Tra amarcord, presente e futuro. Gli obiettivi di Marra e Buonocore

Da calciatori hanno fatto faville in maglia biancoscudata, da allenatori hanno tutto da dimostrare. Quattro stagioni a cavallo tra gli anni 90 e 2000 in cui hanno contribuito a trascinare il Messina dalla serie C2 alla serie B in un Celeste che era sempre gremito in ogni ordine di posto. 13 anni dopo, Sasà Marra ed Enrico Buonocore tornano a Messina in una veste diversa e in un contesto totalmente diverso.

La squadra è in Lega Pro, che a quei tempi si chiamava serie C1, ed ha svolto tutta la fase precampionato con in panchina Valerio Bertotto, esonerato pochi giorni fa per divergenze con la società. Marra e Buonocore arrivano a meno di sette giorni dall’esordio in campionato, previsto per domenica prossima in casa contro il Siracusa.

“E’ inutile nascondere l’emozione – dice Marra -, qui ho vissuto momenti importanti. Ma da allenatore le emozioni vanno bene fino ad un certo punto, bisogna essere lucidi. Io ed Enrico siamo una cosa sola, il nostro legame è forte, le scelte saranno mie ma dopo averle ponderate insieme. Sicuramente lui potrà dare maggiori suggerimenti agli attaccanti e sulla fantasia ma io, che ho più esperienza di lui da allenatore, gli dico che di giocatori come lui non ce ne sono tanti e se pensa che una cosa sia facile può risultare difficile per un altro. Poi se riesce a ‘trasmettere’ alcune delle sue giocate ben venga. Sappiamo che qui le responsabilità sono doppie ma ci teniamo tantissimo a sfruttare quest’occasione. In questi giorni cercheremo di agire sulla testa dei giocatori, ma non faccio promesse, preferisco lavorare sul campo. Domenica dobbiamo fare una buona partita e avere un buon impatto sul campionato. Arrivare così a ridosso della gara non mi spaventa, più volte sono subentrato in corsa. Vedremo se riproporre il 4-3-3 che aveva provato Bertotto o se cambiare, in altre piazze l’ho fatto anche durante il campionato”.

Il suo passato da calciatore del Messina trasposto nel Messina di oggi: “A volte eravamo anche brutti da vedere ma non mollavamo mai ed è la cosa che proveremo a trasmettere. Quando torni dopo tanti anni e vedi che la gente ti aspetta e ti ricorda con piacere vuol dire che far bene qui lascia il segno. L’organico sarà integrato con elementi di maggiore esperienza e cercheremo di fare un campionato degno di questa piazza. Al primo approccio coi giocatori ho ricevuto la massima disponibilità, abbiamo già iniziato a far capire cosa vogliamo sotto il profilo mentale, al di là della tecnica. Il nostro Messina era sempre avvelenato, al di là delle qualità di Enrico. Io ero un buon giocatore, un operaio che è riuscito ad arrivare in serie B nonostante tanti problemi, sono un esempio importante”.

Se, però, quest’esperienza non dovesse andare a buon fine, il rischio è quello di macchiare il ricordo del vissuto da calciatore. “Sappiamo che c’è questo rischio e che ci mettiamo la faccia – prosegue Marra – ma non vogliamo sfigurare. Ci saranno momenti turbolenti ma li supereremo. Il passato non conta più, l’unica cosa che conta sono i risultati e non vediamo l’ora di stare in campo e imporre il nostro credo calcistico. Il presidente Stracuzzi è molto passionale, a volte si commettono errori per questo, ma c’è il tempo di mettere le cose a posto”.

Che è tutto diverso rispetto al passato lo conferma anche Buonocore “ma abbiamo grande voglia – afferma -, ci metteremo tanta passione. Negli anni abbiamo imparato che a Messina bisogna dare tutto, proveremo ad inculcarlo nella mente dei giocatori. Per me è la prima esperienza e sono orgoglioso di questa opportunità. Sono passati 13 anni e ancora la gente mi scrive, Messina è casa mia. Mi auguro che domenica ci sia una cornice di pubblico importante, perché abbiamo bisogno di loro. Non dico come al Celeste ma spero ci possano dare una mano. I giocatori devono capire che indossare la maglia del Messina è importante. Non è facile, ma se riesci a entrare nei cuori dei messinesi ci rimani per sempre ed è bellissimo”.

Anche per Enrico un breve momento amarcord: “Società e squadra erano una cosa unica, quando mi esponevo lo facevo perché sapevo ciò che avevo dietro e che mi sarei sbagliato di poco. Dire che avremmo vinto la finale play off col Catania era da pazzi perché se poi accadeva il contrario… Ma noi eravamo forti dentro, avevamo più voglia di loro. Solo una squadra così poteva ricompattarsi in dieci giorni dopo Avellino”. Da qui l’obiettivo di ricreare qualcosa di simile, almeno per la mentalità. “Possiamo fare un buonissimo campionato, sarà fondamentale compattarci anche nei momenti di difficoltà che verranno, senza scoraggiarsi”.

(Marco Ipsale)