Cronaca

Calcestruzzo depotenziato al porto di Messina, tutti assolti

Tutti assolti perché il fatto non sussiste. Il calcestruzzo usato per i lavori ai moli Vespri e Colapesce al porto storico di Messina non era depotenziato. Così ha stabilito il Tribunale di Messina nei confronti di dieci imputati, tra imprenditori e funzionari, e della società Tecnis di Tremestieri Etneo, che aveva realizzato i lavori. I reati ipotizzati erano truffa e frode.

Gli assolti sono i dirigenti del colosso delle costruzioni, Concetto Bosco Lo Giudice e Domenico Francesco Costanzo, l’ex procuratore speciale Daniele Naty e il direttore tecnico Danilo La Piana, la rappresentante della società che ha realizzato i pali di fondazione, Carmelita Fangano, Francesco Bosurgi, ispettore di cantiere per il Genio Civile opere marittime, Fabio Arena, funzionario dell’ufficio tecnico e opere marittime per la Sicilia e direttore dei lavori, Rosario D’Andrea, presidente della commissione di collaudo e collaudatore statico, Antonino Giannetto e Vincenzo Silvestro, fornitori del calcestruzzo sotto esame.

I lavori di allungamento dei due moli furono appaltati nel 2005 dall’Autorità Portuale e completati nel febbraio 2010: 15 milioni di euro per moli della lunghezza di 455 metri in tutto.

Le indagini erano invece partite nel 2014 dopo una segnalazione sulla Tecnis, capogruppo e mandataria dell’associazione temporanea di imprese comprendente Cogip Srl, Sigenco Spa e Silmar Srl, e delle ditte messinesi Presente Calcestruzzo e Sv Costruzioni, incaricate della fornitura del calcestruzzo.