Furci. La Capitaneria sequestra il “Bernabeu”. E scattano le denunce: Chi l’ha autorizzato?

Gli uomini della Capitaneria di porto di Messina hanno sequestrato il “Bernabeu”. Lo chiamano così il campo di calcio ricavato sulla spiaggia di Furci Siculo, alla periferia nord del paese, dove si svolgono i tornei estivi. Ci sono le porte, ben fatte. E c’è anche la rete dietro per evitare che il pallone finisca sui bagnanti. L’area è stata sottoposta a sequestro giudiziario ai sensi dell’articolo 321 del codice di procedura penale. La violazione dei sigilli è punita con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 103 a mille e 32 euro. Ma, come dicevamo, c’è anche l’aspetto penale. Che riguarda il sindaco e l’ufficio tecnico dell’ente locale. Per la cronaca, l’area in questione, coincide con quella indicata dall’Amministrazione comunale nell’ambito dell’istituzione dell’Animal friendly. Una zona a ridosso del torrente Pagliara destinata ai cani. Una sorta di lido per gli animali, insomma.

Contestualmente al provvedimento della Capitaneria di porto, il primo cittadino, Sebastiano Foti, ha firmato un atto con il quale revoca una precedente ordinanza, del 24 giugno, con la quale si istituiva ufficialmente l’Animal friendly, fissandone le regole. Il sindaco Foti evidenzia che l’area in questione è interdetta alla balneazione. Per la cronaca non è stata mai recintata come previsto. Non è stata mai delimitata in modo da renderla visibile. Ed ora, dopo il sequestro del campo di calcio, non si comprende nemmeno bene quale avrebbe dovuto essere l’area destinata agli animali. Questo per i comuni cittadini. Negli uffici competenti dovrebbe esistere la planimetria. Intanto sorgono degli interrogativi. Considerato che il campo era abusivo, chi ne ha autorizzato l’allestimento con il movimento sabbia per la realizzazione. È quanto stanno cercando di capire alla Capitaneria di porto. Intanto sono scattate le denunce. Quel campo è rimasto lì per settimane, anche tra le polemiche dei bagnanti per la polvere e le possibili pallonate. Ma questa è un’altra storia.

Carmelo Caspanello