Piano di riequilibrio: per Mazzeo, Lo Presti e Sturniolo la “favola” della giunta è falsa e narrano un’altra storia

Luogo: Casa Rossa. Relatori: il giornalista Antonio Mazzeo ed i consiglieri Nina Lo Presti e Gino Sturniolo, i cui interventi sono stati introdotti da Santino Bonfiglio (vedi foto). Argomento Piano di riequilibrio. Pubblico partecipante: i messinei che per primi hanno creduto in Renato Accorinti e sostenuto la sua candidatura.

Si è concluso dopo oltre due e ore e mezza, poco prima delle 21, il terzo incontro itinerante dedicato alle questioni finanziarie di Palazzo Zanca, con un focus sulla manovra finanziaria decennale e sui creditori del Comune a cui andranno le risorse del Fondo di Rotazione. Il quadro illustrato attraverso le lucide argomentazioni di Mazzeo, Sturniolo e Lo Presti è ben diverso da quello dipinto in questi mesi dalla Giunta Accorinti: secondo i tre ex accorintani, il piano decennale di riequilibrio, attualmente al vaglio del Ministero, non è la panacea di tutti i mali, ma un condono alle colpe di quelli che c’erano prima ed uno strumento per saldare i debiti ai grandi gruppi di potere che hanno affossato questa città.

Dati alla mano, Mazzeo, Lo Presti e Sturniolo dimostrano che la favola raccontata dalla Giunta Accorinti, secondo cui le risorse del fondo di rotazione finiranno nelle tasche dei cittadini semplici – piccoli commerciani, piccoli fornitori – è falsa. I tre ex accorintiani smontano, quindi, la teoria Signorino-Le Donne per cui il piano di riequilibrio rimetterà in moto l’economia di Messina dal basso e spiegano che gli unici ad vere reale interesse a fare arrivare in riva allo stretto i fondi del salva-comuni sono i maxi-creditori e gli ex amministratori, che potrebbero essere chiamati a rispondere del dissesto (con un’azione di responsabilità che comunque dovrebbe essere suffragata da elementi circostanziati e non automatica).

Nel suo lungo e dettagliato intervento, Antonio Mazzeo ha elencato tutti i maxi-creditori del Comune (di cui anche Tempostretto si è occupato più volte, vedi correlati), spiegando caso per caso le anomalie che hanno fatto sorgere il debito a carico dell’ente. L’83% della massa debitoria di Palazzo Zanca – ha denunciato, carte alla mano, il giornalista – verrà saldato ai potenti di questa città; a grosse imprese, alcune delle quali con vicende poco chiare alle spalle; alle cooperative sociali, che per statuto dovrebbero essere no-profit; a gruppi bancari; e ad avvocati . «Mi sarei aspettato che i debiti con questi creditori venissero messi in discussione da questa amministrazione, visto che in passato la gestione della cosa pubblica non è stata né traspartrente né volta alla buona amministrazione », ha tuonato Mazzeo. Il giornalista–attivista, compagno di tante battaglie del sindaco Accorinti, ha voluto sottolineare anche il conflitto di interessi dell’assessore all’urbanistica Sergio De Cola, il cui studio di progettazione risulta tri i creditori di Palazzo Zanca, con all’attivo 425mila euro.«Ne ho parlato spesso con Renato, ma mi ha sempre riposto che De Cola è una brava persona ed onesta, liquidando così una situazione che invece andava affrontata diversamente, anche perché -se a governare ci fossero stati altri -il sindaco avrebbe fatto le barricate».

Molto critica nel confronti di Accorinti e della sua giunta anche la consigliera Nina Lo Presti, che già dentro le mura di Palazzo Zanca ed in aula consiliare ha più volte spiegato la sua contrarietà al percorso intrapeso dall'esecutivo.

«Da questa amministrazione– ha esordito- ci saremmo aspettati un atteggiamento denunciatorio e non assolutorio nei confronti di chi – come amava dire Accorinti in campagna elettorale- ha stuprato questa città. I cittadini non trarranno alcun vantaggio dal Piano di riequilibrio, al contrario se ne avvantaggeranno coloro i quali hanno ridotto Messina in questo stato e le hanno rubato speranza e futuro. Le risorse del fondo di rotazione – ha ribadito la consigliera – andranno nelle tasche dei soliti noti».

Il consigliere Sturniolo ha voluto mettere in luce le contraddizioni dei piani industriali dell’Amam e dell’Atm, società che – secondo le ottimistiche previsioni della giunta Accorinti- dovranno portare milioni di euro di utili nelle casse di Palazzo Zanca nei prossimi dieci anni. Per l’ex accorintiano si tratta di ipotesi fantasiose, fondate, nel caso della società idrica, sull’aumento delle tariffe, «che in realtà farà crescere l’evasione»; e, nel caso dell’azienda trasporti , sull’aumento del chilometraggio, in virtù del quale si otterranno maggiori trasferimenti dalla Regione. Anche per Sturniolo, come per Mazzeo e Lo Presti, i debiti che la giunta Accorinti vuole saldare con il Piano di riequilibrio non salveranno la città, ma quei gruppi di potere a cui questa amministrazione avrebbe dovuto chiedere il conto per i danni prodotti in tanti anni.

Sul piano politico, sia Lo Presti che Sturniolo hanno voluto puntualizzare come sulle questioni finanziarie la giunta Accorinti, sin dal primo giorno, ha trovato sponda nel Consiglio comunale. «I consiglieri comunali fanno opposizione sull’isola pedonale, sulle unione civili e su altri argomenti ideologici, ma quando ci sono da votare bilanci ed atti di natura finanziaria, questa giunta ha l’appoggio di una maggioranza bulgara» – hanno detto i due consiglieri comunali. Per Sturniolo è tutta questione di interesse, anzi «co-interesse» a difendere i partiti rappresentati in Aula.

Danila La Torre