Arrestato l’ottavo fiancheggiatore, era il vivandiere dei boss latitanti

E’ un incensurato l’ottavo fiancheggiatore che questa mattina è stato fermato in provincia di Siracusa, a Francoforte, ed arrestato con l’accusa di aver aiutato la latitanza di Vincenzino e Calogero Mignacca.

Franco Incardona, 49 anni, ragusano, aveva il ruolo di vivandiere. Garantiva cibo, acqua, giornali e si assicurava che la latitanza dei due fratelli procedesse senza intoppi. Incardona è stato fermato e rinchiuso nel carcere di Siracusa.

E' stato individuato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile dopo le indagini partite otto mesi fa, ma soprattuto dopo la svolta di domenica scorsa, quando è scattato il blitz nel covo dei due latitanti. Nel giorno della cattura di Calogero Mignacca erano già stati fermati altri sette fiancheggiatori: i tre tortoriciani Sebastiano, Giuseppe e Oscar Galati Sansone, Salvatore La Fornara di Randazzo, Carmelo Bontempo Ventre e Sebastiano Tilenni Scaglione (27 anni), quest’ultimo genero del boss di Tortorici Cesare Bontempo Scavo.

Infine il 33enne Giuseppe Caniglia, figlio del proprietario del fondo dove sorgeva il casolare in cui sono stati scovati i Mignacca.

Interrogati, hanno scelto tutti il silenzio, ad esclusione di Tilleni e Giuseppe Galati Sansone che si sono professati innocenti.

Il giudice però non ha creduto alla loro versione ed ha lasciato tutti in carcere.

Intanto il Questore di Messina, Carmelo Gugliotta, ha vietato i funerali pubblici per il boss suicida Vincenzino Mignacca. L'autopsia ha confermato che ad ucciderlo è stato quell'unico colpo di pistola calibro 7,65 che si è sparato alla tempia, mentre i carabinieri facevano irruzione nel casolare e ammanettavano il fratello Calogero.

Veronica Crocitti

@VCrocitti