“Nascere messinesi per troppo tempo ha voluto dire crescere sapendo di avere una valigia sotto il letto con la consapevolezza di dover andar via. Trascorrere gli anni senza poter fare progetti, pensare di comprare un’auto piuttosto che altro perché non sai dove sarai domani”. A vederla, esile, una cascata di riccioli neri sopra un sorriso immenso, non immagineresti mai l’energia, la determinazione e la passione che hanno portato Maria Cristina Saija ad essere la candidata a sindaco per il M5S. Non è stata una scelta a caso,perché ascoltandola, nell’incontro di presentazione nella nuova sede del movimento ad un passo da Palazzo Zanca, capisci che è la sintesi della storia del M5S a Messina, delle battaglie consumate inizialmente in solitudine in una città schiava del clientelismo e dell’apatia. Gli attivisti, la sera del 17 marzo hanno votato e con 27 voti è stata scelta lei: Maria virgola Cristina “perché questa virgola rappresenta quello che io sono, Maria per tradizione, come mia nonna e Cristina quasi di nascosto, dopo la virgola, perché piaceva a mia madre. Il mio nome è il simbolo di questa Sicilia. Dobbiamo avere consapevolezza di quello che siamo ed amare la nostra identità. Io sono orgogliosa di essere Messinese, Siciliana, Italiana. E non è affatto scontato oggi tra i giovani messinesi abituati a pensare che la nostra sia la città più brutta”. Lei lo sa bene perché quella valigia l’ha presa e riempita diverse volte ed altrettante volte l’ha riportata a casa. Stavolta è stata l’ultima “perché l’unico viaggio che voglio fare è quello di veder rifiorire questa città”. Alle spalle degli attivisti nel corso dell’incontro scorreva il video con i deputati regionali grillini che mandano i saluti, o le immagini del giorno della votazione. All’ingresso, per il buffet, tutto è biodegradabile e ci sono due cestini per differenziare i rifiuti, che domani saranno portati nell’unica compostiera collettiva della città a Villa Dante. Prima dell’incontro è stato chiesto a chi avesse posteggiato in doppia fila o negli stalli riservati di spostare il proprio mezzo. Perché la vera rivoluzione o comincia da noi, da dentro, o non comincerà mai. Alle 21.34, qualcuno dal piano di sopra si lamenta dei rumori provenienti da una normalissima conferenza stampa, dimenticando che fino a pochi mesi fa questa sede era un locale notturno. Anche questa è Messina. Ma per fortuna Messina è anche quella che ha portato un gruppo di ragazzi e non-più-ragazzi a chiudere per sempre un capitolo che ha massacrato il futuro delle prossime generazioni e provare a scrivere una storia diversa. Con la paura di sbagliare ma con il coraggio di volerlo fare. Prima della Saija è intervenuto Francesco Longo, uno dei “papà”, nonostante la giovanissima età, del M5S dello Stretto per ricordare le tappe di una storia iniziata nel 2007 in pochissimi “Questa campagna elettorale non è un punto di arrivo, è una tappa, il nostro obiettivo è attivarci, migliorare noi stessi per migliorare ciò che circonda”.
La Carta per Messina che i grillini dello Stretto hanno predisposto è fatta di pochi punti, chiari, che partono dal più evidente dei presupposti: gli interessi collettivi devono essere anteposti a quelli personali. Ma per farlo ci vuol quello che la Saija ha spiegato citando Sant’Agostino: la speranza ha due figli, uno è lo sdegno l’altro è il coraggio. “Ci hanno affamato per poi costringerci ad accettare la Raffineria, il precariato. Non posso vantarmi dicendo che Messina era la capitale dell’impero proto bizantino quando oggi è morta. Noi siamo riesumatori di un cadavere. Allora alziamoci, mettiamo guanti, turiamoci il naso e apriamo bene le orecchie e gli occhi per vedere e sentire. Non possiamo stare zitti quando Francantonio Genovese dice: dobbiamo ristabilire la normalità a Messina. Di quale normalità parla chi si è appropriato delle ricchezze e dei beni della città? Attenti alle parole, quando Genovese dice ristabiliremo la normalità dobbiamo aver paura e alzarci”. I figli della speranza, sdegno e coraggio Maria Cristina Saija, li ha fatti suoi e aggiunge “attenti, chiunque si sia alleato col Pd poi è morto. Che fine ha fatto Rifondazione?”Il messaggio è diretto anche al deputato grillino Tommaso Currò che oggi ha aperto uno spiraglio ad ipotesi di “convivenza” con il Pd.
Il candidato sindaco lo hanno scelto tra chi è stato attivista sin dal momento in cui li prendevano per appestati, una scelta analoga a quella fatta da Grillo per le parlamentarie, anche per una sorta di “protezione” dall’assalto al carro dei vincenti che potrebbe portare brutte sorprese. I curricula inviati dagli aspiranti al Consiglio comunale ed ai consigli di quartiere sono al vaglio degli attivisti che seguono criteri, punteggi, tenendo conto della competenza e di un’adesione non strumentale. Il M5S non è il nuovo ufficio di collocamento.
Ed è quanto ha chiarito Giuseppe Manfredi : “Troppe volte in questa città ci siamo dovuti piegare. Quando parliamo di precariato dobbiamo capire che è un sistema creato appositamente per gestire la vita delle persone. Dobbiamo essere invece messinesi liberi, ed esserlo sia quando cerchiamo un lavoro che quando votiamo. Io non voto una persona perché mi promette un posto, io la voto perché mi rappresenta, mi sento rappresentato da lui. Noi siamo parte del sistema e vogliamo cambiarlo. Quando parliamo di alleanze, coalizioni è come voler curare il morbillo andando dal dermatologo”. Nella città piegata da un sistema clientelare che ha reso schiave le prossime generazioni senza creare al contempo sviluppo ci sono questi giovani e questi non-più-giovani che invece il morbillo lo vogliono curare andando dal medico giusto e con la poesia dei sogni.
“Dovete sognare insieme a me- conclude Maria Cristina Saija- e sentire il profumo dei gelsomini e imparare a non arrenderci, smettere di camminare con la testa bassa, alzare la testa e guardare le stelle”.
Lei la valigia l’ha rimessa nell’armadio per non prenderla mai più e il suo sogno più grande è che i prossimi figli messinesi non debbano più crescere con quell’oggetto sotto il letto. E parlino di Messina con amore, orgoglio e passione.
Rosaria Brancato