Attraversamento dello Stretto: disservizi e inefficienze

Migliaia di pendolari ogni giorno attraversano lo Stretto da e verso Messina principalmente per studio o lavoro. Piero David, docente di politica economica all’Università di Messina, ha fatto presente alcuni dei problemi che i pendolari subiscono ogni giorno. Ritardi negli orari, prezzi aumentati, zero collegamenti in città, niente posti auto…

“La questione è quella dell’attraversamento dello Stretto per le migliaia di pendolari che ogni giorno studiano o lavorano nei comuni di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni. In sostanza, in quella che per anni, chi come me si occupa di economia, ha chiamato Area metropolitana dello Stretto e che ancora qualcuno pensa possa essere una possibile prospettiva di sviluppo territoriale per i tre comuni.
Andiamo per ordine:
1) Innanzitutto grazie al disinteresse politico dei comuni interessati, Messina principalmente, l’Area metropolitana dello Stretto non esiste. Per essere precisi, esiste solo geograficamente, poiché in pochi chilometri sono concentrati oltre 430 mila abitanti, ma non esiste ne politicamente e ne economicamente. Infatti, qualsiasi area metropolitana può esistere solo se collegata. Se per andare da Reggio a Messina, si impiega e si paga tanto quanto per arrivare a Patti, allora non possiamo certamente parlare di integrazione. Aggiungiamo che durata e prezzo del trasporto, grazie all’assenza di concorrenza, sono aumentati mentre l’offerta di trasporto è diminuita (poiché, riducendosi ad una sola compagnia per l’attraversamento veloce – la Metromare – le corse si sono ridotte). Condizionando, così dicono i traghettatori, anche la politica dei prezzi della Caronte-Tourist che, per il limiti imposti al numero di passeggeri da imbarcare, ha deciso negli ultimi due anni di far pagare 2,50 euro a corsa a passeggero. Senza che ci sia nessuna differenza tra residenti e turisti.

2) Ma se il modello di sviluppo dell’Area dello Stretto può non interessare alla classe politica e dirigente della città di Messina (forse non conoscono nemmeno il significato del termine sviluppo), almeno nella qualità di amministratori dovrebbero occuparsi di quei servizi minimi che consentono ai propri cittadini di studiare o lavorare, come i trasporti. E in termini di trasporti i tre comuni dell’Area sono sostanzialmente ai livelli di città periferiche del terzo mondo. Dal servizio autobus, al tram, ai collegamenti ferroviari, il trasporto a Messina è una variabile casuale. Come rispose il dipendente alla biglietteria FS ad una turista che si lamentava del fatto che una nave era partita con oltre dieci minuti di anticipo rispetto a quanto indicato nel tabellone: “e che ci vuole fare signora, siamo l’opera dei pupi”.

3) E tra i trasporti, quello marittimo, dimostra chiaramente il disinteresse di tutti i soggetti pubblici nei confronti dei pendolari. A cominciare dall’Autorità Portuale che nella riqualificazione dei marciapiedi ha lasciato tra la strada e l’area recintata del porto uno spazio di solo un metro dove ogni giorno sono costretti a passare i circa mille pendolari che attraversano lo stretto e le migliaia di crocieristi che sbarcano giornalmente in città. Forse quando uno dei tanti automezzi che ogni giorno attraversano quel tratto di strada spianerà un pendolare o un crocierista l’Autorità Portuale si accorgerà del problema. E si può continuare la rassegna dei disservizi con la difficoltà di trovare un parcheggio in zona porto sia per le macchine che per i motorini. E’ mai possibile che in un’area dove ogni giorno sono costretti a utilizzare i mezzi veloci del consorzio Metromare circa un migliaio di pendolari (oltre quelli che utilizzano i traghetti FS), ci siano a disposizione al massimo una ventina di posti auto? Ed è civile che, lucrando su tale disservizio e vessando studenti e lavoratori, la polizia municipale faccia periodicamente la multa a chi sosta nella carreggiata destra e sinistra del tratto di strada di fronte la dogana, in virtù di un divieto di sosta di cui, come si vede nella foto, non si capisce il senso? Ed ancora, chi sono i “privilegiati” che possono tranquillamente occupare con le loro auto ed i loro motorini gli spazi all’interno dell’area recintata dall’Autorità Portuale? Se la permanenza in quell’area è stata vietata, si dice per ragioni di sicurezza, anche ai pescatori, per quale ragione alcuni cittadini in particolare possono parcheggiare i loro mezzi?

Potrei continuare con un elenco lunghissimo di disservizi ed inefficienze che affrontano ogni giorno chi purtroppo è costretto, per ragioni di lavoro o di studio, ad usufruire di questi servizi. Ma un’ultima considerazione sugli orari per spostarsi all’interno dell’Area metropolitana è doverosa. Come si fa a considerare integrato un territorio se dopo le 20,15 non ci sono più collegamenti? Neanche nel fine settimana, o in coincidenza con l’arrivo degli aerei all’Aeroporto di Reggio? E pensare che per ripristinare un servizio da città civile basterebbe poco, solo un po’ di buon senso. Purtroppo a chi gestisce la cosa pubblica in questa città, oltre le competenze, manca anche questo”.