brancato