Adesione totale allo sciopero dei marittimi ma poche code. I sindacati rispondono alla società

Una sola nave a fare la spola tra la rada San Francesco e Villa San Giovanni, ma non si sono registrate code. E’ iniziato alle 8 di questa mattina il terzo sciopero dei lavoratori marittimi che protestano contro le condizioni di lavoro dettate da Caronte&Tourist. Condizioni necessarie, le aveva definite la compagnia di navigazione, che ieri è intervenuta sulla questione, nella persona del responsabile Tiziano Minuti, spiegando le ragioni della propria posizione e della decisione adottata. Quello intrapreso è stato definito dalla compagnia di attraversamento dello stretto come un percorso obbligato (vedi articolo correlato).

Ma i sindacati non ci stanno, nonostante l’appello di Minuti perché il confronto con i rappresentanti dei lavoratori porti i risultati sperati. Mariano Massaro, segretario generale dell’Orsa e Pino Foti, segretario generale della Filt-Cgil intervengono sulle affermazioni del responsabile della società per le precisazioni del caso.

“E’ offensivo nei confronti dei lavoratori dichiarare sommariamente che in Caronte&Tourist i salari sono doppi rispetto a quelli previsti dal contratto nazionale – ha affermato l’Orsa -. L’azienda sa bene che nel settore marittimo la parte economica dettata dal Ccnl è “elemento di indirizzo” che va necessariamente completato e adattato al territorio con le contrattazioni integrative”.

“I salari sono superiori non per caritatevole concessione dell’azienda – incalza la Filt Cgil -. Quell’accordo, come sa benissimo Caronte e Tourist, che lo ha firmato senza alcuna costrizione, è il risultato di anni ed anni di contrattazione ed è diventato considerevole perché ha in sé il peso delle numerose richieste sulla produttività che l’azienda ha sempre avanzato e preteso dai lavoratori”.

“E’ vero – prosegue Pino Foti – che il costo del lavoro marittimo è aumentato per via del venir meno degli sgravi per il settore e che l’aumento del costo carburante e la riduzione del numero transiti sono indicatori negativi nel bilancio di una azienda, ma i lavoratori di Caronte e Tourist hanno già dato, visto che solo negli ultimi anni si son persi 10 equipaggi e quelli che sono rimasti sono stati ridotti a causa della riduzione delle tabelle di armamento”.

Inoltre, specifica Mariano Massaro, “nell’analisi economica dell’azienda non vediamo le effettive perdite di capitale investito, Minuti accenna al calo del trasportato ma non parla di operazione in perdita – e prosegue -, se per una volta l’azienda Caronte&Tourist ricava “900” invece di “1000” non può chiedere ai dipendenti di tagliarsi lo stipendio, la crisi è crisi per tutti, ognuno deve rimetterci di suo e i lavoratori hanno già dato”.

Delle organizzazioni sindacali la fermezza che la società debba rivedere la propria decisione. “Se il richiamo al senso di responsabilità sindacale, evocato da Tiziano Minuti, significa l’ennesima accettazione passiva del diktat per tutelare oltremodo il profitto privato a spese dei lavoratori dipendenti, sappia che all’esterno del tavolo di trattativa ci sarà sempre l’Orsa a dar voce alla protesta dei lavoratori”.
Il confronto auspicato sembra quindi ancora lontano. E intanto, mentre si consuma per il momento il botta e risposta tra società e sindacati, i lavoratori stanno protestando e proseguiranno fino alle 20. Per una soluzione definitiva bisognerà aspettare ancora.

A supporto dei sindacati e dei lavoratori, anche il comitato dei pendolari sullo Stretto: “Oggi come ieri lo Stretto è dominato esclusivamente dal raggiungimento del super profitto. Siamo di fronte ad un diktat: “Qui comandiamo noi”. All’attuale “sirena dello Stretto” bisogna che la società civile risponda otturandosi le orecchie e non lasciandosi più incantare. Infatti la storiella è raccontata in modo unilaterale. Perché Minuti non parla dei tartassamenti periodici che la società Caronte impone agli utenti e ai pendolari in mancanza di una reale concorrenza? L’auspicio delle nostre associazioni è che stavolta i sindacati e la società civile sappiano davvero difendere gli interessi degli inermi cittadini”.

L’adesione allo sciopero è stata quasi totale ed ha raggiunto una percentuale del 98 %. “Una percentuale altissima – scrivono i sindacati – se si tiene conto del fatto che si trattava del terzo sciopero nel giro di soli venti giorni, e che, come nelle proteste precedenti, supera abbondantemente il normale tasso di adesione sindacale in azienda. Un dato eccezionale che spazza via ogni discussione e conferma, ancora una volta, il netto rifiuto dei lavoratori alla richiesta di Caronte e Tourist di ridurre di un quarto il costo del lavoro. Nel dichiararci sempre disponibili alla ripresa del confronto, invitiamo Caronte e Tourist a ritirare la proposta ed a formulare nuove ipotesi perché viceversa continuerà lo scontro”.