Corradino Mineo: “Porcellum e conflitto d’interessi sono stati un furto di democrazia”

Se è capolista del Pd al Senato, e quindi matematicamente senatore, sa di doverlo al “porcellum”, ma con onestà intellettuale ribadisce che se vogliamo parlare di democrazia vera sono due le priorità: conflitto d’interesse e legge elettorale, “perché l’attuale legge è un’indecenza”. Il giornalista Rai Corradino Mineo, a Messina in occasione della presentazione dei candidati al Senato del Pd, si sofferma a parlare con gli ormai ex colleghi di un po’ di tutto, dalla novità Grillo, a Crocetta, dal ponte sullo Stretto ai trasporti. Mineo è capolista, in campo ci sono i messinesi Liliana Modica e Antonio Saitta (entrambi presenti alla conferenza stampa al Palacultura), Lucia Tarro Celi, Pippo Caliri, Maria Trimarchi, Angela Girone, Giuseppe De Francesco.

“Per me è un ritorno in Sicilia, dove sono nato, mi sono formato e ho iniziato le prime battaglie politiche- spiega Mineo- Sono abituato ad ascoltare la gente, capire la voglia di rinnovamento e la voglia d’informazione che c’è. Per questo dico che se davvero vogliamo parlare di democrazia vera i primi passi sono l’eliminazione del conflitto d’interessi e la riforma elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere chi votare. Sul conflitto d’interessi il centro-sinistra ha le sue colpe, è vero, ma Berlusconi è stato abile a dirottare l’attenzione sempre e solo sui problemi che lo interessavano. Ora parla come un comico, ma attenti, non è un comico, è l’uomo che in Italia dopo Mussolini ha governato per più tempo”.

Mineo concorda con quanto dichiarato da Bersani nei giorni scorsi in risposta all’appello di Berlusconi che proponeva “riforme insieme” ribadendo un no netto a qualsiasi forma di alleanza su progetti di questi genere, come fu la bicamerale. Le riforme il Pd le farà senza Berlusconi, e se qualcuno dei suoi sarà disponibile a fare la sua parte ben venga, ma niente inciuci, la bicamerale docet.

“Noi non vogliamo fare come il clown che sta promettendo di tutto, ora pure il Ponte sullo Stretto-prosegue Mineo- noi promettiamo cose misurate, semplici, modeste, ma vere. Parliamo di scuola, di messa in sicurezza del territorio, di trasporti, diritto alla salute, occupazione. I sindaci oggi rappresentano il Fort Apache italiano. Quindi dei pochi soldi che ci saranno, quelli andranno ai sindaci”.

Può sembrare semplicistico a prima vista, ma, sottolinea il giornalista, risolvere i due nodi del conflitto d’interessi e della riforma elettorale, è indispensabile per poter rimettere in moto la macchina, perché un Parlamento di nominati determina gravi conseguenze sul piano legislativo ed operativo ed il conflitto d’interessi cancella la libertà d’informazione ma blocca anche l’intero mondo occupazionale nell’editoria.

“Il porcellum ed il conflitto d’interessi hanno creato un furto di democrazia”. La Sicilia sarà determinante per l’esito del voto, ma il capolista del Pd al Senato si dice certo che “alle fandonie” i siciliani non credono più. E’ soddisfatto del seguito di Crocetta perché l’importante è la vittoria della coalizione di centro-sinistra e non le divisioni interne e guardando al futuro governo l’obiettivo è fare a meno dei montiani. “I siciliani mangiano pane e politica da sempre, siamo l’unica forza che garantisce la governabilità- prosegue- e per noi è importante vincere e governare con questa coalizione. In questa campagna elettorale schizofrenica la scelta di Monti di candidarsi ha creato un’arma di distrazione di massa, un tutti contro tutti che sta portando Grillo a convincere gli elettori che siamo tutti morti, quindi non meritiamo di essere votati. Ai futuri parlamentari del M5S io dico, passiamo dal siete tutti morti al: lavoriamo insieme sulle cose da fare”.

E le cose da fare per la Sicilia sono tantissime, come ricordato da Antonio Saitta e Liliana Modica, anche se le priorità sono l’assetto idrogeologico del territorio e quindi la sua tutela ed il sistema dei trasporti a brandelli.

“La verità è che i rappresentanti messinesi del centro-destra non hanno saputo difendere gli interessi del nostro territorio- sottolinea Antonio Saitta- Per anni ci hanno raccontato la favola dei governi amici e proprio quei governi amici hanno escluso e marginalizzato Messina. L’egemonia del centro-destra nella rappresentanza messinese ci ha portato a questo, alla deindustrializzazione del territorio, all’assenza di infrastrutture, all’impoverimento. Quest’egemonia è stata rotta nel 2008, adesso dobbiamo continuare in questo percorso”.

La pensa allo stesso modo Liliana Modica, che, conti alla mano auspica che in caso di vittoria saranno ben 4 i Pd messinesi ad approdare tra Camera e Senato. Da ex assessore comunale alla pubblica istruzione e da donna che ha dedicato tutta la vita alla scuola presenterà una serie di proposte per eliminare gli errori della riforma Gelmini: “Il 70% delle scuole del territorio nazionale -spiega- non è a norma. Noi diciamo basta ai tagli orizzontali, puntiamo a dare più fondi ai sindaci e a poter utilizzare l’8 per mille per ristrutturare le scuole. Proponiamo il biennio unificato per dar modo ai ragazzi di decidere serenamente il loro futuro. Impegniamoci su scuola, ricerca, lavoro. Quanto a Messina la nostra idea è quella di istituire una legge speciale che consenta di fare quello che in decenni non si è fatto con l’alibi del ponte”

Rosaria Brancato