Minacciano e picchiano ambulanti, due arresti per estorsione

Avevano già consegnato 5mila euro. Quando i primi di gennaio non sono riusciti a pagare quanto richiesto, due ambulanti messinesi, madre e figlio di 47 e 28 anni, sono stati aggrediti. In manette con l’accusa di estorsione aggravata, tentata estorsione e lesioni personali sono finiti Santo Caleca, 44 anni e Giuseppe Villari, 33 anni, destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificatagli ieri pomeriggio dai Carabinieri della Compagnia di Messina Sud.
Nel corso delle indagini scattate alla fine di dicembre 2012, dopo diversi episodi estorsivi andati avanti per tutto il mese, i Carabinieri hanno accertato che Caleca e Villari, complessivamente, si erano fatti consegnare in più occasioni dai due ambulanti 5mila euro in contanti. E quando quest’ultimi non erano riusciti più a pagare erano stati picchiati. A causa delle lesioni subite nei primi giorni del mese di gennaio, madre figlio avevano dovuto fare ricorso alle cure mediche ed erano stati giudicati guaribili con prognosi di 4 e 6 giorni.

Il gip Giovanni De Marco su richiesta del Sostituto Procuratore, Liliana Todaro ha così emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Santo Caleca e Giuseppe Villari, che ora si trovano al carcere di Gazzi.

E il Comitato Addiopizzo Messina esprime la più viva soddisfazione e si complimenta con la Procura della Repubblica e l’Arma dei Carabinieri per gli arresti eseguiti questa mattina, con i quali si ribadisce ancora una volta che a Messina qualcosa sta cambiando nella lotta al crimine: “Il segnale è forte e chiaro per tutti: il racket delle estorsioni può essere sconfitto. Commercianti ed imprenditori che subiscono il ricatto mafioso possono uscirne perché gli estorsori vengono arrestati ed assicurati alla Giustizia. Anche nei nostri quartieri come Villaggio Aldiosio, Camaro o Giostra è possibile fermare la prepotenza e l’arroganza che costringe commercianti o venditori ambulanti a sottostare alle estorsioni. Continuiamo a rivolgere il nostro appello instancabile rivolto a quanti sono ancora costretti a pagare il pizzo perché si rivolgano al più presto alle Forze di Polizia o alle Associazioni Antiracket per denunciare le estorsioni subite”.