Tutti contro Accorinti e Mantineo, dai comunisti a Reset una sola richiesta: “Dimissioni”

Gli 80 mila euro persi, le dichiarazioni di Accorinti e Mantineo per scaricare le colpe sugli uffici, la ricostruzione della verità che inchioda l’amministrazione alle sue responsabilità e dimostra che a Palazzo Zanca regnano inefficienza e impreparazione. Il caso dei contributi regionali per gli asili nido sfumati nell’aria perché il Comune ha presentato il progetto in ritardo sta provocando una lunga serie di reazioni che si sono inevitabilmente appesantite nel momento in cui è saltato fuori che la Giunta aveva esitato l’atto necessario per preparare la domanda da inviare a Palermo proprio nell’ultimo giorno utile. E se in un primissimo momento Sindaco e assessore non hanno perso tempo a scagliare parole di fuoco contro il Dipartimento Servizi sociali e gli uffici che, secondo loro, avevano causato la perdita del finanziamento, nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata quando è stata ricostruita l’esatta versione dei fatti con decreti e bandi alla mano (vedi articoli correlati). Avrebbero dovuto farlo loro prima di lanciarsi in dichiarazioni avventate. E adesso che i fatti sono chiari a tutti non è ancora arrivata nessuna nuova spiegazione da parte dell’amministrazione che aveva annunciato punizioni severe contro chi ha sbagliato.

Se da Palazzo Zanca tutto tace, fuori si sono scatenati i commenti e gli attacchi contro un’amministrazione che, alla luce di questo episodio, è stata etichettata da più parti come incapace di assolvere ai suoi compiti principali.

La Federazione messinese del Partito Comunista d’Italia chiede senza mezzi termini le dimissioni. “Chi ha sbagliato pagherà hanno affermato Sindaco e assessore. Visto che a sbagliare siete stati voi, e non altri, fareste bene a sanzionarvi rassegnando le immediate dimissioni e liberando i messinesi dalla presenza di una giunta di dilettanti allo sbaraglio”. Secondo il Pcdl dare la colpa agli altri è il gioco preferito dall’amministrazione comunale di Messina e “gli altri” cambiano di volta in volta secondo le convenienze. “Fino a poco tempo i colpevoli erano di quellidiprima, gli stessi che ora non sono più menzionati dal Sindaco e che si ostina a proteggere. La prova è la mancata dichiarazione del dissesto. Atto che avrebbe consentito alla Magistratura di far luce sulle passate gestione dell’Ente Pubblico. Poi la colpa è stata dei disillusi rei di aver osato manifestare dissenso alle scelte del primo cittadino. Adesso i colpevoli sono i dipendenti comunali accusati dal Sindaco Accorinti e dall’Assessore Mantineo di non aver espletato gli atti nei termini previsti per accedere al finanziamento Regionale per la gestione degli asili nido. Le bugie, però e per fortuna, hanno le gambe corte” scrivono i comunisti messinesi che ancora una volta contestano aspramente l’operato dell’amministrazione Accorinti.

In campo anche Reset che ritiene che gli avvenimenti degli ultimi giorni rappresentino la cifra, e dunque il fallimento, dell’esperienza amministrativa attuale. Un fallimento conclamato che vede un’amministrazione, distante dai bisogni e dai veri problemi di una città ormai ben oltre il punto del non ritorno. “Le esternazioni, che noi e la quasi totalità dei cittadini messinesi con in testa i primi firmatari ed oramai ex-sostenitori del Sindaco Accorinti troviamo farneticanti, rappresentano la sintesi di chi non ha compreso che la città quasi due ani fa aveva votato un persona onesta delegandogli il cambiamento. Ciò che Accorinti e chi alimenta scientificamente il suo ego non comprendono è che la città voleva il cambiamento e che avrebbe votato anche “Barabba” pur di averlo. Questo non significa che chi è stato delegato ad incarnare tale cambiamento sia egli stesso il cambiamento”.

Reset e il suo responsabile Alessandro Tinaglia prendono come spunti chiave per un’analisi generale sia la questione dei fondi persi che quella del mancato dissesto che i candidati sindaco chiesero al commissario Croce in campagna elettorale. Sul primo caso anche Reset vuole le dimissioni di Accorinti e Mantineo, il secondo punto invece dimostra l’assoluta continuità amministrativa messa in atto da questa compagine al governo della città.

“In quella occasione tutti i candidati e dunque tutti i gruppi politici vennero messi a conoscenza del disastro economico che avrebbe atteso il prossimo Sindaco e tutti sapevano ed ognuno diceva di avere la propria ricetta per salvare la città. Ebbene, proprio perché tutti sapevano, continuare a sentire dopo quasi due anni dall’insediamento che la colpa è di quelli che lasciarono il disastro è inaccettabile sia perché nessuno ha obbligato alcuno a fare il Sindaco sia perché chi si prende la responsabilità di guidare una comunità non lo fa per ricordarle che è in difficoltà ma solo per risolverle quelle difficoltà. Se non è in grado di farlo, se è in buona fede ed ha a cuore le sorti della collettività molto semplicemente leva il disturbo, ammette i propri limiti e va a casa”.

Reset ricorda che, quando insieme ad altre 71 sigle che rappresentano la Società messinese fu lanciato l’inizio dei lavori di #messinaannozero, provò a spiegare al Sindaco e all’assessore Pino che l’obiettivo non era aiutare l’amministrazione ma la città. Secondo il gruppo di Tinaglia la svolta sarà la creazione di un soggetto coeso che guardi alle problematiche della città partendo dall’emergenza lavoro. Una sorta di “compromesso storico”, non prevalentemente politico nel senso tradizionale del termine. “Il Compromesso Storico di Messina deve provare ad includere chi vuole ricostruire la citta ed il senso di appartenenza di questa comunità. Ci pare dunque paradossale, oltre che francamente gravissimo, che gli unici che non si sono accorti della gravità della situazione nella quale versa la città siano il Sindaco, la Giunta e chi da dietro li consiglia e forse li indirizza”.

Reset dà un mese di tempo all’amministrazione: se entro questa data non ci sarà un cambio netto di metodo ed una disponibilità al dialogo che non si limiti a quella di facciata, accompagnerà “Decide Messina” nella raccolta delle firme per la sfiducia popolare di questa amministrazione che oltre a non aver rispettato il programma con il quale è stata eletta avrà sulla coscienza la fine della speranza di questa città.

Francesca Stornante