Accorinti smorza i toni, difende i vigili e condanna ogni violenza. Al consiglio: “Non siamo degni? Sfiduciateci”

Una tenda e poi un caos che è diventato un caso. Sociale, politico, istituzionale. Fiumi di parole, azioni e reazioni, incidenti diplomatici e tentativi di pacificazione. In questi giorni dentro e fuori Palazzo Zanca è successo tutto e il contrario di tutto. Quella tenda sistemata davanti l’Università, l’intervento del consigliere Piero Adamo che parlando di Tso ha scatenato la protesta dei pinellini, l’aggressione ad un vigile urbano, un processo per due manifestanti fissato per il 18 settembre, la presenza dell’assessore Daniele Ialacqua accanto agli attivisti, lo scontro interno con la Municipale, la solidarietà dell’assessore Gaetano Cacciola ai vigili, la nuova presa di posizione di Ialacqua che ha continuato a rivendicare il diritto a protestare e a portare avanti gli ideali del progetto accorintiano. Un’escalation di fatti e dichiarazioni che ha monopolizzato il dibattito cittadino, in barba ai reali problemi della città, e che sembra aver incrinato i rapporti tra la giunta e molti pezzi del consiglio comunale che in questi giorni hanno parlato più volte di sfiducia.

Renato Accorinti però si dichiara sereno e non ha la minima paura di una presa di posizione del consiglio comunale: «Andrò in aula mercoledì alle 12.30, insieme all’assessore Ialacqua, per dire come stanno le cose e sono pronto a parlare con la massima serenità perché qua c’è in gioco la vita sociale della città. Parlano di sfiducia? Non ho paura della sfiducia. Se pensate che non sono degno, se pensate che non siamo capaci, sfiduciateci. In consiglio possono premere un pulsantino e domattina esco da questo palazzo, ma potrò guardare tutti negli occhi perché so di aver dedicato la vita a questo progetto. Ma se dicono che l’ho fatto male me ne vado prima che scada il tempo».

Mentre dunque alcuni gruppi consiliari hanno iniziato a parlare di ipotesi sfiducia, il sindaco raccoglie la sfida e rilancia. E non vuole sentir parlare neanche di dimissioni dell’assessore Ialacqua, finito nel mirino per aver solidarizzato con i pinellini durante le proteste. «Ma stiamo scherzando? Daniele si è sempre battuto per la legalità e senza mai alcuna ambiguità. Essere accanto a qualcuno non significa essere necessariamente d’accordo in toto. Per anni ho partecipato alle commemorazioni di Paolo Borsellino organizzate dall’estrema destra, nonostante la diversità dei nostri percorsi. Daniele è andato per rivendicare la sua libertà di espressione rispetto a un fatto sociale. Ingigantire tutto per dire che noi siamo con i black bloc, con i violenti, contro la legalità, contro il decoro è scorretto e strumentale. Tra di noi abbiamo parlato, abbiamo chiarito, Daniele ha spiegato i motivi per cui è andato a quella protesta, dunque per noi non c’è nessun malinteso o problema da risolvere».

Anche sulla questione vigili il sindaco prova a smorzare i toni della polemica: «Basta parlare con la massima serenità e rendersi conto che è pericolosissimo interpretare in modo sbagliato le nostre parole. Siamo sempre stati accanto ai vigili e non accettiamo nessun tipo di provocazione e di violenza. In ogni episodio di aggressione nei confronti della Municipale ci siamo sempre costituiti parte civile, chi fa una violenza è da condannare in ogni caso, a prescindere da chi sia. I miei vigili, i vigili della città sono in prima linea e non si toccano. La mia solidarietà non voglio che si metta in discussione. Parlo anche a nome del comandante Calogero Ferlisi e dico che è in assoluta sintonia con me. Ci siamo chiariti, ci siamo lasciati abbracciandoci e lunedì ci incontreremo con tutti i sindacati per ribadire ulteriormente la nostra posizione».

Sul dibattito che invece si è sollevato su Tso, povertà, emergenze sociali e abitative, Accorinti vuole ricordare che in tutto il mondo c’è gente che vive per strada o nelle tende: «E’ una vita che non possiamo capire, il disagio e la povertà esistono dappertutto e non si possono nascondere. Alla maggior parte della gente però non interessa dove vanno a finire queste persone, l’importante è che non siano alla nostra vista. Invece questa amministrazione quel poco che ha fatto lo ha fatto in un’altra direzione, provando a dare risposte alle tante storie di disagio e povertà grazia alla Casa di Vincenzo. Ma ci sono problemi che non si risolvono in un attimo. E allora è anche giusto protestare, basta che i presidi non diventino permanenti o che si dica che per mezza tenda siamo contro il decoro o che mi piace che la gente possa fare quello che vuole. Non è nei miei principi, non l’ho mai fatto».

Lunedì dunque ci sarà il faccia a faccia con i sindacati della Polizia municipale. Mercoledì invece toccherà al consiglio comunale. Nella speranza che questo possa servire a chiudere definitivamente il caso tenda per tornare a parlare di questioni concrete e problemi che realmente toccano da vicino i cittadini.

Francesca Stornante