Teatro Vittorio Emanuele: non ci sono più soldi. Salta il “1952 a Danilo Dolci”

L’Ente Teatro Vittorio Emanuele non ha più un euro in cassa e, quel che è peggio, le nuvole all’orizzonte sono nere come la pece. Salta pertanto lo spettacolo “1952 a Danilo Dolci”, in programma alla Sala Laudamo dal 3 al 5 maggio. E’ quanto si legge in un comunicato stampa che sottolinea come, stando al previsionale l'Ente Teatro di Messina non possa più impegnare somme. “Sarà poi da decidere la prosecuzione o meno delle stagioni. È stato rinviato a data da destinarsi lo spettacolo "1952 a Danilo Dolci" che avrebbe dovuto chiudere il cartellone Paradosso sull'Autore”.

In realtà la situazione del Vittorio Emanuele in questo momento è molto simile a quella di tutti i teatri dell’isola. Il Bilancio attualmente all’attenzione dell’Ars infatti è solo lacrime e sangue e tra i tagli principali prevede anche quelli ai teatri siciliani. La differenza con le altre realtà di Catania e Palermo è però che l’Ente dello Stretto era già in una situazione a dir poco drammatica e le nuove sforbiciate non solo renderanno impossibile la prosecuzione della stagione ma mettono a definitivo rischio anche le successive. Insomma, stando così le cose il Teatro Vittorio Emanuele rischia di chiudere battenti sin dalle prossime settimane.

“ La decisione di rinviare a data da destinarsi lo spettacolo alla Sala Laudamo- si legge ancora- si è resa necessaria nell'attesa che l'approvazione della legge di bilancio regionale faccia chiarezza sul futuro dell'Ente Teatro di Messina e delle altre istituzioni culturali siciliane. Il finanziamento inserito nel previsionale, infatti, non consente di poter impegnare altre somme nel bilancio dell'Ente. Dopo l'approvazione del bilancio della Regione, che deciderà il futuro dei teatri dell'Isola, il CdA dell'Ente potrà decidere se esiste o meno la possibilità di continuare con lo svolgimento delle stagioni programmate dopo il musical “Frankenstein Junior”, regolarmente in scena”.

Le speranze sono ridotte al lumicino anche perché l’Ars, alle prese con le casse desolatamente vuote, sta tagliando tutto il possibile. La deputazione di ogni partito sta cercando di portare “acqua” ai diversi mulini territoriali ma il governatore è stato chiarissimo: nessuna guerra di campanile sarà consentita. In questo quadro sembra davvero difficile che arrivi ossigeno al Vittorio Emanuele ed il destino sembra ormai segnato.

Rosaria Brancato