Caso Bruzzano: si allarga l’inchiesta, nove indagati

Si allarga l’inchiesta che ad ottobre ha portato al clamoroso arresto dell’ex commissario capo della Polizia Municipale, Aldo Bruzzano. A conclusione delle indagini sono nove gli indagati dell’inchiesta condotta dai sostituti procuratori Adriana Sciglio e Diego Capece Minutolo. Fra queste c’è anche una persona giuridica. L’avviso ha raggiunto, oltre a Bruzzano, il figlio Giuseppe e Rosa Forte nella qualità di amministratori e rappresentanti della “Carpe Diem srl” una società di compro oro, Daniela Irrera, dipendente del negozio “Carpe Diem srl” di via Centonze; i vigili urbani Sebastiana Reina, Rosalba Ragazzi e Giacomo Visalli, agenti in servizio alla sezione Tutela del territorio la stessa diretta da Bruzzano, il proprietario di un appartamento, Vito Cavallo e la stessa società “Carpe Diem srl”. Lunga la lista dei reati che vengono contestati a vario titolo agli indagati. Si va dalla ricettazione a peculato, falso, omessa denuncia del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio, soppressione o occultamento di atti, rifiuto di atti d’ufficio. A queste determinazioni la Procura è giunta dopo lunghe indagini e dopo aver esaminato un’ampia documentazione acquisita nei mesi scorsi. Nel fascicolo della Procura riveste un ruolo di rilievo non solo l’attività nella Polizia Municipale dell’ex commissario capo Aldo Bruzzano ma anche quella della società Carpe Diem s.r.l.
Non a caso ai Bruzzano, Irrera e Forte vengono contestati due casi di ricettazione di oggetti d’oro mentre Bruzzano e i tre vigili della sezione Tutela del territorio devono rispondere di peculato; Bruzzano e Cavallo, proprietario di un appartamento in via Consolare Valeria rispondono in concorso di falso, omessa denuncia del pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e soppressione, distruzione o occultamento di atti; infine sempre l’ex sottufficiale della Polizia Municipale risponde di un caso di omessa denuncia e due ipotesi di rifiuto di atti d’ufficio.