Alloggi di via Taormina, pubblicata la graduatoria provvisoria. Ricorsi entro 30 giorni

E’ stata finalmente pubblicata la graduatoria per l’assegnazione dei 20 nuovi alloggi popolari di via Taormina. Sono le cosiddette “case verdi”, occupate nel corso della prima settimana di maggio dagli abitanti del lato mare della stessa via, che temevano potessero essere assegnate alle famiglie di Fondo Fucile, visti i ritardi nella redazione della graduatoria. Furono sgomberate dopo le rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, ma a breve solo alcune di loro potranno tornarci.

Nella graduatoria, infatti, sono presenti solo 14 nominativi mentre ben 20 sono gli esclusi. Avranno diritto ad un alloggio popolare un nucleo familiare composto da sei persone, due da cinque persone, cinque da quattro persone, tre da tre persone, due da due persone e uno da una signora di 82 anni, in totale 50 persone.

Tra i 20 esclusi, invece, 13 lo sono a causa della mancanza di residenza anagrafica, uno perché già escluso nella graduatoria del 1994, due perché facenti parte del nucleo familiare del padre, uno perché si tratta di un negozio di elettricità e abita altrove, una perché occupataria abusiva e abita altrove, ancora una perché abita altrove e un’altra, infine, perché proprietaria di immobile.

Gli esclusi potranno avanzare ricorso entro 30 giorni a partire da oggi. Se nessuno lo farà, allora la graduatoria sarà integrata con altri 6 nominativi ai quali assegnare le restanti 6 abitazioni, tra le famiglie di via Quinto Ennio, a ridosso del muro perimetrale della caserma Ainis, in direzione monte-mare, a partire dall’incrocio con la via Terenzio Publio Afro.

I trasferimenti potranno avvenire solo nel momento in cui verrà approvata e poi pubblicata la graduatoria definitiva. Contemporaneamente si dovrà procedere all’abbattimento delle casette delle prime due file sul lato mare di via Taormina e di quelle che saranno liberate in via Quinto Ennio. Viceversa, per l’ennesima volta, c’è il rischio che quelle casette vengano rioccupate, rigenerando un sistema infinito senza via d’uscita.

(Marco Ipsale)