L’appello di Felice Calabrò al confronto che eviti la rissa. Pronto l’assalto alle liste-taxi

Messina è in ginocchio e la tensione sociale cresce di giorno in giorno, in riva allo Stretto così come nel resto del Paese, come dimostra quanto avvenuto a Roma, durante il giuramento dei nuovi ministri del governo Letta. Il clima dell’antipolitica sta portando a gesti esasperati e proprio per questo chi è impegnato nella competizione politica deve iniziare a dare un esempio di pacificazione e rispetto dei cittadini. E’ questo il senso dell’appello fatto dal candidato sindaco del centro-sinistra Felice Calabrò. “Nel condannare senza riserve l'atto vile nei confronti delle Istituzioni e dei servitori dello Stato e sentendoci vicini alle famiglie dei feriti, non possiamo non considerarci coinvolti in prima persona in queste settimane che ci stanno vedendo impegnati in una difficile campagna elettorale- scrive Calabrò- Il clima che da mesi si respira nel Paese deve indurci a riflettere sull'assoluta necessità di mantenere un confronto, anche duro nei contenuti, ma rispettoso dei diversi ruoli e moderato nella forma, evitando quegli scontri e quelle animosità che non giovano né al dibattito né al futuro di Messina. L'azione di pacificazione del Presidente Napolitano è un esempio da seguire per il tentativo di provare a costruire sulle basi del dialogo piuttosto che su quelle della contrapposizione”.

Il vincitore delle primarie sottolinea come Messina stia vivendo un delicatissimo momento di crisi e pertanto il senso di responsabilità della classe politica in questa campagna elettorale deve prevalere sulla tentazione di cavalcare l’onda della protesta che ormai monta in ogni famiglia.

“Il nostro appello è rivolto a tutte le forze politiche ed ai movimenti in campo affinché questa campagna non si trasformi in una rissa quotidiana, ma rappresenti un'occasione di crescita ed un'opportunità per riuscire finalmente a cambiare Messina. Attraverso un dibattito, anche forte, sulle nostre diverse visioni del progetto che sogniamo per la città, può emergere un metodo di confronto basato sull'incontro. In questi giorni abbiamo visto numerosi manifesti di candidati di diversi partiti imbrattati con frasi offensive, espressione di un sentimento di sfiducia e di un clima che potrebbe degenerare. Il nostro invito è quindi, proprio nel periodo più nero della città di essere noi per primi a dare un segnale di compostezza e di dignità per rispetto dei nostri concittadini”.

L’appello è quindi ad un clima più disteso in vista delle prossime settimane, affinché il confronto rispetti le regole della Democrazia e della civiltà e non travalichi mai oltre il confine della contrapposizione tra le parti.

Nel frattempo inizia il conto alla rovescia per la presentazione delle liste. A sinistra c’è la prateria (secondo i portatori di voti) vergine del Megafono che sta diventando un carro sul quale sono in molti a voler salire perché la lista non è ancora “tutto esaurito” a differenza di altri partiti dove si è scatenata la lotta al voto casa per casa. Anche i neo Democratici riformisti sono appetibili, ma i big in campo difenderanno con le unghie e i denti le loro posizioni. Grioli sta ancora riflettendo se scendere in campo con una sua lista. L’Udc (che ha appena incassato la nomina di D’Alia a ministro) sta preparando una lista-tir esattamente come sul fronte opposto, quello del centro-destra stanno facendo gli ex An di Nuova Alleanza. Tornando all’Udc i centristi hanno appena perso Lino Leanza ed i suoi uomini, che, transitati prima delle regionali dall’Mpa in frantumi al partito di Casini ci sono restati giusto il tempo per essere eletti e adesso sono pronti al nuovo cambio di casacca. La destinazione è il Megafono dove sarà candidato Pio Amadeo (che in questo modo avrà più o meno girato l’intero arco partitico). A far capolino nel movimento di Crocetta ci ha provato anche Roberto Sparso (ex assessore Pdl della giunta Buzzanca) che però sembra in dirittura Dr. Il governatore aveva protestato subito dopo le elezioni, quando un certo numero di deputati eletti nella lista Crocetta appena insediati si erano spostati verso altri lidi. “Noi non siamo un partito taxi” aveva tuonato contro quanti, consapevoli della loro portata elettorale, si spostano da un partito all’altro in base agli spazi liberi giusto il tempo delle urne. Nelle prossime settimane vedremo quante liste-taxi saranno presentate per le amministrative, giusto il tempo di un passaggio tra un capolinea ed un altro.

Rosaria Brancato