Ultimo giorno di vacanza per il clan giallorosso che domani tornerà ad allenarsi al Celeste per preparare il delicatissimo match di domenica (se si scongiurerà lostop ai campionati per i fatti di ieri) contro i bianco-verdi dell’Avellino. Si riprende ancora una volta col morale sotto i tacchi dopo la terza batosta consecutiva, ma con una convinzione in più, che questa squadra non è da buttare via. E questo ce lo dice la partita di sabato, dove anche i vincenti avversari, hanno ammesso la superiorità giallorossa in molti frangenti della gara, soprattutto nel primo tempo. E’ troppo onesto mister Giampiero Ventura per dire banalità o ipocrisie, visto che conosce molto bene l’ambiente messinese ed ha un’ottimo rapporto con la famiglia Franza. Adesso il problema impellente è raccogliere le energie fisiche e mentali per riprendere a fare punti anche in casa. Troppo presto si era detto che il San Filippo era un bunker inespugnabile e si è pagata la presunzione. La debolezza della rosa del Messina in alcuni reparti è ben nota a tutti, anche se qualcuno ha voluto illudersi. Alle prime difficoltà in termini di assenze di organico, si doveva pagare dazio e così è stato! Tutti erano a conoscenza della panchina corta in termini di giocatori esperti e i giovani di belle speranze, non potevano supportare i momenti di difficoltà. Si è ritornati alle parole dei dirigenti che anche quando le cose andavano bene, parlavano di permanenza e ricostruzione. Di salvezza si è sempre asserito e di salvezza si può continuare a parlare senza eccessive pressioni. Sul piano squisitamente tecnico, comunque, va evidenziato con chiarezza che la partita col Pisa non è stata tra le peggiori disputate. Anzi! ma va detto pure che le congenite lacune stanno rischiando di vanificare anche i pochi pregi che pur ci sono. Analizzando i reparti, il centrocampo sembra il reparto più completo e le risorse per risollevarsi ci sarebbero perché Cordova, Coppola, Pestrin e D’Aversa sono elementi competitivi per la categoria. Non altrettanto si può dire per gli altri reparti. In difesa gli equilibri sono precari: basta un’assenza o una giornata così così, per far saltare l’intero dispositivo. Antonio Giosa e Marco Zanchi sembrano insostituibili, perchè mancando l’uno, l’altro non riesce a reggere le percussioni degli avversari, in particolar modo negli affondi verticali. Alessandro Parisi non è più quello di tre anni or sono, ormai si è capito e continua ad offrire un rendimento imbarazzante. Sugli esterni offensivi, fermo Flavio Lazzari è un deserto, mentre in avanti i numeri da ultima della classe dicono tutto. Fino a gennaio si deve per forza di cose continuare con questi uomini, ma almeno si potrebbe cambiare gioco, schemi e situazioni. Gasparin e Di Costanzo hanno mostrato in questi pochi mesi che se vogliono, possono far tirare fuori a chiunque carattere e voglia di vincere. Che si sbrighino! (nella foto i giocatori in festa. Li vorremo rivedere così al più presto)