“Caso”Careci, paradigma dell’idillio finito tra Tomasello e Navarra

Un tempo amici, oggi nemici. Un tempo rettore e prorettore, oggi sfidanti a distanza nella corsa all’ermellino. I protagonisti della storia che stiamo per raccontavi sono l’attuale magnifico Francesco Tomasello ed il suo ex pupillo Pietro Navarra. Se a questa storia volessimo dare un titolo non potrebbe che essere “c’eravamo tanto amati”: e già perché il rapporto un tempo idilliaco tra i due si è via via deteriorato sino ad arrivare ad una contrapposizione netta, che li mette uno contro l’altro e ormai senza troppi misteri dinanzi all’opinione pubblica.

Ma qual è stata la causa che ha incrinato il rapporto tra i due? Secondo i beninformati, l ‘ambizione sfrenata e l’eccesiva voglia di autonomia del professore di economia non è risultata particolarmente gradita al Magnifico, incline -in questi 9 anni di governo – ad avocare a sé ogni potere gestionale e decisionale e quindi poco propenso a lasciare troppa libertà di manovra ad altri soggetti, magari investiti di potere ma solo per ricavarne più consenso personale e non per renderli realmente autonomi e totalmente svincolati dalla più autorevole figura del rettore. Una forma di “sudditanza” che, a un certo punto, Navarra ha cominciato a rifiutare, avviando un percorso indipendente per la candidatura a rettore, non in continuità ma in discontinuità con chi lo aveva nominato prorettore.

Una fuga in avanti mal digerita da Tomasello, che si è impegnato da subito a mettere in atto la controffensiva più efficace per sbarrare la strada del rettorato al “figlio ribelle”. Ebbene, l’ultima mossa è stata certamente quella di “sponsorizzare” la candidatura di Giacomo Dugo, che con Navarra aveva siglato un “patto elettorale”, andato ovviamente in frantumi. Ma c’è anche un’altra mossa risalente ai mesi scorsi , che ha avuto poco clamore ma potrebbe avere un peso specifico sul risultato delle elezioni, e cioè «lo smantellamento del Careci»,di cui Navarra ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del suo programma (vedi articolo a parte).

Il CARECI (Centro Attrazione Risorse Esterne e Creazione d’Impresa) è un centro autonomo di spesa istituito dall’Università degli Studi di Messina nel giugno 2009 per consolidare e potenziare un forte rapporto tra l’Università ed il territorio e favorire le relazioni con Enti, Imprese e Centri di Ricerca. Al vertice di questo organismo c’è il professore Michele Limosani , fedelissimo di Navarra, il quale tra l’altro aveva contribuito alla nascita del CVareci in qualità di prorettore con delega al bilancio. In questi anni, il Centro si è fatto promotore di numerose iniziative finalizzate all’attrazione di risorse utili ad attuare la politica scientifica ed imprenditoriale dell’Ateneo, gestendo ingenti somme di denaro. Inizialmente considerato dal rettore organismo d’eccellenza dell’Università di Messina, di cui andare fiero, ad un certo punto – quando la frizione con Navarra era ormai acclarata – è diventato ai suoi occhi un centro di potere da indebolire « Il Careci, osannato in precedenza dal rettore lo si è voluto smantellare per la sua portata elettorale», ha ammesso Navarra in conferenza. E così, i finanziamenti che prima venivano gestiti autonomamente dal Centro sono passati sotto il controllo diretto dell’Università. E, quindi, al momento sotto il controllo di Tomasello. Il “caso” Careci sembra essere davvero il paradigma dell’idillio finito tra Tomasello e Navarra, adesso impegnati in una estenuante prova di forza di cui si conoscerà il vincitore dopo le elezioni, ormai alle porte . (Danila La Torre)