5 Stelle: “Per Triscele stesso errore di Molini Gazzi”

“Triscele come Molini Gazzi”. Un altro pezzo di storia che se ne va. Il commento, amaro, è degli attivisti del movimento 5 Stelle che in una nota ripercorrono il destino di due aziende, per certi versi simili, figlio oggi come ieri di un destino beffardo.

“La chiusura definitiva ci lascia nell’amarezza di una sorte funesta che coinvolge famiglie, lavoratori e cittadini messinesi. Alla nostra sentita solidarietà vogliamo però aggiungere la memoria: la memoria di ciò avvenne quasi 5 anni fa quando un mero “errore materiale” – così venne definito dal consiglio comunale locale nel 2008 – cambiò la destinazione d’uso di quell’area che veniva di fatto trasformata da industriale a residenziale B1. Quella storia la prendemmo a cuore (allora come oggi): quella storia si chiamava Molini Gazzi. Ci vollero far credere che un “leggero malinteso” fosse sufficiente a cancellare la storia ultracentenaria della prestigiosa Molini Gazzi che doveva quindi chiudere e cercare di dimenticare la scelleratezza della nostra amministrazione come oggi dovrebbe annientarsi la Triscele forse senza troppo rumore e memoria”.

Petizioni, incessanti richieste, lavoratori vessati, promesse non mantenute. Sono questi i fili conduttori che tengono legata la storia della Molini Gazzi alla Triscele.

“ In quel consiglio comunale del 30 luglio 2008, dove si sarebbe potuto e dovuto ovviare a quella che si definiva una “svista materiale” ma che era semmai morale, dove un vincolo avrebbe potuto salvare l’area, emerse con forza una politica messinese buddace, quanto serva del potere, facendo bocciare l’ordine del giorno nonostante si fosse esplicitamente dichiarato un attimo prima, l’assoluta intenzione di votarlo – si legge nel comunicato – Non si è neanche discusso di modifiche ed il presidente del consiglio, Pippo Previti, passa la parola direttamente a Bruno Cilento che chiede direttamente che non venga votato l’ordine del giorno. Un ordine del giorno il cui quarto punto asseriva alla richiesta di un impegno da parte dell’amministrazione di porre un vincolo alla destinazione d’uso del terreno. Con la postilla che l’opposizione era ampiamente disponibile a discutere su un’eventuale modifica alla norma ma non alla sostanza dell’ordine”.

“Ebbene fu allora che si decretò anche la sorte dello stabilimento Triscele che fu più lenta ma che anche allora si poteva evitare. La Molini Gazzi s.p.a. di ieri come la Triscele di oggi: due aziende, due stabilimenti di valore storico e di pregio architettonico; lo stesso errore morale più che materiale quindi la stessa fine – conclude la nota”.

Sulla questione Triscele interviene il consigliere comunale Paolo Saglimbeni. Chiuso un capitolo, bisogna subito passare al successivo. E il successivo per il consigliere rappresenta la produzione della birra nel territorio messinese. “Le condizioni sono favorevoli – dice Saglimbeni -, marchio storico, mercato in crescita, maestranze qualificate”. Serve un piano industriale adeguato da presentare nella riunione di febbraio che si terrà a Palermo. Il consigliere ha già in mente un socio, l’Heineken:“La strategia va costruita in sintonia con la competizione globale, totalmente agli antipodi rispetto al tradizionale assistenzialismo clientelare”. “Ma un ruolo decisivo – prosegue Saglimbeni – lo gioca la Regione che deve far sua la logica della competizione globale”. Come? “Agevolazioni sul piano della competitività, incentivi per le strutture e per i dipendenti a far parte della gestione e , soprattutto – conclude il consigliere – sposando fino in fondo, a livello nazionale, la madre di tutte le battaglie: la riduzione del cuneo fiscale”.