Lettera al prof. Vita da uno studente «disilluso»

Buongiorno Professor Vita,

ho letto recentemente riguardo alla sua candidatura a Rettore su twitter e che accetta dei consigli da giovani o studenti, così ho approfittato per condividere con Lei dei pensieri.

Io sono Fabrizio, sono uno studente e faccio parte della categoria dei disillusi, ovvero di quelli che pensano che per Messina non ci sia niente da fare. Purtroppo, a cuore piangente, mi sono reso conto che il livello di corruzione, di favoritismi e scambi di favore, di una concezione “paternalistica” piuttosto che meritocratica è talmente insita nella mentalità di ogni singolo cittadino, nell’anche economicamente detto “elemento di lungo periodo”, che estirparla , per come la penso io, è possibile solo e non prima di tre secoli, adottando la giusta politica. Forse, occorrerebbe un po’ meno tempo se adottati segnali forti, chiari e decisi.

Io, in realtà, non so se questa terra potrà mai cambiare e se con essa potrà cambiare l’università di Messina. So solo che sono profondamente stufo ed adirato. Sono stufo ed adirato perché sono dovuto scappare a diciannove anni da casa alla ricerca di ciò che tranquillamente avrei potuto avere anche qui, in una città italiana: la civiltà. Ed essere stato “strappato” alle braccia della mia terra e della mia famiglia per colpa di chi continua ad aggiogare e fare i suoi sporchi giochi nell’interesse solo e soltanto suo e di pochi altri è ciò che più mi fa impazzire di rabbia.

Sono stufo di una città senza mezzi pubblici, stufo di una città sporca, stufo di una città lasciata in bancarotta, stufo della cafonaggine e mancanza di rispetto dilagante, stufo degli abusi e dei soprusi, stufo dei buchi nelle strade, della mancata riqualificazione -e non della zona falcata, ma della intera città di Messina .

Queste ,a dire il vero, sono “stupidaggini”, “piccole cose”, perché il problema è profondamente enormemente più grosso.

Questi, però, sono dei chiarissimi sintomi che ho citato perché ogni medico discreto sa che dietro alla sintomatologia si nasconde una patologia, che a seconda della gravità dell’una riversa nella gravità dell’altra – un chiaro nesso di causalità – .

In realtà a lei importa poco, forse, cosa succede nella città di Messina, occupandosi dell’università e non essendo di suo stretto “interesse”. Io invece sono profondamente convinto che l’università, se muovesse in una direzione completamente nuova, diversa per Messina, d’esempio, costituirebbe un prodromo fondamentale per la riqualificazione dell’intera città. Credo che da essa debba partire la riforma strutturale capace di rifondare le fondamenta e costruire dei saldi principi.

Il popolo ha bisogno di avere e dare fiducia nelle istituzioni, perché attraverso solo la recuperata fiducia in esse potrà recuperare la fiducia in se stesso e in un futuro migliore. Parole buttate così, ma che celano una situazione immensa, profonda e complessa. Parte del popolo crede ,e con fondati motivi, che “studiare è inutile, tanto solo i raccomandati vanno avanti”, parte del popolo crede che “meglio scappare, qui non ho futuro”, ho sentito intelligenze dire che “questa realtà era troppo piccola per loro”, ho sentito persone dire che “loro avrebbero studiato a Messina, perché lo zio, il padre, la madre era Professore”. Tristezza, tristezza, tristezza per tutte queste situazioni.

Ma a parte la tristezza in sé delle affermazioni, parliamo delle conseguenze? Ignoranza nel primo caso, fuga di cervelli e risorse nel secondo e terzo caso, distruzione di una seppur mai esistente realtà positiva nell’ultimo caso: IL DISASTRO.

Recentemente ho avuto un’avventura al policlinico a causa di un piccolo problema. Ciò di cui mi sono accorto è che nella maggior parte dei casi c’è un padrone sovrano, tante volte assente, che comanda e tanti altri che eseguono(medici inclusi). Il problema ,specificatamente al mio reparto, era che chi comandava aveva altri impegni e nessuno aveva la possibilità di prendere in mano la situazione. La conseguenza era una ovvia anarchia, contornata da incertezza e mancanza di informazioni. Lo sbando.

E allora noi siamo stufi dei baronati che siano presenti di nome, urliamo a gran voce che vogliamo medici, professori, professionisti, collaboratori che siano presenti di corpo, anima, di professionalità e preparazione. Non vogliamo più utilizzare il cellulare per chiamare amici che ci facciano avere ciò che già anche la legge ci garantisce (in ambito ospedaliero per es. le informazioni giuste, puntuali e precise). Vogliamo capire se il medico è intra o extra moenia, per pretendere di conseguenza. Non vogliamo essere accompagnati da camici bianchi per essere trattati da uomini e non animali. Non vogliamo averne bisogno.

Controllo, trasparenza, correttezza, funzionalità, servizi, strutture utili ed utilizzabili, buona assistenza e di conseguenza informazioni, modernizzazione(tra cui l’aggiornamento e la fruibilità dei mezzi web), legalità, preparazione, rinnovamento, qualificazione delle intelligenze, confronto con altre realtà nazionalmente affermate su quanto sopra.

Noi vogliamo un futuro migliore per Messina, lo pretendiamo e se anche voi che potete fare qualcosa di concreto volete davvero un minimo di bene alla vostra città ed al popolo che ci abita e volete che Messina sia ricordata non per i medici che litigano durante un parto o per lo scandalo dei test di medicina o per i cognomi tutti uguali all’università e se volete che Messina non sia più sempre l’ultima università nelle classifiche, ma volete che riacquisti il prestigio che un tempo aveva ad esempio la facoltà di giurisprudenza, bisogna agire ora e subito, con chiare e forti ed innovative riforme.

Bisogna dare uno scossone e sono sicuro che se anche in un primo tempo potrà sembrare svantaggioso per “chi gioca ed ha giocato in casa”, in un lungo periodo i vantaggi saranno talmente tanti e anche economicamente rilevanti (come il giusto impiego e il risparmio nelle risorse o i ricavati dall’inevitabile aumento delle iscrizioni ,il ritorno dei cervelli, il taglio delle spese inutili…) da creare interessi diversi, altrettanto consistenti, ma più costruttivi e per tutti quanti. Insomma, è molto difficile e di sicuro ci vuole molto tempo, fatica e lotte. C’è gente come me che seppur disillusa, in fondo al cuore ha la speranza di sbarcare dal traghetto e vedere finalmente una città diversa.

Lei, come altri, ha la possibilità di realizzare questo sogno. Spero che i miei consigli e pensieri siano stati il più chiaro possibile.

Con l’augurio che chiunque verrà eletto tenga e voglia bene a questa città ed all’università,

i miei più cordiali saluti,

Fabrizio.