Stadio Celeste, circa 125mila euro spesi dal Città di Messina per la riapertura. Trischitta ripropone l’alienazione

Un’idea che torna d’attualità. E’ quella promossa dal consigliere comunale Pippo Trischitta, che nel corso della seduta straordinaria della Quarta Commissione Consiliare di Palazzo Zanca, convocata per discutere degli interventi effettuati dalla società calcistica Città di Messina sullo Stadio -Giovanni Celeste-, ha riproposto l’alienazione dell’impianto di via Oreto. Una proposta che avrebbe convinto anche il presidente della comissione Tanino Caliò, che nei prossimi giorni potrebbe presentare una proposta deliberativa per la vendita del centrale campo sportivo.

Il vicepresidente del consiglio comunale Trischitta, nella sua idea complessiva, ritiene che i proventi eventualmente derivati dalla vendita dello stadio potrebbero essere parzialmente impiegati per la creazione di una struttura sportiva completa e all’avanguardia in grado di potere accogliere la prima squadra della città e non solo (tra l’altro in questo momento l’Acr non ha un campo di allenamento e si allena al San Filippo), da far sorgere in una zona collinare. Un percorso da intraprendere seguendo le orme di Reggio Calabria (vedi il complesso sportivo S.Agata) e Catania (in costruzione grande centro a Mascalucia). Secondo il consigliere la zona in cui sorge il Celeste risulterebbe appetibile, considerando la centralità dell’area. Nella stessa potrebbero così sorgere parcheggi, uffici, centri commerciali o culturali.

Un progetto, come molti ricorderanno, già ipotizzato in passato dal Fc Messina dei Franza, ma che non trovo mai le risposte richieste da palazzo Zanca. Tra l’altro, è giusto ricordarlo, fu proprio Trischitta a -battagliare- ripetutamente con l’attuale assessore Gianfranco Scoglio, che all’epoca sottoscrisse con gli armatori, nella qualità di City Manager, l’accordo di convenzione per la concessione dei due stadi cittadini. Ciò proprio mentre si discuteva del project financing per la creazione di un -centro polifunzionale- che prevedeva anche il mantenimento del campo sportivo, così da salvaguardare in qualche modo la finalità primaria dell’immobile comunale.

Alla commissione comunale di ieri ha partecipato anche il presidente del Città di Messina, Elio Conti Nibali, convocato per relazionare sugli interventi effettuati. Complessivamente il club nato dalla ceneri del Camaro ha speso circa 125mila euro, ai quali si dovrebbero aggiungere altre risorse per la riapertura della Tribuna Coperta. Costi che la società peloritana si è accollata pur nella consapevolezza che alla scadenza della concessione dell’impianto, lo stesso tornerà in mano proprio al Comune. E che nel caso di vendita sarebbero dunque da considerare come inutili. I componenti della commissione hanno comunque espresso apprezzamento per l’impegno e la volontà del Città di Messina, che ha fatto praticamente le veci dell’Amministrazione mettendo a norma un impianto ormai chiuso al pubblico da sei anni. Nei prossimi giorni la stessa commissione dovrebbe recarsi al Celeste per un nuovo sopralluogo, dopo quello del 14 maggio 2009 (vedi correlato in basso). La visita servirà principalmente per valutare i lavori eseguiti.

Intanto bisognerà capire se le intenzioni del duo Trischitta-Caliò avranno un seguito. Se cioè l’idea verrà considerata utile da altri colleghi e dalla giunta. Anche a voi la parola: pensate che il Celeste appartenga solo ai ricordi e possa essere abbattuto per farvi sorgere altre strutture o che l’impianto possa ancora servire?