Bersani vince le primarie. A Messina supera il 74,6% dei consensi

Il candidato Premier del centro-sinistra è Pierluigi Bersani. L’esito del ballottaggio ha affidato al segretario nazionale del Pd il compito di guidare la coalizione alle politiche del 2013. Questi i dati ufficiali: Pierluigi Bersani 60,7%-Matteo Renzi 39,2%. Il popolo del centro-sinistra ha scelto, ma quel 40% è una parte che non potrà essere ignorata né sottovalutata da Bersani. In Sicilia la percentuale di scarto, così come al primo turno, è stata più elevata: Bersani 66,3-Renzi 33,6. Forbice che si è allargata ulteriormente in provincia di Messina: i votanti sono stati 28.767. Bersani ha ottenuto 21.414 voti, pari al 74,6, mentre Renzi ha registrato 7.279 preferenze, pari al 25,3%. A Messina città i votanti sono stati 11.304, per Bersani hanno votato in 8.587, per Renzi 2.690

“Dobbiamo sinceramente ringraziare tutti, dai volontari, allo staff, ai dirigenti, ai presidenti di seggio, ai collaboratori per l’impegno dato in queste settimane senza risparmiarsi mai- ha dichiarato il segretario cittadino del Pd Peppe Grioli- senza questo lavoro di squadra non avremmo mai raggiunto questi risultati. Ma la cosa più bella è stata la grande prova di democrazia che abbiamo dato con queste primarie e con questa straordinaria partecipazione”.

Soddisfatto per l’esito del voto siciliano è stato il presidente Crocetta: “ Il dato delle primarie è la base di partenza di un percorso che dovrà portare a un grande rinnovamento del Paese che ponga alla base il rilancio dell’economia, il risanamento, una grande attenzione nei confronti dei più deboli, dei giovani, dei lavoratori e delle imprese che vogliono crescere nella legalità. Una Sicilia rinnovata, sarà accanto a Bersani nella battaglia per cambiare l’Italia”.

I vincitori sono sicuramente due: il centro-sinistra e Bersani. Queste primarie con la partecipazione registrata, con le migliaia di volontari, con i milioni di votanti, con i faccia a faccia in tv senza esclusioni di colpi ma anche senza paletti, rappresentano una vittoria, danno un’immagine netta. Sull’altro fronte, il centro-destra, il clima di caos e destrutturazione in questo momento è tale che dovrebbero farsi le “primarie” per decidere “se fare le primarie”.

“Stasera ho una grande soddisfazione- ha detto Bersani a tarda sera- l’aver creduto sin dal primo momento alle primarie. Le ho volute tenacemente e tutti ora possiamo riflettere. Il grande schieramento dei progressisti deve sempre aver fiducia nella sua gente. Questa vittoria la dedico alla mia famiglia, che ho trascurato, e ai 100 mila volontari che hanno lavorato per mesi. A Renzi voglio riconoscere una presenza forte e fresca e dirgli grazie per il contributo che ha dato per fare vivere in modo vero le primarie. Da adesso io devo fare due cose: riuscire a dare un forte profilo di cambiamento al centro-sinistra, e poi trovare percorsi e spazi per dare occasioni alla nuova generazione.”

Il segretario nazionale del Pd guarda già avanti, alla prossima sfida, le politiche del 2013, viste con gli occhi di chi la prima sfida l’ha già vinta.

“Dobbiamo alzare l’asticella per la prossima battaglia, dobbiamo vincere ma non a qualsiasi prezzo. Dobbiamo vincere senza raccontare favole. Siamo di fronte alla crisi più grave dal dopoguerra, ma lasciatemi concludere alla bersaniana: la mamma del populismo è sempre incinta quindi dobbiamo vincere con la verità”.

Da Firenze lo sfidante Matteo Renzi, che ha sfiorato il 40%, parla con la stessa chiarezza avuta sin dal primo giorno: non volevamo fare una correntina, volevamo cambiare il sistema, non ci siamo riusciti adesso spetta a Bersani fare le sue scelte e governare. Il sindaco non avvia nessuna trattativa di vecchio tipo, semplicemente lascia che sia il vincitore a decidere il da farsi, ma è chiaro che quella percentuale pesa e peserà.

“E’ bello per un under 40 averci provato- ha dichiarato Matteo Renzi- mi piace pensare che anche altri come me ci proveranno e che i padri della generazione precedente non abbiano paura di farsi sfidare, di farsi da parte. Noi siamo felici di averci provato”. Renzi ammette di aver sbagliato in alcune cose, di essere passato per “un ragazzo ambizioso” e chiede scusa ma lancia un messaggio a chi ha vinto, che è quello di riuscire a riavvicinare anche chi a votare non è andato.

“Volevamo tentare il sogno di rivoluzionare la burocrazia, sapevamo che era difficile. Ma non siamo riusciti a portare gli italiani ai gazebo, è qui che abbiamo sbagliato. Bersani ha vinto e ha il dovere adesso di parlare non solo all’Italia che è andata nei gazebo, ma anche all’Italia che è fuori dai gazebo”. Lo sconfitto si è poi rivolto a tutti i volontari ed a quanti lo hanno sostenuto, citando un altro Bersani, il cantautore Samuele: “Andando a casa siate orgogliosi di quello che avete fatto e domani in ufficio non andate con la faccia triste ma offrite gli il sorriso perché questa esperienza vi ha dato, tanto. Sono bellissime le cicatrici che ci ricordano che siamo stati felici, sono la prova che ne è valsa la pena. Questa non è la parola fine ma l’inizio”

Renzi ha chiarito che da domani tornerà a fare il militante del Pd e il sindaco di Firenze, non gli interessano le trattative per le poltrone. La palla passa a Bersani ed anche in queste dichiarazioni Renzi non segue i vecchi schemi. Da domani Bersani è in Libia per incontrare il nuovo governo, Renzi a Firenze per tornare al suo posto di sindaco, ma dopo le primarie è evidente che il Pd non sarà più lo stesso, in caso contrario si vanificherebbe il significato stesso delle primarie.

Rosaria Brancato