Taormina e Barcellona, differenziata al palo: invio all’estero dei rifiuti

Oltre Messina, nella top 20 dei 139 Comuni siciliani chiamati ad avviare le procedure per l’invio all’estero dei rifiuti, ci sono anche Taormina e Barcellona Pozzo di Gotto. In entrambi i casi la quantità da esportare è pari a 3-400 tonnellate al mese. Nella Perla dello Jonio (10mila e 900 abitanti) la raccolta differenziata porta a porta non decolla, nonostante se ne parli da un paio di anni, con annunci che alla fine si riducono a poco più che proclami in attesa che il servizio prenda realmente quota. Ad aprile era ferma al 17,4%. Parliamo di un servizio che sin qui si è trascinato da proroga in proroga. Serve una svolta e in tempi rapidi. A Barcellona, importante centro tirrenico che conta 41mila e 400 abitanti, la differenziata supera di poco il 10%.

Tornando al trasferimento dei rifiuti all’estero, i Comuni in provincia di Messina interessati dal provvedimento della Regione (i dati si riferiscono a maggio) in quanto hanno una bassa percentuale di raccolta differenziata, sarebbero oltre una trentina.

Bisogna capire quali sono gli enti locali che nell’ultimo trimestre del 2018 hanno raggiunto in termini di raccolta differenziata una percentuale superiore al 35%. Ci sono delle inversioni di tendenza. A Furci Siculo, per fare un esempio (centro che risulta tra quelli che dovrebbero esportare i rifiuti), la raccolta differenziata porta a porta, ha preso il via da poco più di un mese ed i risultati, in attesa dei dati ufficiali, sembrano discreti. Lo stesso sta accadendo in altri paesi del comprensorio jonico. Dove, peraltro, S. Teresa di Riva rappresenta un esempio positivo, figuando nella top ten dei Comuni virtuosi della nostra regione.

L’operazione per l'invio all'estero dell'immondizia, scaturita dalla saturazione delle discariche, in Sicilia ormai al collasso, costerà 100 milioni di euro, tutti a carico dei Comuni.