La febbre del sabato sera contagia il consiglio: la Tari è servita. Eller e Ialacqua: “Scusate i ritardi”

Un’altra corsa contro il tempo. L’ennesima prova per il consiglio comunale che ha dovuto votare tutto e subito, con gli occhi quasi tappati, appigliandosi al solito e ormai immancabile senso di responsabilità. La Tari 2016 c’è. E’ stata approvata da un’aula che si è ritrovata a Palazzo Zanca in un sabato sera lunghissimo, alla vigilia del 1 maggio, con una scadenza alle porte e cinque ore di dibattito che hanno riunito anche assessori e dirigenti. Un copione ormai visto e rivisto, stigmatizzato e contestato da tutti i consiglieri che si sono ritrovati davanti un provvedimento corposo, che vale 44 milioni di euro, da cui dipendono le sorti della gestione dei rifiuti e che peserà direttamente e completamente sulle tasche dei messinesi. Perché il tributo sulla spazzatura è tutto sulle spalle dei messinesi e dal voto di questo sabato tra gli scranni dipendono le bollette che saranno recapitate a luglio, ottobre e dicembre. Nessuno però ha avuto il tempo di approfondire cosa la mole di dati e numeri contenuti in quel piano finanziario. Il Dipartimento Ambiente ha confezionato l’atto solo pochi giorni fa, la giunta lo ha esitato solo giovedì sera, i Revisori dei Conti hanno avuto meno di 24 ore per esprimere il loro parere e i consiglieri hanno ricevuto materialmente la delibera solo quando la seduta di consiglio era già iniziata. Una situazione ormai nota per chi frequenta Palazzo Zanca da tre anni, anomala per chi invece è arrivato solo da poco e si è ritrovato a dover operare in condizioni insostenibili.

Per questo l’assessore Luca Eller Vainicher ha chiesto scusa tre volte all’aula. Ha esordito proprio così, ammettendo che non è questo il modo di lavorare: «Sono il primo a chiedere scusa, questa sarà una discussione strozzata e tutto questo è indecoroso. Ci saranno mille ragioni ma così non va bene. Conosco molto bene questa materia e ciò che mi induce a scusarmi per la seconda volta con l’aula è proprio che tutto è stato fatto all’ultimo. Il fatto che questa delibera sia arrivata in giunta la sera del 29, il consiglio dei revisiori si è trovato a correre per dare un parere in meno di 24 ore e li ringrazio perché lavorano in una condizione davvero difficile. Non va bene. Come non va bene che i dirigenti Cama e Dell’Acqua abbiano dovuto dare pareri pressoché istantanei. Non voglio puntare il dito per dare colpe e responsabilità, ma è essenziale prendere consapevolezza su cosa non va. Ho messo scarponi e cingoli perché la situazione rischia di diventare drammatica. Il prossimo anno non si deve scherzare, anzi bisognerà correre come saette». Eller anche questa volta non ha risparmiato il consiglio dalle critiche, bacchettando l’aula per il ritardo con cui ha approvato pochi giorni fa le modifiche al regolamento Tari, che però nulla aveva a che vedere con il tour de force di ieri. Ma soprattutto l’assessore non ha risparmiato una dura critica dal sapore più politico che tecnico: «In quest’aula non siete tutti uguali, lo sto scoprendo pian piano. Da qualche parte l’atteggiamento è sembrato più di ostruzionismo, ma non si può giocare sugli errori degli altri perché certa politica potrebbe approfittarne e alla fine a pagare sarebbe sempre la città. Affinché certa politica non abbia spazio per creare confusione, dobbiamo fare prima e presto per tornare ad una normalità. E lo dico davvero senza voler offendere nessuno».

Entrando nel merito della Tari, Eller non ha negato l’assurdità di un servizio rifiuti di cui ci si dovrebbe vergognare, vista la condizione di sporcizia in cui versa la città, ma per convincere i consiglieri della bontà del percorso che si sta portando avanti ha innanzitutto evidenziato che votando questo provvedimento ad aprile si recupereranno cinque mesi rispetto a quanto fatto in questi ultimi anni, quando la Tari veniva approvata a settembre. Una Tari che si è abbassata dai 45,4 milioni del 2015 ai 44,1 milioni di quest’anno e che porta con se una serie di numeri positivi elencati dall’assessore: «E’ stata portata avanti una buona operazione di lotta all’evasione che ha ampliato la platea dei contribuenti. Le utenze domestiche sono passate da 95.400 a 96.900, con un aumento dei mq da 8,5 milioni a 8,7 milioni. Sono cresciute leggermente anche le utenze non domestiche, che salgono da 2,1 milioni di mq a 2.159.000 mq. Sul fronte della differenziata sono passate da 5.700 a 10.100 le utenze che hanno diritto a sgravi e sono quasi raddoppiate, da 800 a 1.400, quelle che usufruiscono di esenzioni per il compostaggio da 800 a 1400. Le utenze commerciali che invece hanno finora aderito al porta a porta sono salite a 647. Bisogna essere ottimisti».

L’elenco delle scuse è andato avanti con l’assessore Daniele Ialacqua che non ha nascosto di presentare il piano tariffario con un grande imbarazzo: «Mi assumo la responsabilità di questo ritardo in quota parte, ma chiedo scusa per questo ritardo». L’assessore all’ambiente ha poi illustrato i lati positivi del provvedimento: «L’elemento di innovazione è cge per la prima volta dal 1997 il piano economico finanziario prevede l’inserimento strutturale della raccolta differenziata in tutte le sue forme. Si basa su previsione di utilizzo di nuovi mezzi, nuovo gestore, nuovo sistema di gestione, nuove risorse. L’impatto di queste variabili vengono distribuite per tutto il corso del 2016, considerato l’avvio del porta a porta a giugno, il passaggio alla Multiservizi di Ato3 e Messambiente dal 1 luglio, un’ulteriore incremento della differenziata a novembre». Un piano che dunque si basa su previsioni per la seconda metà del 2016, considerato che le azioni che porteranno il risparmio calcolato in 1,3 milioni sono tutte da realizzarsi. E visto che in questi anni i ritardi sul fronte della gestione rifiuti hanno solo trascinato un sistema che continua a produrre disastri, i dubbi dei consiglieri sulla reale sostenibilità e veridicità di questo piano finanziario sono stati tanti. Messi in luce in particolare da Nina Lo Presti che in più interventi ha segnalato proprio il rischio che questa incertezza potrebbe riservare amare sorprese sull’ultima rata della Tari che arriverà a fine anno, visto che le prime due rate saranno esattamente uguali a quelle del 2015, con l’ultimo bollettino a saldo. Ialacqua ha provato a chiarire che le previsioni sono state fatte sulla base di dati certi, in qualche caso ottimistiche, in altri caso più prudenziali. Ad esempio c’è stata una sottostima del dato sulla raccolta differenziata che si è basato sullo scorso anno, solo in maniera precauzionale visto che si prevede un aumento degli introiti della differenziata.

Lungo e pieno di interrogativi il dibattito che la Tari ha scatenato in aula. Un fuoco incrociato di domande da parte di Mondello, Zuccarello, Sturniolo, Contestabile, Russo, Trischitta, Sindoni, Amata, su servizi effettivamente resi da Messinambiente, costi che nei piani finanziari si ripetono sempre uguali, sovraccosti che comparivano lo scorso anno e che quest’anno sembrano essere stati inseriti come spese strutturali di Messinambiente, criteri sulle riduzioni, necessità di approvare prima il bilancio di previsione piuttosto che le tariffe di un tributo.

Un emendamento di Antonella Russo che proponeva di mantenere le tariffe dello scorso anno, in quanto manca ancora il previsionale, ha rischiato di ingolfare i lavori. Alla fine la decisione di ritirarlo e dunque via dritti al voto sulla delibera che stabilisce quanto i messinesi pagheranno di Tari. In 17 hanno detto sì al provvedimento: gli Udc Franco Mondello, Mario Rizzo e Mariella Perrone, il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta, gli Ncd Daniela Faranda e Nicola Crisafi, i Dr Elvira Amata, Santi Sorrenti e Rita La Paglia, Nora Scuderi di Felice per Messina, Carlo Abbate per il gruppo misto, le accorintiane Lucy Fenech e Ivana Risitano. Nell’asse di centrodestra si sono spaccati i Progressisti democratici, con i favorevoli Nicola Cucinotta e Francesco Pagano, contro il no di Simona Contestabile. Stesso discorso per Grande Sud, che ha visto Paolo David e Benedetto Vaccarino dire sì, mentre Daniele Zuccarello e Donatella Sindoni hanno bocciato il provvedimento. I voti contrari sono stati 7: oltre Zuccarello, Sindoni e Contestabile, si sono opposti i consiglieri Pd Antonella Russo e Claudio Cardile e i consiglieri del gruppo misto Gino Sturniolo e Nina Lo Presti. Astenuta solo la presidente Emilia Barrile

Ecco tutti i perché del voto. GLI INTERVENTI

Gino Sturniolo: “Voto negativamente anche perché non c’è un piano industriale e quindi è impossibile valutare concretamente il piano finanziario. La riduzione dei costi è allegra e ottimistica perché basata solo su ipotesi che non hanno certezza di realizzazione”.

Daniele Zuccarello: “Ci troviamo a votare un atto che prevede tributi tutti a carico dei cittadini a poche ore dalla scadenza. Ci troviamo con il ritornello del senso di responsabilità. Siamo sempre nelle stesse condizioni e siamo sempre costretti a votare all’ultimo minuto. Il piano finanziario doveva essere esaminato dai consiglieri comunali. La riduzione è una falsità perché sposterete ancora servizi sulla Tasi e la pagano sempre i cittadini”.

Pippo Trischitta: “Cambiano i protagonisti ma siamo sempre all’ultimo giorno e lo stesso sarà con la delibera sui residui. Mi associo alle lamentele dei colleghi, non abbiamo potuto approfondire niente”.

Antonella Russo: “Per senso di responsabilità ho ritirato l’emendamento in cui credevo fermamente e questo mi spingerà a votare contro questa delibera. Le tariffe dovevano essere quelle dello scorso anno. Siamo all’anno zero sulla raccolta differenziata, i mezzi sono fermi a Catania e a Pace. Nel 2016 non ci sarà nessun risparmio perché passeranno ancora altri mesi. E’ l’ennesima prova della sconfitta di questa amministrazione”.

Nicola Cucinotta: “Provo molto imbarazzo, questa volta siamo al golden gol. Eller ha chiesto scusa ma non basta, deve guardare la sedia vuota accanto per rendersi conto come si va avanti in questo Comune. Il dirigente Signorelli, che è il proponente di questo atto, è andato a casa lasciandoci a votare una delibera del suo Dipartimento. Chiedo un impegno da parte vostra. Abbiamo sentito troppe chiacchiere e una responsabilità enorme ce l’ha l’assessore Ialacqua che ha portato l’amico Ciacci che si è rivelato solo un distributore automatico di slogan. Mi auguro che anche lei non sia così”.

Elvira Amata: “Non posso non considerare i tempi in cui questa amministrazione porta gli atti in aula. Eller ha condiviso con noi questa problematica ma adesso deve portarla in giunta. Negli anni ho anche pensato che fosse una strategia dell’amministrazione affinché noi non potessimo entrare nel merito delle delibere. Dal punto di vista politico non posso non evidenziare che sui rifiuti questa città non ha fatto passi in avanti nonostante la maglietta di ecologisti che hanno gli esponenti di questa giunta. Il voto dei Dr è favorevole perché altrimenti faremmo un torto ai cittadini perché sarebbero prorogate le tariffe dell’anno precedente e dovrebbero pagare di più. Tutte le responsabilità dei ritardi sono da addossare all’assessore Ialacqua”.

Mario Rizzo: “E’ un dovere aggiornare le tariffe. Mi baso sui pareri apposti sulla delibera. Dell’abitudine di arrivare in zona Cesarini ormai abbiamo dovuto prendere atto. In Eller vedo tanta determinazione, questo atto può essere la base da cui partire ma mi auguro che seguano i fatti. L’Udc in questo modo manifesta politicamente il suo supporto”.

Daniela Faranda: “La città deve sapere che votare questo tributo è un obbligo di legge e per noi è un’apertura di credito per Eller. Boccio l’amministrazione”.

Simona Contestabile: “Voto contrario per ragioni politiche perché, anche se l’assessore parla di atteggiamento indecoroso, per me è vergognoso ciò che continuate a fare, obbligandoci a votare e mettendo pressione psicologica. Da un punto di vista tecnico i dubbi che avevo non sono stati fugati”.

Nina Lo Presti: “Eller attinge a piene mani dallo scusario della giunta Accorinti. Con questo provvedimento delibereremo la presa d’atto del piano finanziario, ma vorrei far notare che questo piano è solo un’ipotesi di spesa, visto che manca anche il contratto di servizio. Siamo in emergenza sanitaria conclamata perché il sindaco ha utilizzato ancora una volta un’ordinanza fino al 30 giugno, strumento giuridico illegittimo. E poi, guardando velocemente i numeri salta all’occhio per esempio due costi: per la raccolta differenziata si prevede una spesa di 7,5 milioni a cui si devono sono 1,8 milioni per lo smaltimanento dei rifiuti. Tutto questo a fronte di ricavi che si fermano a 337mila euro. Mandiamola a quel paese la raccolta differenziata se questo è tutto ci che riesce a produrre.

Francesca Stornante