Quella carne ben esposta in vetrina aveva un colore anomalo, un “rosso vivo” atipico, troppo vivo, che faceva presupporre qualcosa di alterato. E’ finito nei guai il proprietario di una nota macelleria del centro città che, nelle scorse settimane, si è visto far “visita” dai finanzieri del gruppo di Messina.
Con l’intervento del personale del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’ASP, si è scoperto che quella carne che stava per finire sulle nostre tavole era adulterata con sostanze non consentite. I risultati delle analisi, ottenuti dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Mirri di Palermo, hanno infatti confermato che qualcosa di anomalo c’era. Un colore “rosso vivo” che, in effetti, era stato ottenuto con l’utilizzo di additivi vietati dalle leggi in materia di preparazione e conservazione degli alimenti. Additivi “proibiti” che avrebbero potuto avere gravi ripercussioni su persone allergiche a quelle sostanze.
In pratica, il proprietario della macelleria aveva ben pensato di ingannare i propri clienti sulla freschezza della carne, migliorandone l’aspetto in “rosso vivo” e mascherando il naturale processo di trasformazione e deterioramento. Durante il blitz, i finanzieri hanno anche scoperto che nella stessa macelleria lavoravano cinque persone in nero. Il titolare è stato denunciato e le multe, per lui, varieranno da un minimo di 30mila euro ad un massimo di 180mila euro. (Veronica Crocitti)