I Renzi boy’s di Messina: “Le primarie sono strumento di partecipazione”

“Sappiamo che stiamo facendo un salto senza rete, ma crediamo in questo partito e nell’importanza della partecipazione”, Alessandro Russo e i suoi compagni di viaggio del Pd sanno bene che oltre ad essere un salto senza la rete, saranno in tanti ad approfittarne per tentare d’impallinarli, ma ormai il dado è tratto.

Alessandro Russo (presidente V quartiere), Filippo Cangemi (segretario Circolo Pd Messina-Libertà), Francesco Palano Quero (presidente IV quartiere) e Giacomo D’Arrigo (consigliere comunale Nizza di Sicilia) hanno presentato alla stampa la nascita del Comitato per le primarie, per Matteo Renzi e per Messina.

I quattro non sono affatto “di primo pelo”, ma da anni militano nel Pd in ruoli a contatto con la gente e con il territorio, conoscono gli umori e i malumori della base, soprattutto dopo le recenti e meno recenti scelte del partito a livello regionale e locale. Si son guardati negli occhi, hanno valutato i pro e i contro e si son detti “e salto nel vuoto sia…”, è ora di cambiare. Quindi via libera al Comitato per le primarie chieste da Renzi, che con il camper da novembre girerà l’Italia e farà tappa anche a Messina. “Le primarie- ricordano i quattro- sono una scelta fondante e legittima del partito e se realizzate con serietà coinvolgono la base, selezionano le scelte programmatiche migliori e i migliori candidati”.

Il concetto quindi deve essere esteso anche a Messina in vista delle amministrative del 2013, in un clima che vede una strana alleanza con l’Udc che fino a stamattina continua a stare con il Pdl nella giunta di Ricevuto. Da qui la richiesta di primarie allargate all’originario centrosinistra, se davvero, per dirla alla Nanni Moretti: “il Pd a Messina vuol fare qualcosa di sinistra”

“Abbiamo predisposto un documento che sottoporremo all’attenzione del partito e che comporta la nascita del Comitato per le primarie per Renzi- spiega Filippo Cangemi- e sosterremo i sei quesiti referendari interni al partito”.

I sei quesiti sono: alleanze che guardino a sinistra (…), avviare un dibattito sui matrimoni gay (anche a costo di far venire un coccolone alla Bindi), avviare una riforma fiscale che utilizzi coraggiosamente anche il termine “patrimoniale”, vietare le candidature ai condannati, istituire il reddito minimo garantito.

“Noi non vogliamo rottamare le persone, ma le cose- sottolinea Giacomo D’Arrigo- quel che manca oggi è la carenza di partecipazione, mentre invece la gente vuol sapere, conoscere, essere coinvolta e non restare fuori dalle decisioni dei partiti”.

Ad esempio la scelta del Pd di sostenere energicamente (e con uomini in giunta) il governo Lombardo, nonché quella successiva di scartare Crocetta prima per poi abbracciarlo solo dopo il salto in avanti di D’Alia ed ancora stringere un patto con l’Udc che inizia oggi per continuare fino alle elezioni. Tutte scelte che la base non comprende e che gli stessi militanti del partito hanno accettato per quella che è stata definita una sorta di “ragion di stato” non condivisa.

“Deve cambiare il metodo- spiega Francesco Palano Quero-perché il sistema della cooptazione non funziona più, è superato dai tempi e dalla società. Quanto all’appoggio al governo Lombardo eravamo contrari, ma speravamo così facendo di poter fare le riforme e rompere l’unità nel centro-destra. Se il secondo obiettivo è stato raggiunto il primo no. Si è appena chiusa un’esperienza fallimentare e questo è stato un gravissimo errore del Pd”.

Non vogliono essere chiamati “rottamatori”, ma avrebbero auspicato un’apertura in occasione delle regionali che non c’è stata, come dimostra una lista blindata che non lascia spazio, per come è stata costruita, a nessuna forma di rinnovamento. E i venti che soffiano lasciano presagire che certi copioni si ripeteranno anche per le amministrative, con l’aggravante che l’Udc , notoriamente aliena alle primarie e notoriamente non appartenente alla sinistra, potrebbe decidere di imporre un candidato a prescindere da quel che pensa il Pd.

“ In questo caso dovremmo riflettere tutti su un Pd che dice una cosa e ne fa un’altra- risponde Alessandro Russo- L’alleanza con l’Udc che alla Provincia è in giunta col Pdl dovrebbe essere discussa nel partito e non data per scontata. Le primarie sono uno strumento essenziale per il futuro del partito e crediamo che l’impegno quotidiano non debba essere ostacolato da logiche di partito interne e a discapito del merito”.

E se il Comitato sosterrà Matteo Renzi a livello nazionale è chiaro che sul piano locale farà scendere in campo le energie più giovani. “Siamo convinti che la gioventù ideale e non anagrafica costituisca un valore essenziale per l’affermazione di un Pd in linea con la società italiana”.

Per D’Arrigo, Cangemi, Quero e Russo nessuna alleanza nessuna ragion di stato può giustificare la mortificazione di un principio intoccabile per il Pd quali le primarie.

I messaggi li hanno lanciati, diretti al leader del Pd a Messina Francantonio Genovese ed all’attuale alleato del Pd, Gianpiero D’Alia.

“Per poter volare veloce come il pensiero e dovunque tu voglia devi partire pensando di essere già arrivato”, conclude Francesco Palano Quero citando Richard Bach. Il salto l’hanno fatto, lanciandosi senza paracadute, la battaglia per il rinnovamento alle regionali l’hanno già persa, anche perché hanno iniziato tardi, ma per le amministrative ci sono almeno otto mesi.

Rosaria Brancato (foto Dino Sturiale)