Cronaca

Caronte & Tourist in amministrazione giudiziaria, il dipendente Massimo Buda legato alla ‘ndrangheta. VIDEO

E’ stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria la società di navigazione privata Caronte & Tourist. Il provvedimento è stato emesso dalla Direzione Investigativa Antimafia, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ed ha una durata di 6 mesi. Inoltre sempre nell’ambito della stessa operazione è stato disposto il sequestro dei beni nella disponibilità di Massimo Buda, figlio di Santo Buda, appartenente alla famiglia Buda di Villa San Giovanni, federata alla potente famiglia di ‘ndrangheta Imerti–Condello operante a Villa San Giovanni (RC) e zone limitrofe.

I LEGAMI CON LA ‘NDRANGHETA DELLA CARONTE & TOURIST

Dalle indagini a cui ha fatto seguito l’operazione denominata “Scilla e Cariddi” e grazie alle convergenti dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, secondo gli inquirenti è emersa la permeabilità della società Caronte & Tourist Spa rispetto ad infiltrazioni della criminalità organizzata, oltre all’agevolazione garantita dalla stessa società in favore di più soggetti legati alle locali articolazioni di ‘ndrangheta.

IL RUOLO DI DOMENICO PASSALACQUA E MASSIMO BUDA

In particolare sono stati individuati in Domenico Passalacqua (pregiudicato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. e già destinatario di misura di prevenzione personale e patrimoniale) ed in Massimo Buda (quest’ultimo anche nella qualità di rappresentante del padre Santo, esponente apicale dell’omonima cosca), entrambi dipendenti del vettore marittimo, i portatori degli interessi della ‘ndrangheta, agevolati da Caronte & Tourist Spa.

Gli interessi economici dei predetti sono stati garantiti attribuendo ad imprese ad essi riferibili vari servizi all’interno delle navi che fanno la spola tra le coste siciliane e calabresi.

In particolare, dette imprese – di fatto nella disponibilità dei citati Buda e Passalacqua (e di altri soggetti agli stessi legati) – hanno potuto gestire, ricavandone ingenti profitti, i servizi di bar-ristorazione e quelli di pulizia e disinfestazione a bordo delle imbarcazioni, nonché i servizi di prenotazione per gli autotrasportatori che si imbarcano sui traghetti del Gruppo Caronte & Tourist.

Gli esponenti delle locali cosche sono stati altresì agevolati tramite l’assunzione di personale segnalato dai predetti e, nel caso del Passalacqua, garantendo la retribuzione anche durante la latitanza e la sottoposizione a misura cautelare.

Al Buda, infine, è stata garantita una rapida e brillante progressione in carriera, con la capacità di promuovere e gestire le nuove assunzioni e con la delega conferitagli per la risoluzione delle controversie tra dipendenti o con i fornitori.

L’amministrazione giudiziaria, ai sensi dell’art. 34 del Codice Antimafia, è finalizzata ad intervenire nella governance di Caronte & Tourist Spa, in funzione di bonifica ed impermeabilizzazione della struttura aziendale dal rischio di future ed ulteriori contaminazioni criminali ed interferenze mafiose.

La nota compagnia di navigazione destinataria del provvedimento, il cui valore viene stimato in circa 500 milioni di euro, ha un capitale sociale di euro 2.374.310,00 e vanta numerose partecipazioni in altre società, insieme alle quali svolge, in massima parte, servizi di navigazione non solo sullo stretto di Messina, ma anche in ulteriori tratte tra la Sicilia e altre destinazioni.

Gli accertamenti investigativi hanno evidenziato come Buda Massimo, rappresenti la longa manus del padre Santo, di recente (ottobre 2020) condannato in appello alla pena di 14 anni e 8 mesi di reclusione, nel procedimento penale c.d “Sansone”, perché ritenuto il reggente della cosca Buda-Imerti di Villa San Giovanni.

Il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione ha, pertanto, contestualmente disposto nei confronti di Massimo Buda il sequestro dei seguenti beni:

  • 2 ditte individuali comprensive dell’intero patrimonio aziendale con sede a Villa San Giovanni;
  • 5 appezzamenti di terreno di cui uno edificabile di complessivi metri quadri 700;
  • 2 appartamenti ed un garage a Villa San Giovanni;
  • 1 appartamento con box e piccolo vano cantinato nel Comune di Lissone (MI);
  • disponibilità finanziarie.

Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro nei confronti di Buda Massimo è stimato in circa 800 mila euro.