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Cassa integrazione Sicilia, scoppia lo scandalo dei 10 euro per ogni domanda. De Luca: “Vergogna”

Non bastavano i ritardi che stanno lasciando sul lastrico migliaia di lavoratori siciliani. Da quasi due mesi in troppi aspettano la cassa integrazione che ad oggi non è ancora arrivata. E oggi al danno si aggiunge una vicenda che ha un sapore ancora più amaro della beffa. Per superare l’impasse alla Regione si è aperto un tavolo con i sindacati, a scatenare le polemiche un bonus richiesto per i dipendenti regionali che si occupano di smaltire le pratiche prima di inviarle all’Inps. Un extra di dieci euro per ogni domanda. I sindacati siciliani si sono difesi spiegando che si tratta di misure previste dal contratto collettivo di lavoro regionale, la bufera però è stata inevitabile.

Soprattutto perché di fronte a questo blocco ci sono famiglie che hanno tirato avanti e che sono appese a quel via libera di una burocrazia che in questa emergenza Coronavirus ha mostrato tutte le sue falle. In questi giorni tanti hanno raccontato la loro disperazione. Soprattutto quei datori di lavoro che hanno cercato di aiutare come potevano i loro dipendenti. Ma oggi i soldi sono finiti per tutti.

Durissimo l’affondo del sindaco di Messina Cateno De Luca che punta dritto contro i sindacati. «La porcheria dei sindacati che chiedono alla Regione come riconoscimento per i dipendenti un bonus di 10 euro per ogni pratica analizzata è una vergogna. Mentre a seguito dell’emergenza da Covid-19 si registrano circa 130 mila siciliani in attesa della cassa integrazione, all’Inps domenica sera erano state analizzate poco più di 9 mila pratiche? È una schifezza che coinvolge sia le Istituzioni che i sindacati. Le Istituzioni perché non rinunciano alla mala burocrazia che sta uccidendo i siciliani, i sindacati perché ci marciano contribuendo ad alimentare il sistema con porcherie come il pizzo per la cassa integrazione».

De Luca ricorda che lo stallo è a monte, alla Regione, dove ci si è mossi con lentezza e in ritardo. «Non bastano le soluzioni proposte, con l’aggiunta di un centinaio di unità ai dipendenti che starebbero lavorando allo smaltimento delle pratiche. In questa fase di guerra al Coronavirus è doveroso sospendere la legge Bassanini, con la quale si conferiscono poteri rilevanti e talvolta superiori ai dirigenti amministrativi. È opportuno che si prenda una decisione: morire per il virus o per la burocrazia? Se la classe politica ha bisogno dello scudo della burocrazia come protezione è logico che è prigioniera dei porci comodi dei burocrati».

Il sindaco di Messina fa anche la sua richiesta: «Chiedo a chi comanda sopra le nostre teste, nell’ottica della semplificazione amministrativa, di nominare per la Fase 2 più soggetti attuatori a livello centrale. Conferendo ai presidenti di regione ed a tutti i sindaci poteri attuativi con relativo portafoglio. Inoltre, per chi sbaglia che siano previste pene decuplicate: non è possibile che i soldi delle casse statali non arrivino subito nelle tasche dei cittadini. La gente è disperata».