Figuraccia Messina, il Melfi passa 3-4

IL SECONDO TEMPO:

Lucarelli aspetta cinque minuti nella speranza che qualcosa cambi ma nulla cambia. Necessario l'ingresso di Ciccone al posto di Sanseverino e il passaggio al 4-3-3. Il Melfi è tutto chiuso e il Messina non trova sbocchi. Dopo un quarto d'ora non c'è neanche un'occasione pericolosa, anzi il Melfi colpisce in contropiede con De Vena e chiude praticamente la partita. La riapre quattro minuti dopo Madonia, su assist di Milinkovic. Esce Foresta, entra Ferri e il Messina passa al 4-2-4. L'occasione per rientrare davvero in partita il Messina ce l'ha al 66', quando Grifoni è bravo a farsi largo sulla destra, il suo cross è buono per la girata di Musacci, respinge Gragnaniello. La partita si chiude nuovamente al 74': Messina tutto riverso in avanti, Milinkovic perde stupidamente palla, lancio per Foggia che, tutto solo, batte Berardi. All'82' è ormai inutile il gol di Marseglia, al termine di una buona triangolazione con Madonia. Passa un minuto e il Messina ha un'altra occasionissima: assist di Milinkovic per Ferri, che spreca tutto solo sparando addosso a Gragnaniello. Il gol del 3-4 arriva a trenta secondi dalla fine, con Musacci, ma non serve a niente.

IL PRIMO TEMPO:

Nel primo quarto d'ora non succede praticamente nulla, poi il Melfi ha un'occasione potenziale con Foggia, che arriva tutto solo ma scoordinato sul cross in area, palla altissima. La partita si trascina su ritmi molto blandi. Il tiro di Da Silva, al 23', è una "telefonata" per Gragnaniello. Ci provano prima Milinkovic e poi Musacci, senza inquadrare lo specchio della porta. Al 33' Palumbo si fa male da solo ed è costretto ad uscire in barella, al suo posto entro Marseglia. Si passa al 4-4-2, con Grifoni, Maccarrone, Bruno e Marseglia dietro, Da Silva, Musacci, Foresta e Sanseverino a centrocampo. Il tiro di De Vena viene bloccato da Berardi, ma secondo il guardalinee la palla è finita in angolo. Proprio dal corner, lo stesso De Vena viene lasciato solissimo di tirare, un rimpallo favorisce Marano da due passi, che mette in rete. Passano appena tre minuti e, da un altro corner, la palla attraversa di nuovo tutta l'area senza che nessuno intervenga, tranne Laezza, che si ritrova la palla del raddoppio su un piatto d'argento.

MESSINA – MELFI 3-4

MESSINA (3-5-2): Berardi, Palumbo (34' Marseglia), Maccarrone, Bruno, Grifoni, Da Silva, Musacci, Foresta (65' Ferri), Sanseverino (50' Ciccone), Milinkovic, Madonia. All. Lucarelli

MELFI (3-4-3): Gragnaniello, Grea (53' Libutti), Laezza, Romeo, Vicente, Esposito, Marano (71' Demontis), Obeng, Foggia, De Vena (85' Mangiacasale), Lodesani. All. Diana (squalificato) – Destino (All. in seconda)

ARBITRO: Davide Andreini di Forlì. ASSISTENTI: Pietro Guglielmi e Daniele Colizzi di Albano Laziale

AMMONITI: 11' Grea, 45' Milinkovic, 51' Esposito, 85' Grifoni e De Vena

RETI: 36' Marano, 39' Laezza, 60' De Vena, 64' Madonia, 74' Foggia, 82' Marseglia, 94' Musacci

IL PREPARTITA:

Il Messina ospita il fanalino di coda Melfi, dopo avere sprecato la vittoria nelle ultime due occasioni, contro Akragas e Fondi, quando sono arrivati solo due pareggi. I lucani, nonostante l’ultimo posto in classifica, sono tutt’altro che spacciati, a due punti dal Taranto (che però ha una partita in meno) e a tre dalla Vibonese. Dopo un’importante rimonta, hanno rischiato di rovinare tutto cogliendo solo due punti nelle ultime quattro partite e non possono permettersi altri passi falsi. A quattro giornate dalla fine, un occhio è buttato sugli altri campi, in particolare su quelli in cui si giocano gli scontri diretti, come Taranto – Monopoli. Impegni casalinghi per Catanzaro (contro il Siracusa) e Akragas (contro la Casertana), mentre la Reggina va in casa della capolista Foggia. Lucarelli deve fare a meno, oltre che dell'infortunato Anastasi, anche dello squalificato De Vito. Convocati Rea e Mancini ma non sono in buone condizioni. Difesa a tre, con Palumbo, Bruno e Maccarrone. A centrocampo spazio per Grifoni, Da Silva, Musacci, Foresta e Sanseverino. Davanti, accanto a Milinkovic, torna Madonia.