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Caro energia, la beffa dei ristori: a Messina pochi centesimi a famiglia. La protesta dei sindaci

Il primo a tuonare è stato, in provincia di Messina, il sindaco di Castell’Umberto Lionetto Civa. Perché dei ristori una tantum, erogati dal Governo ai comuni per far fronte al caro energia, si sono visti davvero pochi spiccioli.

Il primo cittadino del centro umbertino definisce Draghi “Elemosiniere di Stato”. Ma le briciole non sono toccate soltanto ai Nebrodi, anche tutti gli altri comuni della provincia che ne hanno usufruito hanno visto arrivare davvero poco in cassa, tra i pochi centesimi e l’euro a famiglia pro capite, in sostanza.

La più “ricca” è proprio la città di Messina, cui vanno circa 160 mila euro, ovvero quasi un euro e mezzo a famiglia. A Taormina è stato erogato un contributo di circa 93 mila euro, a Lipari 57 mila euro, a Capo d’Orlando 20 mila euro, a Barcellona pozzo di Gotto 11 mila euro, a Giardini Naxos quasi 18 mila euro, a Villafranca circa 6 mila euro, a Patti poco meno di 7 mila euro, a Nizza di Sicilia circa 5 mila euro, a Galati Mamertino circa 2 mila euro.

A Milazzo sono toccati 31 mila euro. “Un ristoro di 31 mila euro su un aumento di circa 600 mila euro la dice lunga sulla serietà di questo Governo e sul lavoro che sta facendo a beneficio di noi comuni”, commenta il primo cittadino mamertino Pippo Midili.