cronaca

Caso Genovese, per l’Accusa in appello i reati elettorali sono prescritti

Per l’Accusa i reati di corruzione elettorale, documentati nell’inchiesta Matassa sull’intreccio mafioso-politico a Messina nella stagione elettorale 2012-2013, sono prescritti.

Il Procuratore Generale Felice Lima lo ha spiegato stamane alla Corte d’Appello che dovrà giudicare in secondo grado Francantonio Genovese, il cognato Franco Rinaldi, altri ex politici noti in città e un gran numero di maggiorenti dei clan locali.

Il PG ha sollecitato la prescrizione dei reati di corruzione elettorale, la conferma nel resto della sentenza emessa in primo grado, poi il ricalcolo della pena a 24 anni per Raimondo Messina, considerato il reggente del clan di Santa Lucia Sopra Contesse.

Per i politici coinvolti, quindi, la condanna scende, anche se resta in piedi il grosso della pena, dovuta al reato associativo. Per restare all’imputato eccellente, ad esempio: ad ottobre 2019 Genovese è stato condannato a 4 anni e 2 mesi per le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale, e i due casi di corruzione elettorale in favore di Angelo e Giuseppe Pernicone, i due imprenditori “reo confessi” di Santa Lucia. Alla sbarra ci sono 39 imputati (leggi qui LA SENTENZA DI PRIMO GRADO)

Per loro i difensori sono decisi a chiedere comunque le assoluzioni piene. La parola passa agli avvocati in diverse udienze calendarizzate da qui a giugno prossimo. Poi sarà la Corte a decidere.