Ponte sullo Stretto. La società “Stretto di Messina” chiede 325 milioni di indennizzo

Il Governo Renzi si era detto favorevole e il Nuovo Centrodestra doveva portare alla Camera la proposta di legge per la riattivazione delle procedure. Ma il cambio di governo ha bloccato tutto. Tranne il dibattito, quello sul Ponte sullo Stretto non si ferma mai.

L’ultima si legge sul Corriere della Sera, a firma Sergio Rizzo, e riguarda l’ultima relazione della Corte dei Conti sull’opera. Non solo la società “Stretto di Messina” non è ancora stata liquidata nonostante l’iter sia stato avviato il 15 aprile 2013 e doveva concludersi entro un anno (vedi correlato), ma addirittura chiede al Ministero delle Infrastrutture un indennizzo di 325 milioni 750mila euro, più un eventuale risarcimento. La ragione? «Il pregiudizio — sottolinea la stessa società — scaturente dalla mancata realizzazione dell’opera, indotta dal venir meno della convenzione di concessione».

Lo Stato che fa causa allo Stato – scrive Rizzo – visto che è allo Stato che fanno capo sia il Ministero sia la società “Stretto di Messina”, che per l’81,85 % è in mano all’Anas, per il 13 % alle Ferrovie dello Stato e per il 2,575 % ciascuno alle Regioni Sicilia e Calabria, tutti enti pubblici.

Si tratta di una somma che potrebbe andare ad aggiungersi ai 300 milioni già costati per la stessa società e le progettazioni, oltre ai 700 milioni chiesti dal general contractor Eurolink e ai 90 milioni chiesti dal project management consulting, Parsons Transportation.

In pratica, ai 300 milioni già spesi, potrebbe aggiungersi più di 1 miliardo senza che l’opera si faccia.