Doveva essere la “stagione da mille e una notte”, diversificata in 5 palcoscenici (Arena di Furnari, Teatro di Taormina, Verdura di Palermo, Monte di Pietà, Forte San Jachiddu), una stagione con costi preventivati da oltre un milione di euro, e incassi ipotizzati di pari entità basati esclusivamente sui biglietti venduti (vedi articolo allegato), ed invece, pezzo per pezzo, il cartellone dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele è stato ridotto, riportando sulla terra i progetti e chi aveva li messi nero su bianco portandoli all’attenzione del Cda.
La programmazione estiva del Vittorio si dimezza dopo due sedute burrascose del Cda, una venerdì pomeriggio ed una sabato mattina, per cercare di far quadrare sogni e conti ed evitare di pagare le conseguenze per aver fatto il passo più lungo della gamba. Quel che resta della stagione ipotizzata dalla delibera di aprile è di gran lunga diverso, perché le forbici riguardano gli spettacoli di produzione del Teatro, costati all’Ente ma che adesso non andranno in tournee, e resta in piedi un cartellone “light” meno appariscente ma più realistico quanto a rapporti costi-incassi. I mal di pancia registrati nel Cda convocato prima del debutto di Comme un souvenir (vedi articolo correlato) evidentemente non erano privi di fondamento e gli scontri sono serviti a riportare i rapporti tra presidente e sovrintendente e consiglieri ad una condizione più equilibrata basata sulla condivisione e non sulla mera ratifica. Quel che resta però del cartellone da un milione di euro ed i modi con i quali si è arrivati alla rimodulazione, sono il segnale che probabilmente di errori gestionali ne sono stati fatti, tenendo conto anche della pubblicità data ad una stagione che nei fatti non sarà quella annunciata a suon di promozione e conferenze stampa. Il Cda mette una toppa, contando anche sul fatto che non dovrebbero esserci contenziosi per gli spettacoli saltati.
Ma andiamo ai tagli successivi a quelli dello spettacolo Comme un souvenir, che avrebbe dovuto aprire la Rassegna all’Arena di Furnari venerdì 26 e che invece è stato annullato due giorni prima (vedi articolo allegato). Annullata anche la replica prevista al Verdura di Palermo martedì 30 giugno.
Dopo Comme un souvenir il successivo spettacolo a saltare è un’altra produzione del Teatro, l’Amleto in programma a Taormina oggi (28 giugno), al Verdura di Palermo il 7 luglio ed 9 luglio all’Arena di Furnari. Stando al comunicato dell’Ente teatro la cancellazione si è resa necessaria “ a seguito del mancato accordo con il Parco archeologico di Taormina riguardo la data di riallestimento dello spettacolo al Teatro antico, che costituiva il perno principale dell’ interna operazione che il Teatro di Messina aveva programmato nei tre diversi luoghi”.
Stando alle previsioni dell’Ente al momento della programmazione l’Amleto (costato 96 mila euro e per il quale il Cda ha approvato un’integrazione di altri 73 mila euro per il film sull’allestimento teatrale), avrebbe dovuto incassare con lo sbigliettamento 22 mila euro a Furnari, 27 mila a Taormina e 28 a Palermo (costando altri 12 mila euro a replica), ipotesi queste che hanno indotto alcuni consiglieri ad invitare alla cautela, alla luce degli incassi finora in genere registrati. Il rischio era che ci si facesse guidare troppo dall’ottimismo.
Nel comunicato stampa del Vittorio Emanuele comunque si aggiunge che a Furnari
l’Amleto sarà sostituito con “Zelig show”, al quale parteciperanno attori dell’omonimo spettacolo televisivo, guidati da Paolo Migone. La direzione del teatro si scusa per quanto successo e informa che saranno fornite ulteriori comunicazioni sul nuovo spettacolo.
La rimodulazione del cartellone estivo dovrebbe riguardare anche altri spettacoli.
Se i primi a saltare sono stati Comme un souvenir e Amleto stessa sorte dovrebbe toccare anche ad un’altra produzione del Vittorio Emanuele, l’Antigone (in programma il 12 luglio all’Arena,l’11 al Verdura. Nel guardare i conti infatti il Cda si è visto costretto ad una serie di sforbiciate, ed alla fine, ad esempio, il mini cartellone di 8 spettacoli previsto al Verdura di Palermo (previsti 121 mila euro di costi e 180 mila d’incasso per i biglietti con un saldo ipotizzato dall’Ente di 59 mila euro), dopo la cancellazione di Micha, Amleto e Antigone, pare sia destinato a saltare del tutto.
Quanto a Furnari, dopo la cancellazione di Micha e Amleto (sostituito con un genere totalmente diverso, Zelig, passando dalla prosa al cabaret e da una produzione propria ad un acquisto) ed i tagli in programma, resteranno in piedi quelli acquistati dall’Ente in collaborazione con la Sud Dimensione servizi e per i quali gli incassi saranno divisi in percentuale (nel caso di spettacoli acquistati dalla SDS il 45% andrà alla società, nel caso di spettacoli organizzati dall’Ente la percentuale per la società sarà del 20%).
Non dovrebbero subire eccessive modifiche le Rassegne previste nei due siti cittadini, Monte di Pietà e Forte San Jachiddu.
Quel che è certo è che rispetto agli annunci iniziali strada facendo l’Ente ha aggiustato il tiro. Certo non mancheranno né le polemiche né le riflessioni alla luce dell’accaduto in queste settimane e soprattutto alla luce di una programmazione che sta rivelando tutte le sue debolezze. Soltanto le rimostranze di un Cda che si è deciso a riappropriarsi del suo ruolo, alla vigilia del debutto di Comme un souvenir hanno consentito di far emergere le criticità di un cartellone poco aderente alla capacità finanziaria dell’Ente e fin troppo entusiastico rispetto alle entrate. Nel mirino a questo punto finiranno le capacità gestionali dei vertici, dal sovrintendente Nino Saija, ai direttori artistici Bruschetta e Renzo, che questo cartellone hanno predisposto, fino al presidente Puglisi.
I vertici di un Ente si giudicano dagli atti e fin qui una stagione estiva iniziata con i primi due spettacoli in programma annullati nei tre siti individuati non può giudicarsi un successo ma un fallimento. Nel conto occorre anche mettere che Comme un souvenir alla fine è costato una bella cifra, comprensiva di laboratorio, per andare in scena solo a Messina, con due spettacoli, un incasso di meno di 12 mila euro e un terzo di biglietti omaggio come segnalato da Cgil, Uil e Fials (294 omaggi su 901 spettatori), dal momento che sono saltate le tappe di Furnari e Palermo. Stessa sorte per l’Amleto e l’Antigone.
“Questo gruppo dirigente composto da Presidente e sovrintendente- tuona Giuseppe Di Guardo, Cgil- palesa tutti i limiti nel gestire ed organizzare una stagione che sarebbe dovuta essere di rinascita per il Vittorio. Quali titoli ora per descrivere quanto accade dopo quelli che li osannavano apparsi in questi mesi? Persino uno spettacolo creato ad hoc non sono stati in grado di portare a termine. Come si giustificheranno le somme spese per la produzione affrontate a tutt’oggi? Se avessero buonsenso ed amore per la città si dovrebbero dimettere immediatamente”.
Le reazioni sono all’inizio, così come le modifiche alla programmazione. Un altro capitolo è quello della foresteria, sempre a proposito di spese finite nell’occhio del ciclone. Anche sui 3 appartamenti presi in locazione alcuni consiglieri hanno sia chiesto lumi che protestato per il metodo adottato, ovvero quello di portare le delibere a “cose fatte”, chiedendo ai consiglieri di ratificare ogni decisione.
L’idillio è finito e non è detto che nelle prossime settimane non si accendano i riflettori dell’assessorato regionale, con l’invio di ispettori regionali, ipotesi che sia alcuni consiglieri che i sindacati stanno prendendo in considerazione. Nei mesi scorsi la consigliera comunale Nina Lo Presti ha inviato due note all’assessore Li Calzi (e all’Anac) invitando la Regione ad accendere i riflettori su alcuni aspetti.
Il clima nel frattempo è diventato rovente ed il flop della Stagione da un milione di euro rischia di essere la goccia che fa traboccare il vaso.
Rosaria Brancato